DEPARTURE

72 34 32
                                    

Francesca

Adesso lo sapevano. Tutti sapevano che ero la bastarda dell'imperatore. La verità, come una tempesta, aveva spazzato via ogni illusione. Mi trovavo sulla nave che ci stava teletrasportando verso Lemuria. Le prime navi di questo tipo erano state costruite ad Atlantide, e ora stavamo sfruttando la nostra tecnologia avanzata per viaggiare verso altri imperi.

Gli altri imperi erano molto meno sviluppati rispetto a noi. Lemuria, El Dorado e Mu erano simili tra loro, ma tutti distanti dalla grandezza di Atlantide. Mi chiedevo come sarebbero stati questi luoghi, così diversi eppure uguali nella loro arretratezza.

Mentre osservavo l'orizzonte dal ponte della nave, i miei pensieri erano tumultuosi. Il mare infinito si stendeva davanti a me, riflettendo la mia confusione interiore. La verità della mia nascita era stata rivelata, e il peso di quella rivelazione mi opprimeva. Sentivo gli occhi dei nobili su di me, il loro giudizio, la loro disapprovazione. Ero una bastarda, sì, ma ora ero anche la loro imperatrice. Dovevo essere forte, dovevo dimostrare che ero degna di questo ruolo, nonostante tutto.

Mi voltai e vidi Marcus, seduto poco distante. Il suo sguardo era fisso sul mare, ma potevo percepire la sua preoccupazione. Si era unito a noi in questo viaggio, portando con sé Diana ed Elena. Non sapevo se la sua presenza mi dava conforto o mi turbava di più. Avevamo una relazione complicata, fatta di attrazione e conflitto, ma in fondo sapevo che potevo contare su di lui.

Le vele della nave catturavano il vento, spingendoci verso il nostro destino. Mi avvicinai a Marcus e mi sedetti accanto a lui. Sentivo il bisogno di parlare, di condividere il peso che sentivo sul cuore.

«Adesso lo sanno tutti,» dissi, la mia voce appena un sussurro sopra il rumore delle onde.

Marcus annuì, senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte. «Sì, lo sanno. Ma questo non cambia il fatto che sei la nostra imperatrice.»

«Sono una bastarda, Marcus. Come posso governare se il popolo mi disprezza?»

Lui si voltò verso di me, il suo sguardo deciso. «Governando con saggezza e giustizia. Mostrando loro che non sei solo la figlia dell'imperatore, ma una leader forte e capace. Non lasciare che le loro parole ti distruggano.»

Mi appoggiai alla ringhiera del ponte, cercando conforto nella vastità del mare. «E se non ce la faccio? E se la maledizione è vera?»

Marcus mi prese la mano, stringendola con forza. «La maledizione è solo superstizione. Tu sei più forte di qualsiasi maledizione. E io sarò sempre qui per aiutarti.»

Le sue parole mi diedero un po' di conforto, ma la paura era ancora lì, nascosta sotto la superficie.

«Hai portato anche Diana ed Elena?» chiesi, cercando di mantenere la voce calma nonostante l'agitazione interiore.

Marcus annuì. «Me lo hai detto tu di portarle con me. Non ti disturberanno, non preoccuparti.»

Sospirai, guardando di nuovo il mare. La presenza di Diana ed Elena mi infastidiva, ma dovevo mantenere la calma. «Non è questo il punto. È solo che... tutto sembra così complicato ora.»

Marcus mi guardò con un'espressione comprensiva. «Lo so, Cesca. Ma non devi affrontare tutto da sola. Siamo qui per te.»

Annuì lentamente, cercando di trovare conforto nelle sue parole. «Spero solo di poter dimostrare a tutti che posso essere una buona imperatrice. Che non importa chi sono i miei genitori.»

«Non devi dimostrare niente a nessuno,»disse Marcus con fermezza. «Il tuo valore non dipende dalle opinioni degli altri. Hai il cuore e la mente di una leader. E con il tempo, anche il popolo lo vedrà.»

CESCA-La Maledizione Dell'imperatrice Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora