13. come vincere l'Europeo

1.7K 134 41
                                    

da un'idea di @/sublivme 🤍

Se c'è una cosa a cui Manuel si è dovuto abituare, quella è la sicurezza di Simone.

Non che sia mai stato uno esageratamente timido, ma fino all'anno scorso era piuttosto riservato, soprattutto se si parlava di relazioni.

Inizialmente, dopo il suo coming out, lui era solito starsene in disparte o rimanere in silenzio durante le discussioni di gruppo che prima o poi andavano a parare sempre sullo stesso argomento; il sesso.

Non era anomalo per un gruppo di adolescenti, anzi, e proprio per questo il mutismo di Simone aveva destato sospetti.

"Non ce credo che co' quella faccia che c'hai non rimorchi, Simò," gli aveva detto una sera Matteo mentre l'intera compagnia consumava chiacchiere e alcool attorno al tavolo di un locale a Trastevere.

Simone era arrossito, aveva tentato di sviare la conversazione in modo talmente palese da risultare solo più ridicolo.

Manuel era addirittura intervenuto in suo soccorso perché lo vedeva seriamente in difficoltà e, solo più tardi, quand'erano rimasti soli con la scusa di uscire a fumare, lui gli aveva chiesto il motivo di tutta quella segretezza.

Con lo sguardo basso, rigorosamente lontano dal suo, Simone gli aveva confessato di avere il terrore di qualche commento pungente o una curiosità di troppo, che non avrebbe saputo gestire.

In tutti quei discorsi si parlava sempre di rapporti fra ragazzo e ragazza e, per quanto supporto gli avessero dimostrato i suoi compagni, era perfettamente consapevole che qualcuno di loro avesse una visione ancora non troppo aperta, o quantomeno che non considerasse la cosa completamente normale.

Solo che poi, all'inizio del quinto anno di liceo, era accaduto un fatto del tutto rivoluzionario.

Simone aveva scoperto il potere.

Non avrebbe saputo dire che cosa, esattamente, fosse cambiato, forse era stato il suo rifiuto di piegarsi all'ignoranza altrui, forse la fierezza nel suo portamento, ma aveva iniziato a ricevere avances da una marea di ragazzi.

A scuola, per strada, nei locali.

"Simò, lasciacene almeno uno pure a noi però," gli aveva detto una sera Luna quando, in un bar del centro, lei si era presa una sbandata per un ragazzo.

Quello, dopo aver lanciato sguardi in direzione del loro tavolo per tutta la sera, si era avvicinato per lasciare un bigliettino con un breve messaggio e il numero di telefono.

Solo che l'aveva messo davanti a Simone, guardandolo dritto negli occhi come se il resto del gruppo non esistesse nemmeno.

"Hai capito Balé, e noi che te credevamo a secco!" aveva commentato irrinunciabilmente Matteo.

In realtà, anche se s'era ben guardato dal condividerle, Simone di esperienze ne aveva avute parecchie dopo la partenza di Mimmo.

Aveva sviluppato un rifiuto per ogni tentativo di relazione stabile, favorendo di gran lunga le frequentazioni sporadiche ed effimere, volte a fargli scoprire un po' della leggerezza che desiderava così ardentemente.

Era stato una specie di effetto collaterale, dunque, che per ogni ragazzo che cadeva rovinosamente ai suoi piedi l'autostima di Simone accrescesse un po', assieme alla consapevolezza che forse, in fin dei conti, non era mica da buttare via.

Aveva iniziato a vedersi carino allo specchio, a valorizzare il suo fisico con gli abiti giusti e, evidentemente, aveva anche un certo savoir-faire - una delle poche qualità che ringraziava d'aver ereditato da quel dongiovanni di suo padre.

simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora