Capitolo 19

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L'uscita andò bene, ci divertimmo, ma arrivò il momento.

22:49, segnava l'orologio.

<<È ora.>>

Lui mi prese la mano, riscaldandola, e andammo verso casa.

Arrivati ancora non era successo nulla.

<<Ciao mamma, noi andiamo un attimo di là.>>

Andammo verso il piano di sopra, restammo sulle scale, se fosse successo qualcosa, noi eravamo lì.

La porta si spalancò e fece un rumore assurdo.

Spaventata con le lacrime agli occhi, abbracciai Aaron.

<<C- cosa? No. No, non farmi male , ti prego!>>

Aaron mi guardò confuso e mi fece cenno di alzarmi e andare.

Allora mi feci coraggio e andammo.

Un uomo, una pistola.

Click.

Solo quello.

Avevo la bocca spalancata, e le lacrime agli occhi.

Andai al corpo di mia madre, sanguinante a terra.

<<Mamma! Ti prego, apri gli occhi, resta qui, ti ricordi? Mi avresti aiutata con Victor, mamma aprì gli occhi! Mamma..?>>

<<Non...Non ce la farò tesoro...>>

Lei, era morta?

Alzai lo sguardo sull'uomo, e realizzai che era l'assassino di mio zio.

Tutti i ricordi di quel giorno mi tornarono in mente. Mio zio steso a terra, il pavimento insanguinato, la pistola.

Mi venne un attacco di panico, scappai in bagno in preda alla paura.

Sbirciai e notai che Aaron prese la pistola e gliela puntò contro, lui scappò a gambe levate.

Aaron si affrettò a correre da me, completamente impanicata, con il fiatone.

<<Margaret, tranquillizzati, abbiamo tutto sotto controllo, non so cosa dirti, sono scioccato anche io, era una brava donna tua madre, non se lo meritava.>>

Arrivò la rabbia.

<<Dovrò farla pagare a papà, tutta colpa sua.>>

<<Lo faremo insieme.>>

Andammo fuori, Aaron chiamò la polizia, io l'ambulanza, ed arrivarono insieme.

L'ambulanza portò via mamma, la polizia si prese tutte le informazioni, avevamo anche il suo nome, quindi lo avrebbero preso senza problemi.

Parlò Aaron.

Io ero la persona più sfortunata sulla terra.

Tutto da schifo, perchè? Perchè?

L'unica persona che mi era rimasta.

Nemmeno lei, che vita orribile.

Potevo sperare solo nel ritorno di Victor.

Mia madre, lei non c'era più.

Strinsi la collana che mi regalò, mi promisi che non l'avrei mai tolta.

Mai, mai mamma, non la toglierò mai, solo per te.

La polizia se ne andò e Aaron corse da me, seduta sul divano, traumatizzata dalla scena.

<<So che sarai distrutta, ma sono qui, ci sono, ci sono per te, puoi fare quello che vuoi al mio fianco. So che non sarà facile dimenticarla, ma lei sarà sempre qui.>> Disse indicando il posto affianco al mio. <<Lei sarà sempre accanto a te.>>

<<Aaron.>>

Stava per rispondere, quando gli misi le mani dietro al collo e gli lasciai un bacio.

Margaret, sei un mostro, lo avevi promesso a Victor.

Quando ci separammo lui mi guardò incredulo.

<<E Victor?>>

<<Non posso stare da sola per anni, finchè non torna lui. Mi sento uno schifo dentro, ma adesso sei quello di cui ho bisogno.>>

<<Ti amo Margaret.>>

Non riuscivo a dire un anche io, mi sentivo realmente un mostro.

Decidemmo di andare a dormire, anche se ebbi poche ore di sonno per le mie solite paranoie.

Ma avevo un'altra persona qui con me, se ne sarebbe andato anche lui?

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