PUNISHMENT

97 38 51
                                    

Francesca

Era passata una settimana dal compleanno di Marcus, e non mi dispiaceva neanche un po'. Mi guardai allo specchio, ammirando la mia immagine riflessa. Avevo i capelli lunghi e biondi, ondulati, che cadevano morbidi sulle spalle. Gli occhi azzurri risaltavano sotto il trucco leggero. Indossavo un abito verde scuro, con un corpetto dorato che metteva in risalto il mio fisico. Le maniche erano ampie e fluttuanti, conferendo un'aria di eleganza e potere.

Era passato poco tempo da quando avevo chiamato Marcus edonista, ma sapevo di aver detto la verità. Mio padre mi aveva rimproverato aspramente per aver indossato l'abito rosso, riservato ai futuri imperatori. Ma non mi importava. Avrei fatto tutto il possibile per reclamare il trono che mi spettava di diritto.

Livia, era entusiasta del mio gesto audace. Nessuna donna aveva mai osato tanto, e questo mi rendeva ancora più determinata. Livia mi aiutò a sistemare l'abito, stringendo il corsetto dorato e assicurandosi che ogni piega fosse perfetta.

«Sei splendida, Cesca,» disse Livia con ammirazione. «Non c'è dubbio che tu sia destinata a governare.»

Sorrisi, determinata a dimostrare a tutti, compreso Marcus, che ero nata per regnare. Non sarei stata messa da parte così facilmente. Avrei conquistato il trono, e nessuno, neanche un edonista come Marcus, avrebbe potuto fermarmi.

Ricordai il bacio che mi diede Marcus quel giorno. Avevo risposto con «non bacio gli orfani di padre», e anche se allora mi era sembrato giusto dirlo, ora mi sentivo pessima per averlo fatto. Le sue parole «figlia bastarda» mi avevano ferito, più di quanto mi facesse male quando Artur me lo diceva. Ma da Marcus era diverso, più doloroso.

Mi girai e vidi Livia che mi sorrideva. Mi prese per mano e insieme ci dirigemmo verso il piano di sotto. Oggi c'era un banchetto, il mio primo banchetto, visto che mio padre non mi aveva mai permesso di partecipare prima d'ora. Di solito ero invitata solo al ballo di primavera.

Livia mi aiutava sempre con gli abiti, sistemando ogni dettaglio con cura. Mentre scendevamo le scale, sentivo un misto di eccitazione e nervosismo. Non avevo fame, forse per l'ansia o forse perché Artur non si preoccupava mai di me. Anche Diana ed Elena avevano delle dame che le aiutavano, ma io avevo solo Livia.

Arrivate nella grande sala, l'atmosfera era vibrante. Tavole imbandite di cibi prelibati e calici colmi di vino scintillavano sotto le luci delle torce. Gli ospiti ridevano e parlavano animatamente, creando un sottofondo vivace e allegro.

Guardai Livia e dissi: «Livia, perché lo zio ha deciso che parteciperò a questo banchetto?»Lei rispose: «Sono successe delle cose ultimamente. Andiamo a sederci al tavolo imperiale.»

Ci dirigemmo verso il tavolo, Livia si sedette accanto al marito e a Marcus, mentre io mi trovai vicino a Artur. Dall'altra parte della sala, un uomo suonava una cetra, creando un'atmosfera solenne e maestosa. Quando la musica si fermò, l'uomo disse: «Diamo inizio a questo banchetto in onore della imperatrice consorte Livia e dell'imperatore Artur.»

Gli invitati applaudirono mentre Livia e Artur si alzarono in piedi, sollevando i calici. Mio padre, con un tono di voce forte e deciso, urlò per farsi sentire da tutti: «Sono onorato che voi siate qui.»

Gli ospiti risposero con un brindisi, sollevando i bicchieri e bevendo in segno di rispetto.

Mio padre disse: «Ma oggi non celebriamo solamente un banchetto, celebriamo i futuri sposi: Marcus e Francesca.» Mi tremò il cuore appena sentii pronunciare il nostri nome. Lui si girò verso di me e mi prese la mano. Mi alzai, Livia sorrise agli invitati che applaudirono.

Non ero molto felice di questo matrimonio, e il peso della situazione mi opprimeva. Mio mi strinse la mano con fermezza, guardai Marcus sorridere ma il suo sorriso era forzato. Sentivo gli sguardi di tutti su di noi, ogni occhio curioso e ogni bocca sussurrante.

CESCA-La Maledizione Dell'imperatrice Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora