Francesca
Avevo otto anni, e camminavo mano nella mano con mia madre lungo le strade animate della città. Era una rara occasione in cui potevamo uscire durante il giorno, e cercavo di godermi ogni istante. Il profumo della frutta fresca riempiva l'aria, mescolandosi con gli aromi delle spezie e dei fiori di campo esposti sui banchi dei mercati.
Non uscivamo mai di giorno, sapevo che mia madre era in pericolo, ma non mi aveva mai spiegato chiaramente il motivo.
Mia madre indossava un abito verde, lungo fino ai piedi, con delicate ricami dorati che brillavano sotto il sole. Il tessuto leggero ondeggiava ad ogni passo, conferendole un'aria di eleganza e grazia. Io, invece, indossavo un abito rosa, semplice ma carino, con piccoli fiocchi bianchi che decoravano le maniche e l'orlo della gonna.
Mentre passeggiavamo, la sua presa sulla mia mano si fece più stretta. «Francesca, rimani sempre vicina a me,» disse con una voce dolce ma ferma. Annuii, stringendo la sua mano con forza. Sapevo che dovevo obbedire, anche se non capivo del tutto il perché.
Una volta, qualche tempo prima, avevamo fatto un'uscita simile durante il giorno, e mia madre era stata aggredita. Ricordo chiaramente come i capelli degli assalitori volavano nel vento mentre ci perseguitavano, i loro volti contorti dall'odio. Mia madre mi aveva protetto, ma era rimasta ferita. Da quel giorno, aveva evitato di uscire alla luce del sole.
Camminammo per le strade affollate, passando accanto a bancarelle colorate e venditori che urlavano per attirare clienti. I colori vivaci dei frutti e dei fiori catturavano la mia attenzione, e per un momento, dimenticai la tensione che sentivo nella mano di mia madre. Ma bastò uno sguardo al suo viso per ricordarmi del pericolo. I suoi occhi scrutavano ogni angolo, ogni volto, sempre vigili.
«Francesca,» disse ad un certo punto, abbassandosi per essere alla mia altezza, «devi sapere che ci sono persone che non ci vogliono bene. Ma io sono qui per proteggerti. Non avere paura, amore.» Le sue parole mi rassicurarono, e la mia paura si placò leggermente.
Continuammo la nostra passeggiata, la mia mano ancora saldamente intrecciata alla sua. Sentivo la sua forza e la sua determinazione, e sapevo che qualunque cosa fosse successa, avremmo affrontato insieme.
Mentre ci avvicinavamo a casa, un senso di sollievo mi pervase. La nostra avventura diurna era quasi finita, e presto saremmo state al sicuro tra le mura della nostra casa. Il mondo esterno poteva essere pericoloso, ma con mia madre al mio fianco, mi sentivo invincibile.
Mentre ci avvicinavamo all'ingresso della casa, mia madre si fermò improvvisamente. «Cesca, non dobbiamo andare a casa adesso,» disse con un sorriso misterioso. La guardai, confusa. «Andiamo nella tua futura casa adesso.»
La guardai con sorpresa. «Ma madre, io non ho una casa,» risposi, cercando di capire cosa intendesse. Lei rise dolcemente e disse, «Certo che ce l'hai, si trova sopra la montagna. Dobbiamo camminare un po'.»
Mi prese per mano e iniziammo a camminare in direzione opposta rispetto alla casa. Il mio cuore batteva forte per l'eccitazione e la curiosità.
«Dobbiamo passare dal pozzo per prendere l'acqua, va bene tesoro?» disse, accarezzandomi la guancia con affetto. Feci segno di sì con la testa, sentendomi importante e responsabile.
Camminammo lungo un sentiero che si snodava tra campi verdi e alberi in fiore. Il sole splendeva alto nel cielo, e l'aria era fresca e profumata. Ogni tanto, incrociavamo contadini e mercanti che ci salutavano con rispetto. Mi sentivo un po' strana, consapevole degli sguardi curiosi e rispettosi che ci seguivano.
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CESCA-La Maledizione Dell'imperatrice
RomanceAnno 168. Cesca, figlia illegittima e disprezzata dal padre, vive in un costante senso di esclusione. Alla morte di quest'ultimo, eredita il trono degli Imperi Perduti, ma il potere porta con sé una maledizione oscura. Le tensioni esplodono quando i...