Capitolo 5

43 9 4
                                    


Kate conficca il coltello nella carne. Quando squarcia il pezzo esce un po' di sangue ma a lei non fa impressione questo genere di cose e continua a tagliare come se nulla fosse.

Con la punta della lama si fa strada in mezzo alla cartilagine e al grasso da allevamento che la bestia ha accumulato in vita. Spinge in basso il manico per fare forza sull'osso all'interno. Con una smorfia riesce a staccarlo dai filamenti di tessuto che lo avvolgevano e lo estrae tirando l'estremità con le dita.

Getta gli scarti nel cestino e inizia a scaloppare la carne a fette regolari, le aromatizza con le erbe che trova nella dispensa e la chiude in frigo in attesa della cottura.

Le mani sono così sporche che sembra abbia appena compiuto un omicidio, i capelli talmente scompigliati da darle un'aria da manicomio. Ride della sua stessa immagine riflessa nello specchio sulla parete del corridoio.

La struttura dispone anche una sorta di lunga sala da pranzo da usare in caso di pioggia.

Kate decide sul momento che avrebbero sempre mangiato all'aperto, immersi nella natura.

Si è divertita a creare quelle composizioni floreali da mettere sui tavoli il giorno prima. Le hanno ricordato un matrimonio. Forse il suo, o magari qualcun altro.

Chissà se è una donna sposata.

Storce il naso.

Il matrimonio non è roba per lei. Le piace cucinare, decorare e creare con le sue mani ma non è fatta per stare al centro dell'attenzione un giorno intero. Il suo posto è lì, dietro al bancone della cucina.

Prende la farina e inizia a modellare con le mani la fontanella, poi aggiunge l'acqua e inizia a impastare.

"Ciao"

"Hei"

Margot fa capolino con la testa all'interno della cucina. Ha il viso riposato e le occhiate del giorno prima sono andate via quasi completamente.

"Posso aiutarti?"

Kate è sul punto di mandarla via. La ragazza è brava a eseguire i suoi ordini a macchinetta ma oggi ha voglia di essere lei stessa a sporcarsi le mani e a lavorare sodo.

"Vieni" dice invece. La compagnia non avrebbe guastato.

Margot si lava le mani e si mette subito all'opera accanto a lei. Oggi le lunghe trecce sono raccolte in due chignon che la fanno assomigliare alla principessa Leila.

"Forse eri una cuoca nella tua vecchia vita"

E' la prima frase non inerente alla preparazione dei pasti che Kate le sente dire.

Margot non è una di molte parole, ma in compenso è una gran lavoratrice. Tiene la testa china mentre affetta le verdure, come se temesse che qualcuno potesse leggere la sua espressione e capire a cosa stesse pensando.

"Non lo escludo"

Kate prende il matterello dal mobile alla sua sinistra. Ha già memorizzato la posizione di tutti gli utensili lì dentro.

"Magari è proprio per questo che ti hanno inserito qui"

"Chi?"

"Loro" Accenna con il mento verso il soffitto. "O chiunque ci abbia catapultato in questo posto"

"Tu come la vedi?"

Margot si morde il labbro prima di rispondere. "Io penso che qualcuno abbia tirato i fili dall'alto. Forse siamo tutti malati di mente per essere rinchiusi qui, cavie che devono essere studiate. Oppure tu sei un frutto della mia immaginazione e quando mi sveglierò resterai solo un ricordo."

SliverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora