Capitolo 4

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Mike appoggia il vassoio accanto a lei. Mangiano in silenzio, lo sguardo di lui incentrato su un punto in mezzo agli alberi.

"Non hai paura?" Alex addenta una generosa forchettata.

"In realtà no"

"Io sì"

"Lo so" Mike si pulisce la bocca.

"Come puoi non avere paura?" Alex fissa i suoi occhi in quelli del ragazzo.

Lui finge di riflettere ma in realtà conosce già la risposta.

"Pensa: siamo in un posto bellissimo. Una piccola cittadina perfetta. Ci danno da mangiare, da bere e nessuno si fa male. Devi pensare razionalmente"

Prende un sorso d'acqua.

"Io sono razionale"

"Sei andata nel bosco. Questo non è razionale da parte tua"

"Cercavo una via d'uscita"

"Non devi" Mike scuote la testa per sottolineare il suo punto di vista. "Non hai nessun motivo per farlo"

"Non ho nessun motivo per restare qui"

Mike contorce il viso in una smorfia di disapprovazione.

"E' qui che sbagli: tu non riesce semplicemente a cogliere quelli che sono i lati positivi della situazione"

Alex sbuffa.

"Mi prendi in giro?"
"Non oserei mai" La sua espressione è impenetrabile.

"Devi solo accettare quello che non puoi cambiare. E' tanto quello che ci è stato offerto e noi - presumo - non abbiamo fatto niente per meritarlo."

"Ma noi non siamo liberi" obietta Alex

"Come fai a dirlo?"

Alex accenna al boschetto. Gli alberi fitti proseguono a perdita d'occhio, confondendosi in una indistinta macchia verde scuro.

"Ho avuto una cattiva sensazione là dentro. Ho avuto paura"

Mike la guarda con fare condiscendente, come se avesse molta più esperienza di lei.

"Non credo che dovresti tornarci"

"Da qualche parte dovrò pur iniziare, o no?"

Mike scuote la testa. "Fai come vuoi"          

                                                                                             ***

Kate appoggia la tessera sul lettore che si trova sotto la maniglia della porta. E' quasi lusingata di sapere che la sua tessera apre l'edificio principale. Con una spinta la apre e varca la soglia.

La donna si guarda intorno.

Un bancone bianco occupa tutta la parete, file di pentole sono appese ai vari ganci e spuntano dai ripiani.

La donna cammina tra i macchinari, studiandoli. Una voglia antica si fa strada in lei a partire da dentro.

Apre il frigo. I ripiani traboccano di cibo sufficiente a sfamare una famiglia per una settimana.

Kate entra nella stanza adiacente. Un nastro trasportatore domina tutta la stanza dove avrebbe dovuto trovarsi un tavolo o un piano di lavoro. Una fila di vassoi accanto alla macchina aspettava solo di essere riempita.

Kate prova ad accenderla ma non si muove nulla. Esce dall'edificio e inserisce la propria tessera all'interno della fessura mentre con la mano si protegge il viso dal sole.

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