10. this you?

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promptino di @/taestadicazzo

Simone a volte crede che dovrebbe indossare più spesso gli occhiali.

È vero che la sua vista non è acuta come quella di un falco, ma è piuttosto sicuro di essere ancora in grado di riconoscere la propria faccia quando la vede.

Per questo è fermo immobile con il telefono di Manuel stretto tra le mani da almeno dieci minuti, mentre l'altro è sotto la doccia nella stanza adiacente.

"Simò, manna 'n messaggio a mi madre e dille che pe' domani gliela posso presta' la moto, tanto 'a password la conosci," gli aveva gridato per sovrastare il rumore dell'acqua scrosciante.

Tutto si sarebbe aspettato Simone, meno  che di trovare una propria foto come sfondo.

Pensa che si tratti di quell'opzione che seleziona scatti a caso ogni volta che si blocca lo schermo, anzi ne è certo.

Infatti ci prova, così almeno il cuore smetterà di martellargli nel petto e potrà darsi di nuovo dello stupido, scacciando quelle inutili illusioni una volta per tutte.

Non succede niente, però.

La fotografia è sempre lì.

Simone sorride senza accorgersene perché riconosce l'esatto momento in cui Manuel gli deve aver fatto quello scatto a sua insaputa.

"Eddai Simò, famme assaggià," si lamentava Manuel a pochi centimetri da lui sul telo.

"Mh, chiedimelo bene."

"Ora te tiro na pizza, altro che."

"Perfetto, allora l'ultima fragola ricoperta di cioccolato te la sogni, caro."

"Vabbè dai stavo a scherzà," uno sbuffo "per favore?"

Simone si stava divertendo un po' troppo per dargliela vinta così in fretta.

"Per favore...?" lo incalzò Simone, suggerendo che voleva qualcosa di più.

"Per favore che Simò, c'hai un titolo reale e non me l'hai mai detto?"

Simone rideva, con la luce del sole a filtrare tra i rami dell'albero sotto cui erano stesi, da qualche parte a Villa Borghese.

"Boh, dimmi- non so, una cosa carina."

Era diventato un po' più sfacciato, Simone, nelle sue disinibite richieste d'affetto a Manuel.

"Se mi convinci ti do la fragola."

Un'alzata di occhi al cielo dopo, Manuel si stava impegnando per trovare le parole adatte a fare breccia nei giochetti di Simone.

"Se ti sforzassi così anche a scuola, andresti meglio di me," fece il minore, alquanto intrattenuto dal disperato tentativo di concentrazione di Manuel, e in cambio ricevette un dito medio che non ottene alcun risultato, salvo farlo ridere più forte.

"Il cibo è 'na motivazione valida, la gioia de Lombardi me pare 'n po' meno, no? Vabbè, allora," rispose, e sembrava si stesse preparando per davvero a sostenere un esame.

Prese un respiro e assunse un'aria leggermente più seria che destò la curiosità di Simone, il quale non dovette attendere a lungo prima che l'altro esponesse il frutto della sua intensa riflessione.

"Me piace da morì quando fai un po' lo stronzo, tipo adesso, solo perché poi io sto al gioco e tu ridi finché non te spunta la fossetta, quella che piace a me."

Simone avrebbe fatto in tempo a porgli almeno una dozzina di domande, perché in quella confessione sincera - il maggiore lo sapeva benissimo - avrebbe letto qualcosa che Manuel non era pronto a rivelare.

Per questo, scelse di proseguire senza dargli modo di fare il bambino curioso come suo solito.

"Ora, principino del mio cuore, saresti così gentile da darmi sta cazzo de fragola?"

Era in quel preciso momento che Simone si era trovato costretto a distogliere lo sguardo da quello di Manuel, consapevole quanto impotente di fronte al rossore delle proprie guance.

Ed eccolo lì, lo sfondo: Simone seduto sul prato che guarda in basso, una spolverata di rosa sul viso e una fragola ricoperta tenuta delicatamente tra le dita mentre la porge a Manuel.

Quel messaggio ad Anita alla fine non l'ha inviato, e nemmeno ha fatto caso al rumore dell'acqua che sembra essere cessato.

Manuel torna nella stanza vestito solo per metà, con i ricci che gocciolano di qua e di là sul pavimento, eppure Simone non è in vena di rimproveri.

Tenta, piuttosto, di risultare il più casuale possibile quando gli dice "ma m'hai messo come sfondo?"

Gli occhi di Manuel schizzano al telefono che ancora si trova tra le mani di Simone, e la realizzazione è tanto evidente da rendere comica la sua reazione così drammatica e spontanea.

Poi, in una pessima performance, si finge indifferente alla scoperta di Simone.

"Boh, me piaceva, sei bello."

Simone pensa che dovrebbe farsi un giro pure dall'otorino, perché sicuramente ha sentito male.

"Cos'hai-"

"Cioè, è 'na bella foto, volevo di', è stata 'na bella giornata quella, te pare?" Manuel prova a tornare sui propri passi con una parlantina incessante, maledicendosi per tutta quella maledetta onestà, che sa per certo a Simone non sia sfuggita.

E infatti, "sì, ma tu hai detto-"

"Me mette de buon umore, ao Simò, ma che ne so!"

Sì, sarà meglio che si ricordi di mettere gli occhiali, altrimenti la vista rischia di giocargli brutti scherzi.

Se si fidasse dei suoi occhi, potrebbe giurare di aver visto Manuel arrossire proprio ora.




simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora