21. il cerchio della gita

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Nonostante sia l'aula più spaziosa della scuola, non è comunque sufficiente a contenere tutti quegli studenti che, ora ammassati in gruppetti ben distinti a seconda delle simpatie, stanno riempiendo l'aria di un brusio preoccupato.

Simone è riuscito a guadagnarsi la fiducia di tutti loro e, insieme a quel pizzico di autorevolezza innata che si porta dietro, questo risulta sufficiente ad attirare l'attenzione di tutti e arrestare il chiacchiericcio appena si schiarisce rumorosamente la voce.

"Bene, direi che ci siamo quasi tutti. Vi ho convocati perchè la faccenda si sta facendo un pò complicata, ragazzi," sospira, con quel suo solito cipiglio pensieroso.

Ignora di buon grado il primo sonoro sbuffo che gli arriva alle orecchie, perchè ne conosce perfettamente la fonte e, oh, non se lo sogna nemmeno di dargli la soddisfazione.

Non è certo per intrattenere quel ridicolo, egocentrico energumeno che si è fatto carico del ruolo di rappresentate d'istituto.

"I professori mi hanno chiesto di parlare con voi della situazione... disciplinare delle quinte di quest'anno," non riesce a trattenersi dal lanciargli al volo uno sguardo fulminante dei suoi, quando si sofferma per un momento su quella parola e la scandisce con durezza.

In fondo, per quanto lui stesso abbia dimostrato una buona dose di spirito ribelle e la voglia di sfidare le regole, almeno Simone non ha mai messo nei guai gli altri combinando un danno dei suoi.

Ma lo stesso, a quanto pare, non si può dire di lui, che purtroppo per tutti trasuda un carisma tale da trascinarsi dietro un numero notevole di persone nelle sue bravate, e in modo del tutto naturale.

E Simone mica si capacita di come quelli lo seguano puntualmente come pecore, come topi danzanti appresso al pifferaio magico, eppure ora sono qua, che rischiano provvedimenti più che seri.

"Devo riferirvi che, se le cose non si sistemano alla veloce," sospira e prende un respiro profondo perchè è certo che la fine di quella frase non verrà recepita positivamente "salta la gita di quinto."

"Ma che cazzo dici Simò!"

"Non scherziamo, ao!"

"No regà dobbiamo fa' qualcosa, bisogna ribellarsi!"

"Sì, esatto, famo un pò de casino."

Simone si porta due dita alle tempie e li lascia sfogare, ma è chiaro se continuano in questa direzione le cose non possono che peggiorare.

"Certo, grande Matteo," lo riprende, riportando il silenzio necessario per dire la sua.

"Così la gita ce la scordiamo di sicuro. È esattamente questo atteggiamento che ha creato queste circostanze quindi, vi prego, ragioniamoci un attimo prima di combinare altri casini," suggerisce.

"Se per una volta le regole le seguiamo, vi giuro che sta cosa si sistema e riesco ad assicurarci la gita. Però ho bisogno che siamo d'accordo su questo, che collaboriamo."

Si guarda intorno e nonostante l'incertezza generale e la confusione, gli pare di essere riuscito a rendere il concetto e aver persuaso con successo gli altri.

"Tutti," aggiunge però, quando inevitabilmente la sua attenzione viene catturata da una testa di riccioli con i piedi comodamente appoggiati sul banco di fronte, mentre chiacchiera con quelli che Simone definisce i suoi seguaci.

"Che c'hai da guardà, Balestra? Me voi dà qualche altra lezione de vita o per oggi stamo a posto?"

"Potresti cominciare tirando giù quelle scarpe dal tavolo, animale."

simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora