capitolo 8

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Mi svegliai nel bagno della discoteca, con quel ragazzo davanti agli occhi.

"Allora, ora comando io" Disse sussurrandomi all'orecchio.

Ero quasi totalmente incosciente, non capivo nulla, e lo guardai per qualche secondo cercando di capire dov'ero.

"Eddai, è solo una scopata, che ne dici?" Mi chiese prendendomi per il collo.

Finalmente realizzai e riuscì ad alzarmi.

"Leva ste mani di merda" Mi alzai di scatto in piedi per poi tirargli uno schiaffo.

"Non scherzare bambola" Mi disse ridendo.

"Non chiamarmi così pezzo di merda" Urlai prima di iniziare a fare le cose per bene.

Gli tirai qualche calcio, lo buttai per terra e gli misi una scarpa sul petto.

"Ora impari a giocare con il fuoco" Dissi mentre lui con la faccia rossa cercava di alzarsi.

"Cazzo mo che faccio?" Pensai uscendo dalla discoteca.

"Victoria!!" Vidi Jasmine.

"Uno ha cercato di violentarmi, lasciamo stare gliel'ho fatta pagare" Dissi senza farle finire di parlare continuando a correre via.

Mi trovai Daniel davanti, con una ragazza che cercava di sfilargli la camicia.

"Levati zoccola" Le tirai un pugno facendola cadere a terra, poi presi una mano a Daniel e lo portai via.

"Aspetta Vic, sali in macchina" Disse lui.

Siamo entrati in macchina e li cercai di capire la situazione.

"Cosa vuoi tu da me Daniel?" Gli chiesi.

"Io..." Cerco di parlare prima che io lo interruppi di nuovo.

"Volevi scoparti una di quelle belle ragazze forse? Se vuoi saperlo hanno cercato di farmi cose che non puoi manco immaginare quando eri con loro" Continuai col respiro affaticato.

"I-io..." Cercò di parlarmi lui.

"Non voglio sentire scuse Daniel, tu non mi vuoi, punto." Lo interruppi io.

"Volevo staccare da tutto, non l'ho detto a nessuno, sento che stiamo correndo troppo, magari non sei quella giusta." Mi rispose lui con tono più serio.

"Perchè? Non sono abbastanza bella? Sono antipatica forse? Sono troppo piccola per te? Oppure ho un carattere di merda?" Risposi io con gli occhi lucidi.

Mi guardò negli occhi.
"Hai tutti i pregi del mondo piccola, non è colpa tua, sono io che non capisco cosa mi passa per la testa in questi giorni cazzo"

"Daniel, se non mi vuoi dillo e basta, ti risparmi le cazzate." Risposi con tono serio.

"Cazzo Victoria, capiscimi, non so cosa voglio." Rispose lui quasi urlando.

Persi la pazienza e gli urlai contro:
"Daniel che cazzo vuoi da me?"

Sono uscita dalla sua macchina sbattendo la porta.

Un amor de manicomio | Daniel D'addettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora