10.Un Patto-PRIMA PARTE🌘

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Thump

Thump.

"Signorina Hart". Mi rivolse un cenno del capo. "Sei in ritardo". Eccolo li, lo stronzo. Si voltò e tornò nella sua camera, lasciandomi li alla porta, il mio cuore che minacciava di esplodere.

Lo seguii nel soggiorno della suite, dai mobili lussuosi e una vista magnifica oltre la finestra che dava sul balcone.

Faceva freddo, ma sentivo ogni parte del corpo scottare e sudare.

"Siediti".

Sedetti, riluttante, posata giusto sul bordo della sedia. Il signor Campbell prese posto su di un'altra sedia e si stiracchiò con calma insolente.

Accavallo le gambe, il suo sguardo mi metteva a disagio e le sue dita, che si muovevano piano sulla sua coscia, mi facevano rivoltare lo stomaco.

Non sapevo che cosa mi fossi aspettata prima di arrivare Iì.

Diamine, erano le tre del mattino!

Di norma, se il mio capo avesse provato a chiamarmi a quell'ora, sarei stata felice di ignorarlo, non importa il motivo della chiamata.

Il mio capo, però, era Mason Campbell.

Non si dice di no a Mason Campbell. Non se si desidera vivere una vita lunga e felice.

L'uomo si alzò e si diresse al mini-bar presente nella stanza.

Osservai la sua schiena larga e possente e mi resi conto in quel momento che ero da sola in una stanza d'hotel con l'uomo più potente d'Inghilterra.

"Bevi, signorina Hart?"

Prese una bottiglia e ne versò il contenuto in un calice di cristallo.

"No", dissi, a bocca asciutta, Sarei stata lieta di bere, ma avevo la strana sensazione che si

trattasse di una specie di test.

Se avessi fallito non avrei mai più rivisto il sole sorgere.

Lui sedette di nuovo e i suoi occhi argentei mi fissarono. Aveva il bicchiere tra le dita ma non bevve.
"Perché pensi che ti abbia assunta, signorina Hart?"

Cercai di trovare una buona ragione.

Non era di certo perché avevo le qualifiche giuste per il lavoro.

Non ero una modella come tutti in quell'azienda.

Perché quell'uomo, che avrebbe potuto avere chiunque, aveva scelto di assumere me?

Stavo impazzendo sotto lo sguardo penetrante dei suoi freddi occhi d'acciaio.

Come poteva starsene Il seduto, così calmo e rilassato, mentre io ero nervosissima?

"Io... non lo so, Signore". Non volevo dire stronzate con la mia risposta.

Mason Campbell avrebbe captato qualsiasi bugia.

Ma essere sincera non mi aiuto.

Quello era un uomo abituato a essere il migliore. Era cosi potente che nessuno si sarebbe sognato di farlo arrabbiare.

Ciò significava che era abituato anche a circondarsi di persone intelligenti.

Non sapevo se Mason odiasse di più i bugiardi o gli stupidi.

"Perché mi ha assunta, signore?"

Lui mise da parte la sua bevanda, immacolata, e si chinò in avanti, appoggiando i gomiti alle ginocchia.

Cercai di ignorare i bicipiti pompati che uscivano fuori dalla sua maglia bianca

Cercai di non guardare il punto in cui era sbottonata, lo sprazzo sul suo petto muscoloso.

"Ho una proposta per te, signorina Hart", disse, ignorando la mia domanda. "Non puoi rifiutare".

La mia testa mi urlava di scappare Ogni allarme nella mia mente impazzi.

Quando Mason Campbell voleva stringere un patto, potevi starne certo, si sarebbe preso tutto e ti avrebbe lasciato sul ciglio della strada senza un soldo.

Se volevi vedere il giorno successivo dovevi soltanto sorridere e ringraziare.

"Ch-che tipo di proposta?"

Aggrottò la fronte, i suoi occhi bruciavano.

Dovetti ripetermi di respirare.

"Sposami", disse.
La mia mente esplose, sicura di aver sentito male

Non poteva avermi chiesto di sposarlo.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo da Mason. La sua postura era del tutto rilassata.

Ma i suoi occhi mi incatenavano a lui, un freddo scintillio di razionalità in quello sguardo argenteo.

Cercai di capire dove fossero le telecamere nascoste, perché doveva essere per forza lo scherzo di un qualche reality show.

Sposami. Il signor Campbell non avrebbe mai perso tempo con una cosa del genere.

Sposami. E di certo non avrebbe detto niente che non pensava davvero.

Sposami

Sposami

Quelle parole mi fischiavano nelle orecchie. Piano mi appoggiai alla sedia, sentendomi stordita.

Lui mi fissava senza batter ciglio. Del tutto rilassato.

Non riuscivo proprio a capire.

"Molto divertente, Signore", dissi. "Dove sono le telecamere?"

La sua espressione si fece più cupa, uno scintillio nei suoi occhi

"Davvero credi che perderei tempo con quel genere di intrattenimento? lo non scherzo mai, signorina Hart". Si chinò sulla sua sedia, quasi come se tutto fosse già deciso. "Sposami".

Ero infastidita

Lo guardai, li, seduto. Sembrava sul punto di ordinare del cibo in un ristorante! Come se avesse letto tutto il menù e fosse pronto a essere servito e riverito su piatti d'argento! Infastidita, saltai in piedi e mi diressi alla porta.

"Non ho idea di quale sia questo tuo nuovo gioco, ma non voglio farne parte". Quasi corsi, cercando di scappare.

Mi sentivo come in un film horror

Fui bloccata a metà strada

Le sue dita si chiusero sul mio braccio e lui mi fece voltare per guardarlo

Alzai lo sguardo e sobbalzai quando sentii la schiena sbattere alla porta.

I suoi occhi si fecero gelidi.

Il mio corpo bruciava.Muscoli possenti premuti contro di me, dita che mi accarezzavano la pelle.

"Non sono un uomo che prende alla leggera questo tipo di cose, signorina Hart".

Volevo voltarmi e scappare, ma i suoi occhi mi tenevano inchiodata sul mio posto, c quelle braccia possenti.

Uno sguardo d'argento fisso su di me.

"Sposami", disse, con tono autoritario. "Diventerai mia moglie".

Mason Her WayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora