2. my love, mine all mine

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prompt di @/taestadicazzo su twt🫶🏼

Moto, moto e ancora moto.

Simone scorre il profilo Instagram di Manuel pigramente, e non c'è nemmeno l'ombra della sua faccia tra quelle fotografie.

Ma poi le didascalie...

Amore mio, splendore, bellezza, la mia bambina.

Manuel parla a quella moto come se fosse la sua fidanzata, e Simone sa di essere davvero patetico.

Ma puoi essere geloso di un ammasso di ferraglia?

Si sente un po' un idiota a passare le ore su quel profilo alla ricerca di foto dell'altro, visto che con Manuel lui ci vive.

È che Simone non può guardarlo troppo, e non come vorrebbe.

Rischierebbe di essere scoperto, e poi la verità è che un po' gli fa male.

Sì, perché quando il suo sguardo rimane posato su Manuel per più di qualche secondo, lui non riesce proprio a fermarli quei piccoli sogni ad occhi aperti.

Loro che si tengono per mano.

Loro che si appisolano abbracciati sul prato di fronte a casa.

Loro che si ba-

"Simò, qua stai."

Simone sobbalza e blocca il telefono con abbastanza forza da rischiare di spaccare il pulsante.

"Che è, te stavi a guardà un porno?" sorride storto Manuel.

"Sì."

La risposta è impulsiva, perché preferirebbe ammettere una cosa così, piuttosto che rivelare quello che stava realmente facendo.

"Ah, hai capito-"

"No, cioè no! Non stavo- vabbè, dimmi che ti serve."

Manuel ama particolarmente mettere in difficoltà Simone perché gli piace il modo in cui quello prende a gesticolare, parlare a raffica e perfino ad agitarsi un po'. 

Scrolla le spalle, dato che questa volta nemmeno si è dovuto impegnare perché Simone ha fatto tutto da solo.

"C'ho le mani tutte sporche perché sto a lavorà de sotto, puoi annà sul mio computer?"

Simone si alza per prendere il PC, poi torna sul letto e aspetta che Manuel gli dica cosa fare.

"Ce stanno 'e foto della moto da qualche parte, se me le mandi su 'a mail mia me fai 'n favore. Vado che devo finì."

E proprio come è arrivato, Manuel sparisce di nuovo.

Simone sbuffa mentre cerca fra le cartelle sul desktop.

Si sente perfino un po' in colpa perché l'istinto di curiosare ce l'ha.

Si trattiene però, solo perché pensa di morire alla mera idea che Manuel faccia lo stesso con il suo di computer.

Dio solo sa che casino scoppierebbe.

"L'amore mio"

Simone alza gli occhi al cielo perché sì, sicuramente è lì che stanno le foto di quella benedetta moto.

Il cuore fa una strana capriola nel suo petto e forse salta perfino un paio di battiti quando apre la cartella.

Della moto nessuna traccia.

In compenso, Simone riconosce il proprio volto in ogni singolo riquadro.

Gli occhi scorrono su quei momenti immortalati proprio da Manuel - non può essere stato nessun altro.

Simone se li ricorda tutti, ma non l'avrebbe mai immaginato che Manuel gli rubasse quegli scatti per custodirli.

Simone scorre con il cursore, il petto che per poco non esplode.

Un pomeriggio a Villa Borghese sotto l'ombra degli alberi, Simone addormentato sull'erba.

Una sera fuori con gli amici a Trastevere, Simone che sorride con un bicchiere di birra in mano.

Una mattina di giugno, Simone assonnato con i capelli scompigliati che beve il caffè sul patio.

E più scorre, più ne trova, ancora e ancora.

Sul divano, sul balcone, a letto, in giro, perfino a scuola.

Non avrebbe mai pensato di potersi vedere attraverso gli occhi di Manuel, ed è ancora più sconvolto nello scoprire che così si piace.

Perché in quegli scatti è genuino, è la versione più autentica di sé, e per qualche ragione Manuel ha saputo cogliere la sua essenza.

Già, ma perché?

E perché il nome di quella cartella?

Forse Manuel si è sbagliato?

Ma pure se fosse, Simone non riesce a immaginare che si possa fotografare così spesso qualcuno per errore.

"Simò! Hai fatto o no?"

Sente Manuel strillare dal piano di sotto.

Si affretta a trovare le foto della moto e inviarle come richiesto, poi spegne il PC e scende per raggiungere l'altro.

"Grazie. Te va de famme compagnia?"

Simone annuisce perché se parlasse uscirebbe solo un balbettio confuso.

"Ao, sei tutto rosso 'n faccia, te senti bene?"

"Io? Io sì, sì che sto benissimo."

Manuel lo guarda di sbieco e gli sorride, chiedendogli con un tacito cenno di rassicurarlo che sia tutto a posto per davvero.

Poi si gira e torna a lavorare, mentre canticchia accompagnando una melodia che risuona gracchiante alla radio.

L'amore suo, eh?

Simone non riesce a smettere di ripeterlo nella testa.

L'amore suo.

Non suona mica male.























simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora