TANTUM MULIERIBUS

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  Francesca

Prima di andare a dormire, mia madre mi raccontava sempre una storia. Mi sedetti nel letto accanto a lei, che mi sorrise teneramente e mi coprì con il lenzuolo. Mi baciò la fronte e disse, «Devi sapere una cosa, tesoro.»

La guardai con occhi pieni di curiosità. Avevo solo dieci anni. «Cosa?» chiesi.

«C'è un'isola,» iniziò lei, "l'isola Tantum Mulieres. Significa 'solo donne'. Io provengo da quella isola.»

«Davvero?» dissi, affascinata. «E com'era?»

Mia madre sorrise, perdendosi nei ricordi. «Era bellissima. Ho un libro qui da qualche parte che racconta tutta la sua storia. Comunque, questa isola è abitata solo da donne, ma è stata vietata dall'imperatore, da quel bastardo.»

«Che cosa facevi lì?» chiesi con gli occhi spalancati.

«Ero una guerriera,» rispose con orgoglio.

Non riuscivo a contenere l'eccitazione. «Una guerriera? Come le eroine delle storie?»

«Esattamente,» rispose, accarezzandomi i capelli. «Eravamo tutte addestrate a combattere, a difendere la nostra isola e i nostri ideali. Lì, le donne erano rispettate e onorate per la loro forza e il loro coraggio.»

«Perché l'imperatore ha vietato l'isola?» chiesi, confusa.

Mia madre sospirò, il suo sorriso si affievolì. «Perché temeva il nostro potere. Temeva ciò che avremmo potuto fare se avessimo deciso di opporci a lui. Così, decise di distruggere tutto ciò che rappresentavamo

Sentii una stretta al cuore. «E cosa è successo?»

«L'isola fu attaccata,» rispose con tristezza. «Molte delle nostre sorelle furono uccise, altre catturate e fatte prigioniere. Io riuscii a scappare e venni qui, a nascondermi, sperando di poter un giorno tornare e vendicare la nostra isola.»

«Un giorno lo farai, madre,» dissi con determinazione. «Un giorno la ricostruiremo insieme.»

Mia madre mi guardò con occhi pieni di amore e speranza. «Lo spero, tesoro. Ma per ora, devi essere forte e prepararti a ciò che il futuro ti riserva. Sarai una grande leader, una vera guerriera come le donne della nostra isola.»

«Madre, ma hai conosciuto lì l'imperatore?» chiesi, la mia curiosità ancora più grande.

Lei annuì lentamente, un velo di tristezza nei suoi occhi. «Sì, piccola. Lui mi ha rapito e mi ha portato al suo palazzo.»

«Poi ti sei innamorata di lui?» chiesi, incredula.

«Sì,» rispose, un sorriso triste sulle labbra. «Mi sono innamorata di lui, nonostante tutto. Era un uomo affascinante e carismatico, e c'era qualcosa in lui che non potevo ignorare.»

«Era bello?» chiesi, cercando di immaginare quel passato.

«Sì,» disse mia madre, guardandomi con tenerezza. «Era bellissimo. Gli assomigli molto.»

Le sue parole mi riempirono di emozione. Immaginavo l'imperatore come un uomo crudele e spietato, ma ora sapevo che c'era stato un tempo in cui era stato diverso, in cui aveva conquistato il cuore di mia madre.

Il ricordo delle parole di mia madre, «gli assomigli molto,» mi dava la nausea. Era vero, assomigliavo a lui, ma sapevo di essere più bella. Risi tra me e me, pensando che forse stavo impazzendo. Marcus era partito per la guerra il giorno prima. Mi dispiaceva un po', ma solo per Livia, non per lui.

CESCA-La Maledizione Dell'imperatrice Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora