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Mancavano solo dieci minuti alle sette e mezzo e i miei genitori sarebbero venuti a prendermi.

Non potevo che sentirmi frustata e in gabbia dal momento che sarebbe stata una serata molto lunga e pesante. Non potevo certo aspettarmi qualcosa di tranquillo.

Mamma mi aveva detto che dovevo vestirmi abbastanza elegante perché il ristorante era stato prenotato dai genitori di Ashton, ed era parecchio lussuoso. Ero venuta a sapere il nome e lo avevo cercato su Internet.

L' "elegante" a cui pensavo io, non era nulla per il ristorante in cui dovevamo andare ma non m'importava. Ero sempre stata una persona molto semplice e sempre attenta a quello che potesse piacere a me.

Decisi di indossare un abito lungo blu notte con la stoffa al petto aderente e con una gonna più leggera che si allargava. Ai piedi, indossai un paio di tacchi neri, molto semplici. I capelli li piastrai e li lasciai sciolti sulle mie spalle. Feci una linea di eye-liner nero su entrambe le palpebre e misi un rossetto color porpora.

Provai qualche sorriso finto davanti allo specchio per rendermi credibile ma tutti mi venivano parecchio forzati. Alla fine, lasciai perdere e presi una borsa dove ci infilai il telefono, le chiavi di casa, trucchi in caso di un ritocco molto veloce, fazzoletti e il portafoglio.
Avevo progettato una bella serata in un bar dopo la cena con i signori Irwin e quella troia di Janie.

Alle sette e mezzo precise, sentii bussare alla porta di casa mia.
Scesi le scale e aprii la porta senza guardare dallo spioncino.

Davanti mi trovai un Ashton in smoking nero. I capelli recentemente tagliati erano leggermente scompigliati ma proprio per il suo stile.
Le sue mani erano nelle tasche dei pantaloni neri che gli fasciavano le gambe perfettamente.
Vidi i suoi occhi verdi percorrere tutto il mio corpo e poi soffermarsi sul mio viso, evidentemente sorpreso.

Mi ricomposi in fretta.
«Che ci fai qua?» chiesi.

«I miei genitori si sono messi d'accordo con i tuoi che ti portiamo noi. Mia mamma ha detto che i tuoi genitori sono vicini al ristorante e che non c'era bisogno che facessero il giro lungo e bla bla bla.» disse lui.

«Capisco.» dissi in maniera fredda.

Uscii di casa scansandolo e chiusi la porta a chiave. Mi diressi verso il pick-up nero davanti al vialetto e presi posto nei sedili posteriori.

«Buona sera.» dissi fingendo uno dei miei migliori sorrisi.
Dopo di me, entrò Ashton.

«Sei davvero molto bella, cara.» mi sorrise Katie.

«Concordo.» disse Ethan.

«Grazie.» sorrisi.

Guardai per un nano secondo Ashton come se mi aspettassi un complimento da parte sua ma mi maledii mentalmente per quello che avevo potuto pensare.

Mi voltai verso il finestrino e iniziai a guardare Sydney. Sentivo lo sguardo di Ashton puntato sul mio corpo e sul mio profilo.

Il viaggio non fu silenzioso dal momento che la radio passava canzoni su canzoni e i genitori di Ashton parlavano di affari e roba che non capivo.

In quel momento, realizzai che dopo l'Università mi sarei dovuta trovare un lavoro. Probabilmente, a New York perché avrei fatto l'Università là.

Arrivammo dopo circa quaranta minuti al ristorante. Quaranta minuti di puro strazio. Quaranta minuti passati accanto ad Ashton ma senza poterlo toccare o guardare.

Uscii dalla macchina e fui felice di vedere i miei genitori davanti all'ingresso. Andai incontro a loro e li abbracciai tutti come se non li vedessi da una vita.

Beside You ❅ ashton irwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora