"Paul. Si chiamava Paul". La donna ripete più volte il nome tra sé e sé fino a che non perde di significato. Kate si è appena seduta accanto a lei. Non le ha ancora detto che lei lo ha visto morire da diversi metri di distanza, né di quanto la cosa l'abbia lasciata del tutto indifferente.
"Mi dispiace, cara"
Non è vero.
"Come ti chiami?"
"Jennifer"
"Jennifer, conoscevi quell'uomo?"
"No, non bene"
"E allora perché piangi così?" Kate le appoggia una mano sulla spalla, con il braccio la stringe a sé perché lei non la veda in faccia.
"Paul mi ha raccontato delle cose. Non sono sicura che siano vere ovviamente ma potremmo fare un tentativo."
"Che genere di cose"
Jennifer sfrega con la forchetta sul fondo del piatto, producendo un rumore fastidioso. "Negli ultimi giorni si è convinto di essere stato un sicario in una vita precedente"
Kate la libera dall'abbraccio e scoppia a ridere. "E' ridicolo, nessuno di noi sa cosa ci sia accaduto prima"
Jennifer resta in silenzio.
"Lui si?"
"Non esattamente"
"Spiegati senza giri di parole, grazie"
"Io ho dei ricordi"
Adesso Jennifer ha la sua piena attenzione.
"Che genere di ricordi?"
Jennifer abbassa la voce "Della vita che conducevo prima di...di questo posto"
Kate inarca un sopracciglio.
Le può credere?
"Vai avanti"
"Vedo dei frammenti della vecchia me...un'orrenda parte di me"
"Che facevi?"
Jennifer sospira. Non le va di dirglielo. Sta per rifiutarsi, giustificandosi dicendo che si tratta di informazioni troppo riservate per essere rilevate a chiunque capiti a tiro.
Quella donna continua a fissarla con un sorriso sbilenco e con ogni probabilità aveva solo l'intenzione di essere incoraggiante.
E' come lei, nella stessa situazione.
"Truffavo le persone"
"Come?"
"Beh" Jennifer si lascia andare contro lo schienale della panchina. Apre la bocca per dire qualcosa ma poi la richiude.
"Mi prostituivo e poi rubavo documenti, cartelle, file a pezzi grossi di aziende altrettanto grosse."
Kate studia il suo viso. Se quello che racconta è vero devono essere passati anni perché il viso inizia a essere quello di una donna un po' troppo matura per sostenere quel genere di vita.
Eppure le linee degli zigomi e del naso sono sublimi, la mascella definita senza essere troppo accentuata. Si domanda se sia rifatta.
"Documenti di che tipo?"
"Contabili. Schemi, progetti, progetti di mercato e cose del genere. Diventavo la loro ragazza per un periodo e poi loro li lasciavo."
"E queste cose...le hai viste"
"Si. Sembrano spezzoni di film che mi attraversano la mente."
"Quando hai iniziato a vederli?"
Jennifer ci pensa. "Ieri mattina"
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Sliver
Mystery / ThrillerLa ragazza si sveglia in una casa che non le appartiene. Ricorda solo il suo nome, Alex. Come lei altre ventisei persone sono nella stessa situazione. Sconosciuti, forse pazzi o maniaci o entrambe le cose. Non può fidarsi di nessuno tranne che di sé...