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La notte è stata lunga e insonne. Il letto sembra più freddo e vuoto senza Christopher accanto a me, e il suo brusco allontanarsi mi ha lasciato con un senso di vuoto e confusione. Al mattino, mi alzo con la testa pesante e il cuore gonfio di emozioni contrastanti. Non posso fare a meno di chiedermi dove sia andato, con chi sia, e soprattutto, perché non sia tornato.

La gelosia si insinua silenziosamente nel mio cuore, anche se non voglio ammetterlo. È un'emozione nuova per me, una che non avevo mai provato così intensamente prima d'ora. Decido che se lui può uscire e fare quello che vuole, allora anch'io posso. Se non altro, per ricordargli cosa ha qui.

Apro l'armadio e tiro fuori il vestito più provocante che possiedo. È un abito nero, elegante e sensuale, che ispira sia eleganza che dignità. Il tessuto avvolge le mie curve perfettamente, e una volta indossato mi sento potente, sicura di me. È come una seconda pelle che mi dona una forza nuova, una determinazione di cui ho bisogno.

Decido di presentarmi al club di Christopher. So che è il suo luogo di lavoro, il centro del suo potere, e voglio mostrargli che non sono una semplice pedina nel suo gioco.

È mattino, quindi non ci sarà molta gente, ma non mi importa. Voglio solo vederlo, farlo rosicare, fargli capire cosa sta rischiando.

Quando arrivo al club, l'atmosfera è tranquilla. Le cameriere sono intente a pulire, preparandosi per la giornata. Mi guardano con curiosità, ma non dicono nulla. Mi dirigo verso l'ufficio di Christopher, il cuore che batte forte nel petto. Non so esattamente cosa dirò, ma so che devo farlo.

Apro la porta dell'ufficio senza bussare, trovandomi di fronte a una scena che non avevo previsto. Christopher è seduto alla sua scrivania, immerso nei suoi documenti, ma non è solo. Accanto a lui, una bionda super rifatta, con un vestito aderente e un atteggiamento spudoratamente provocante, sta cercando di attirare la sua attenzione.

Mi sento ribollire di rabbia e gelosia. Senza pensarci due volte, decido di marcare il territorio.

"Christopher," dico con voce decisa, entrando nella stanza. La bionda si volta verso di me, sorpresa, mentre Christopher alza lo sguardo, i suoi occhi che si allargano leggermente vedendomi lì.

"Carol," dice lentamente, la sorpresa evidente nella sua voce. "Cosa ci fai qui?"

Ignoro la bionda e mi avvicino a Christopher, posando una mano sulla sua spalla in modo possessivo. "Volevo solo vedere come stavi," rispondo dolcemente, ma il mio sguardo è fisso su di lui, trasmettendo un messaggio chiaro: è mio.

La bionda ci osserva, incerta su cosa fare. "Chi è questa?" chiede con una voce acuta, puntando un dito verso di me.

"Sono Carol," rispondo prima che Christopher possa dire qualcosa. "Sua moglie."

Christopher mi guarda, sorpreso, ma non mi corregge. Invece, fa un leggero cenno con la testa. "Carol, questo non è il momento," dice con calma, ma posso vedere una scintilla di qualcosa nei suoi occhi. Forse è fastidio, forse è qualcos'altro.

"Non mi sembra un problema," dico con un sorriso freddo, stringendo leggermente la sua spalla. "Stavo solo passando per un saluto. Non ci vorrà molto."

La bionda si alza in piedi, chiaramente infastidita. "Non ho tempo per questi giochetti," dice con arroganza. "Christopher, chiamami quando sarai libero." E con queste parole, esce dall'ufficio, sbattendo la porta dietro di sé.

Una volta sola con Christopher, lascio andare la sua spalla e mi siedo sulla sedia di fronte alla sua scrivania. "Così," dico, incrociando le braccia. "È così che passi il tuo tempo?"

Lui mi guarda per un lungo momento, poi scuote la testa. "Carol, cosa stai cercando di fare?"

"Voglio solo sapere perché non sei tornato a casa ieri sera," rispondo, cercando di mantenere la voce ferma. "Mi hai lasciato lì senza una spiegazione."

"Ho avuto del lavoro da fare," dice lui, ma posso vedere che non è tutta la verità. "E non avevo intenzione di discutere ulteriormente con te. Era meglio prenderci una pausa."

"Una pausa?" esclamo. "Una pausa da cosa? Da me? Da noi?"

"Carol, sai benissimo che le cose non sono facili in questo momento," dice lui, la voce che si fa più dolce. "Sto cercando di proteggerti, e questo significa prendere decisioni difficili. Ma non ho mai detto che non ti voglio con me."

Lo guardo negli occhi, cercando di capire se dice la verità. "E quella bionda? Chi era?"

"Una collega," risponde con un sospiro. "Niente di più. Stava cercando di ottenere dei favori, ma non ha importanza."

La sua spiegazione non mi soddisfa del tutto, ma decido di lasciar perdere per ora. "Bene," dico, alzandomi. "Se è così, allora voglio restare qui con te oggi. Non voglio tornare in quella casa da sola."

Christopher mi guarda per un momento, poi annuisce lentamente. "Va bene, Carol. Puoi restare. Ma promettimi che non farai scenate come questa di nuovo."

"Sarà difficile," rispondo con un mezzo sorriso. "Ma ci proverò."

Passiamo la giornata insieme, io seduta nell'angolo del suo ufficio, osservandolo lavorare. Ogni tanto alza lo sguardo e mi sorride, e per passare il tempo mi metto a leggere un libro che ho trovato in uno degli scaffali del suo ufficio.

La tensione tra noi si attenua lentamente, e mi accorgo che, nonostante tutto, mi piace stare qui, vicina a lui. È una sensazione strana, considerato quanto ci siamo scontrati recentemente, ma c'è qualcosa di rassicurante nella sua presenza.
Nel pomeriggio, Christopher riceve diverse visite di clienti e collaboratori. Ogni volta che qualcuno entra, mi guardano con curiosità, ma nessuno osa fare domande. Capiscono tutti chi sono e perché sono lì. Il rispetto e la deferenza che mostrano a Christopher mi fanno capire ancora di più quanto sia potente nel suo mondo, e questo mi fa sentire un misto di orgoglio e preoccupazione.

Verso sera, quando l'ufficio inizia a svuotarsi, Christopher si avvicina a me e mi tende una mano. "Vieni," dice dolcemente. "Andiamo a cena."
Lo seguo fuori dal club e ci dirigiamo verso un ristorante elegante. Durante la cena, parliamo di tutto e di niente, evitando accuratamente gli argomenti più spinosi. È un momento di tregua, un'opportunità per riconnetterci senza il peso delle nostre preoccupazioni.
Mentre mangiamo, mi accorgo di quanto mi sia mancato questo tipo di intimità.
Nonostante le nostre differenze e i nostri scontri, c'è un legame tra noi che è difficile da ignorare. Forse è l'abitudine, forse è qualcosa di più profondo, ma sento che vale la pena lottare per questo.

Dopo cena, torniamo a casa. La tensione della giornata sembra dissolversi, e per la prima volta da giorni, mi sento tranquilla.

𝖘𝖈𝖆𝖗𝖘 - 𝖒𝖆𝖋𝖎𝖆 𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖈𝖊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora