Francesca
Guardai mia madre distesa sul letto. Era malata, molto malata. Avevo dieci anni e mi sentivo completamente sola, senza nessuno che potesse aiutarmi. Mi avvicinai a lei con il cuore pesante, cercando di non mostrare la mia paura.
Era pallida, le sue guance scavate e gli occhi infossati. La sua respirazione era affannosa. Mi chinai e sussurrai: «Madre, come state?»
Lei rispose debolmente, con un filo di voce: «Bene, tesoro.»
Non ero convinta. «Sicura, madre? Vi serve un medico.» Tossii leggermente, il timore per lei che mi soffocava.
Lei scosse la testa lentamente. «No, Cesca, vieni qui. Devo dirti una cosa.»
Mi sedetti accanto a lei sul letto, il materasso affondando leggermente sotto il mio peso. Le presi la mano, fredda come il ghiaccio, e la strinsi. «Cosa volete dirmi, madre?»
I suoi occhi si fissarono nei miei, pieni di un'intensità che non avevo mai visto prima. «Ascoltami bene, Esca. Il nostro mondo è pieno di oscurità, ma tu devi trovare la tua luce. Qualunque cosa accada, non dimenticare mai chi sei.»
Le sue parole mi confondevano io non ero nessuno. «Cesca,» continuò con voce tremante, «sai, un tempo ero la favorita dell'imperatore. Ci amavamo tanto.»
La guardai, sorpresa. Questa era una parte della sua vita che non conoscevo. Le sue mani tremavano leggermente mentre parlava.
«Ma un giorno rimasi incinta,» proseguì, e vidi delle lacrime scendere lungo il suo viso. «Aspettavo una splendida bambina. Eri tu, Cesca. Ma l'imperatore non era felice di questa cosa. Lo tormentava perché con una prostituta sì, ma con la sua moglie no. Mi odiò da quel momento.»
Mi sentii gelare. Era difficile immaginare mia madre, così forte e amorevole, soffrire così tanto. «Madre, non piangete,» sussurrai, cercando di confortarla.
Lei scosse la testa, come per scacciare i ricordi dolorosi. «L'imperatore non ha figli e tu sei la futura imperatrice. Devi esserlo, Cesca. Fallo per me. Devi essere una delle imperatrici migliori in assoluto. Promettilo.»
Mi sentii sopraffatta dalle sue parole. Era un compito enorme, un destino che non avevo mai immaginato per me stessa. Ma nel vedere la determinazione nei suoi occhi, sapevo che non potevo rifiutare. «Sì, madre,» dissi, con la voce che tremava. «Diventerò un'imperatrice. Lo prometto.»
Le sue labbra si curvarono in un debole sorriso e i suoi occhi si chiusero lentamente, come se la mia promessa le avesse dato pace. Continuai a stringere la sua mano, sentendo il peso del destino che mi stava passando. Sapevo che la strada sarebbe stata lunga e difficile, ma la promessa fatta a mia madre mi avrebbe guidato, come un faro nella notte più buia.
Guardai il cielo notturno ricoperto di stelle, chiedendomi se mia madre fosse diventata una di loro. Il pensiero mi diede un po' di conforto, ma il dolore della sua perdita era ancora troppo fresco.
Sentii la porta della mia stanza aprirsi e mi girai. Era Livia, vestita con una lunga tunica bianca drappeggiata, fissata alla spalla con una fibula dorata. I suoi capelli erano raccolti in un'acconciatura elaborata, intrecciati con nastri di seta rossa. I sandali di cuoio intrecciato che portava erano silenziosi mentre si avvicinava a me.
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CESCA-La Maledizione Dell'imperatrice
RomanceAnno 168. Cesca, figlia illegittima e disprezzata dal padre, vive in un costante senso di esclusione. Alla morte di quest'ultimo, eredita il trono degli Imperi Perduti, ma il potere porta con sé una maledizione oscura. Le tensioni esplodono quando i...