Marcus
Era morto. Artur finalmente era morto. Ma adesso c'era un altro problema: il popolo odiava Cesca. Il popolo di Atlantide la odiava più di tutti. Mia madre la rassicurava tutto il giorno, ma qui c'era una legge severa: se l'imperatore o l'imperatrice non erano amati, venivano crocifissi. Ed era questa la sua preoccupazione più grande.
Ero nella mia camera, riflettendo su quanto fosse complessa la situazione. Indossavo una tunica bianca, semplice ma elegante, fissata in vita da una fascia dorata ornata con dettagli intricati. La stoffa cadeva in pieghe morbide e fluide, dando un aspetto regale e solenne. Ai piedi portavo sandali di cuoio, anch'essi decorati con dettagli dorati, che si abbinavano perfettamente alla fascia. Le colonne di marmo e le statue antiche della mia stanza creavano un'atmosfera di austerità e potenza.
Mia madre entrò, disturbando i miei pensieri.
L'abito che indossava era semplicemente maestoso. La tunica bianca avvolgeva il suo corpo in un tessuto leggero e drappeggiato, accentuato da una fascia dorata riccamente decorata che cingeva la sua vita, conferendole un aspetto regale. Una stola azzurra scendeva delicatamente dalla sua spalla sinistra, aggiungendo un tocco di colore e raffinatezza all'insieme. I dettagli dorati e il motivo decorativo della fascia si armonizzavano perfettamente con i suoi sandali eleganti, completando il look imperiale.
Mia madre, entrò nella stanza e disse: «Marcus, oggi daremo il regalo a Cesca.»
Annuii. «Va bene,» risposi. Oggi doveva esserci l'incoronazione di Cesca.
Mia madre mi guardò con serietà. «È un momento cruciale,» disse. «Dobbiamo essere uniti e mostrare al popolo che Cesca è la scelta giusta per guidare questo impero.»
Sapevo quanto fosse importante questo giorno, non solo per Cesca, ma per l'interi imperi. La sua incoronazione avrebbe segnato l'inizio di una nuova era, un'era di speranza e di cambiamento. Mi preparai mentalmente, sapendo che ogni passo, ogni parola sarebbe stata scrutinata attentamente. Ma ero determinato a sostenere Cesca, nonostante tutte le difficoltà e le avversità che avremmo dovuto affrontare.
Uscimmo dalla stanza e ci dirigemmo verso la sala del trono. La stanza del trono era un'enorme sala riccamente decorata, con colonne imponenti che sostenevano un soffitto alto e affrescato. Lungo le pareti erano appesi arazzi intricati raffiguranti la storia dell'impero, mentre candelabri dorati illuminavano l'ambiente con una luce calda e solenne. Al centro, su un piedistallo di marmo, si trovava il trono, ornato con intarsi d'oro e pietre preziose, simbolo del potere e della maestosità dell'impero.
Cesca era già lì, circondata da tutti gli altri nobili. Indossava un abito che emanava autorità e grazia. Il corpetto dorato, simile a un'armatura, accentuava la sua forza e il suo coraggio, mentre la gonna bianca fluente aggiungeva un tocco di eleganza e purezza. Un mantello rosso scuro cadeva dalle sue spalle, sottolineando la sua regalità e il suo status di futura imperatrice. Gli accessori dorati, come i bracciali e gli orecchini, completavano il suo aspetto regale.
Mia madre si avvicinò a lei e la abbracciò.«Andrà tutto bene, Cesca,» le disse con affetto e rassicurazione.
Cesca mi guardò, e per un momento, il silenzio tra noi fu carico di emozioni non dette. Era da quando le avevo fatto un didalino che non ci parlavamo davvero. Sentivo il peso di quello che stava per accadere, ma sapevo anche che era un momento cruciale per tutti noi.
Nessuno del popolo sapeva davvero che Cesca era figlia di Artur e della sua amante. Sapevano che era la sua nipote, e avevamo giurato di non dirgli niente. Solo alcuni nobili conoscevano la verità e la odiavano molto proprio perché era la figlia bastarda dell'imperatore.
STAI LEGGENDO
CESCA-La Maledizione Dell'imperatrice
RomanceAnno 168. Cesca, figlia illegittima e disprezzata dal padre, vive in un costante senso di esclusione. Alla morte di quest'ultimo, eredita il trono degli Imperi Perduti, ma il potere porta con sé una maledizione oscura. Le tensioni esplodono quando i...