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Fino alle otto di mattina, io e Ashton rimanemmo sul tetto a parlare del più e del meno. Mi chiese se mi andava di rimanere da lui per il resto della giornata e io annuii sorridendo.

Mi prese per mano e scendemmo le scale fino ad arrivare a piano terra. Sentivamo dei rumori in cucina e, infatti, quando entrammo vidi sua madre, vestita con abiti eleganti e non più in pigiama, intenta a mangiare uova e pancetta e suo padre, seduto su una sedia mentre leggeva il giornale e sorseggiava un cappuccino.

Si rese conto di noi due e piegò il giornale. Guardò prima me, da cima a fondo. Mi sentivo in completo imbarazzo e anche a disagio. Ashton mi strinse ancora di più la mano. Poi guardò il ragazzo accanto a me. Lo guardò un po' male vedendolo in boxer e me con addosso una maglia di suo figlio.

Ashton non se ne preoccupò più di tanto e mi fece accomodare a tavola. Io mi sedetti, ringraziando Ashton per i suoi modi gentili. C'era una donna ai fornelli che stava cucinando.

-Buongiorno.- dissi io timida per rompere quel silenzio che era pieno di tensione.

-Giorno.- disse suo padre. -Fletcher, non me la presenti?- si rivolse al riccio accanto a me. Stavo quasi per scoppiare a ridere quando lo chiamò con quel nome ma mi ricomposi subito.

-Si chiama Madison, è un'amica. L'ho invitata a dormire da me.- disse tranquillo.

-Piacere, Madison. Io sono Ethan. Il padre di Ashton da quello che avrai sicuramente capito.- mi sorrise.

-Piacere mio, signo- mi bloccò, anche lui, dicendomi che potevo dargli del tu.
-Piacere mio, Ethan.- sorrisi.

Anche la mamma di Ashton ci augurò il buongiorno e poi ci venne servita la colazione dalla domestica che scoprii chiamarsi Rose. Il fatto è che saremmo dovuti essere a scuola e i suoi genitori non ne erano minimamente preoccupati. Evidentemente, erano abituati a trovare il figlio girare per casa anche alle undici di mattina.

-Non abbiamo mai visto Ashton a giro per casa alle otto di mattina.- ridacchiò sua mamma guardandoci con sguardo tenero e sorseggiando il suo espresso, quasi come se mi avesse letto nel pensiero.
-Solitamente, si mette a dormire dopo aver visto l'alba e non si sveglia fino alle due. Ultimamente, va volentieri a scuola.-

Io guardai Ashton. Le sue guance avevano assunto un colore tipo sul rosa-rosso. Mi sorrise imbarazzato e io non potei trattenermi dal sorridere ancora di più. Quello che aveva detto la sera prima non mi importava più così tanto in quel momento. Ero felice con Ashton in quel momento.

Finimmo di fare colazione e Ashton avvisò sua mamma che avremmo usato la piscina e che io avrei dovuto usare uno dei suoi costumi. Lei acconsentì sorridendo.
Forse era felice che Ashton avesse trovato un'amica come me. Ecco quello che eravamo. Amici. Semplici amici. Che si scambiano qualche bacio..

Ashton mi portò di nuovo in camera sua e mi disse di aspettare. Mentre aspettavo che tornasse, mi alzai e iniziai a guardare qualche foto che Ashton teneva sulla scrivania. C'era lui da piccolo. Era tenerissimo. Aveva i capelli molto più lunghi e due guanciotte paffutelle. Sorrisi guardando la faccia buffa che aveva fatto in una foto.

-Eccomi.- disse facendomi sobbalzare per lo spavento.

Mi voltai e vidi che teneva un paio di costumi in mano. Li poggiò sul letto. Erano entrambi costumi a due pezzi. Uno era semplice e nero. Mentre l'altro era di un rosa fluorescente. Erano molto belli entrambi ma scelsi di andare sul classico e prendere quello nero.

Andai in bagno e mi cambiai. Non chiusi nemmeno la porta a chiave perché prima di entrare gli avevo detto ad Ashton che se avesse provato a varcare la soglia della porta, gli avrei tirato un calcio nelle palle.

Beside You ❅ ashton irwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora