16. (non) funzioni

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per @/taestadicazzo

A Manuel la matematica proprio non interessa.

Se ne scopre affascinato in due sole precise circostanze, tipicamente quando se ne parla in relazione alla sua amata filosofia.

D'altronde l'ha sempre saputo che, nonostante all'apparenza per lui siano piuttosto distanti, possiedono in realtà degli elementi comuni che a tratti si completano, e a tratti si sovrappongono.

Dante ha insistito più volte su questo concetto a scuola - in quello che Manuel è certo sia stato un tentativo di scuotere un po' la 5B da quello stato collettivo di torpore lobotomizzante che coglie la classe appena la professoressa Girolami apre bocca.

La patiscono, la matematica, la soffrono come se non avessero scelto loro di frequentare lo scientifico, ma pare non esserci rimedio a quegli sbuffi annoiati che risuonano nell'aula, e al disinteresse totale che non lascia scampo a nessuno.

O quasi.

E qui si giunge alla seconda e ultima ragione per cui raramente Manuel si ritiene contento di stare a sentire mentre qualcuno investe il proprio tempo nel cercare di fargli entrare in testa quei concetti così ostici.

Già, perché questo suo tollerare o addirittura ritrovarsi ad apprezzare quel groviglio impossibile di lettere greche, parentesi e numeri, è dato dal fatto che a decifrarli per lui ci sia Simone.

Lui, che con una pazienza davvero invidiabile gli spiega ogni argomento da ormai tre anni, assicurandosi che Manuel segua ogni passaggio senza perdersi, e che non abbia vergogna di chiedere quando proprio non riesce a capire.

Si sente in colpa perché registra le parole di Simone solo vagamente, come suoni lontani e indistinti, ma per qualche ragione non riesce a mettere a fuoco la mente mentre lo osserva.

È così incredibilmente dolce tutta quella dedizione, la devota mansuetudine che Simone riserva solo a lui in questi pomeriggi di studio che consumano fra le mura di quella che ormai è la loro stanza.

Ah, e Simone porta gli occhiali.

Ormai sono sei mesi e anche se Manuel l'ha implorato di non farsi problemi, Simone li indossa solo quando sono a casa.

Non glielo può mica dire che quella montatura è perfetta sul suo viso scolpito, che gli conferisce un'aria ancora più autorevole che trasforma le ginocchia di Manuel in traballante gelatina.

Simone è intelligente, non ha certo bisogno di un paio di occhiali per segnalarlo al resto del mondo, ma è anche vero che c'è qualcosa di poetico nel modo in cui quelli incorniciano le sue iridi ambrate come un quadro.

Spicca ancora di più quel tono leggermente severo che assumono i suoi grandi occhi scuri quando è impegnato in una spiegazione un po' complessa, e Manuel si ritrova con un brivido a pensare che se ci fosse Simone come assistente, lui prenderebbe seriamente in considerazione di studiare quell'orribile materia all'università.

Gli cade lo sguardo un po' più in basso, sulle sue labbra, mentre Simone continua imperterrito come un treno il suo monologo.

C'è persino un lieve accenno di barba sulle sue guance, ma è così curato e perfettamente in ordine da apparire solo come una specie di macchia appena sotto pelle.

È un dettaglio stupido, forse, ma in quell'istante Manuel si rende conto che Simone è cresciuto.

Anzi, è sbocciato nella versione migliore di sé, superando ogni manciata di mesi le aspettative di Manuel, che pur considerandolo già il ragazzo più bello che abbia mai visto, rimane ogni volta più atterrito di fronte a lui.

simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora