7. just take it

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Manuel sta perdendo la pazienza.

Non che ne abbia mai avuta molta in partenza, ma ora è talmente nervoso da rischiare di perdere la testa.

Il motivo è semplice.

Sempre lo stesso, bellissimo, motivo con gli occhi scuri e i capelli ricci.

Simone lo sta facendo ammattire.

Già, perché Manuel un bel giorno si è svegliato e ha deciso che era stanco di avere paura del giudizio degli altri, delle sue stesse insicurezze.

Allora da quel momento ha iniziato a dire tutto ciò che gli passa per la testa senza alcun ritegno, che tanto lui e la sfacciataggine già vanno a braccetto.

Ha preso a flirtare per davvero con Simone, a dirgli che è splendido, a chiedergli di uscire con lui, a riempirlo di complimenti dalla mattina alla sera.

C'è solo un piccolo problema, però: Simone continua a credere che Manuel lo prenda in giro.

Ne è fermamente convinto, quel cretino.

Non che Manuel possa biasimarlo più di tanto, alla fine, perché lui è sempre un po' sarcastico e pare vivere con il solo scopo di punzecchiare Simone da quando si conoscono.

Maledizione a lui e a tutte le corazze che ha sempre mostrato per proteggersi dagli altri.

Di una cosa è sicuro almeno, ha deciso che non smetterà di tentare.

Gli si presenta un'occasione proprio stamattina - l'ennesima a dire il vero, perché Simone bellissimo lo è sempre.

Non sa cosa l'abbia spinto a vestirsi così per venire a scuola e non si preoccupa di chiudere la bocca mentre lo osserva percorrere il corridoio.

Simone ha dei pantaloni beige molto aderenti che slanciano ancora di più la sua figura longilinea e una splendida camicia bianca che, nella sua semplicità, esalta particolarmente i suoi lineamenti perfetti.

È sbottonata in cima e lascia intravedere il petto ancora leggermente abbronzato su cui poggia anche una catenina d'argento - Manuel ne sa qualcosa, quella gliel'ha regalata lui.

Il bastardo ha pensato bene di arrotolare le maniche sugli avambracci e Manuel sente le gambe cedere quando vede tutte quelle vene in rilievo che vanno a culminare nelle mani, dove brillano i soliti anelli.

Le mani enormi di Simone, che non riesce a non immaginare strette attorno al suo collo mentre lui lo-

"Manuel, te serve 'n fazzoletto? Pe' la bava, dico," lo prende in giro Matteo, che ormai è uno spettatore abituale di quello spettacolo pietoso.

All'ennesimo "ma non è che sotto sotto Simone un po' te piace?" Manuel si è ritrovato a scrollare le spalle e a rispondere "non è che me piace sotto sotto, è che me piace da morì."

Matteo lì per lì ci era rimasto, non certo per la notizia in sé che ormai di sorprendente non aveva nulla, quanto per un'onestà che da Manuel proprio non si sarebbe aspettato.

"E allora perché 'n te dichiari? Quello te more dietro da anni, 'o sanno tutti," aveva giustamente suggerito.

"C'ho provato, Mattè!"

"Non ce credo che t'ha dato il palo, è impossibile!"

"E 'nfatti non m'ha dato il palo...proprio non c'ha capito un cazzo. Pensa che sto a scherzà."

Matteo era scoppiato a ridere talmente forte che Lombardi l'aveva cacciato dall'aula.

Ormai, insieme a Matteo, più o meno tutta la classe è al corrente di questo piccolo particolare, ed è diventato una sorta di gioco collettivo di cui solo Simone è ignaro nonostante ne sia l'assoluto protagonista.

simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora