Capitolo 12

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Margot si mette a sedere all'improvviso.

Non capisce dove si trova. La fantasia azzurra a nuvolette bianche le è nuova se non fosse...

"Toy story"

"Cosa?" Jennifer aggrotta le sopracciglia.

"Quella è la tappezzeria di Toy story, il film. L'ho visto da piccola. Credo, almeno. Non ne sono più tanto sicura"

Jennifer sorride. "Hai recuperato qualche ricordo allora"

Margot fa spallucce. Per un momento il ricordo è sparito completamente dalla sua mente.

L'immagine dei suoi stessi occhi che la fissano senza vederla davvero si scolpisce nella sua mente. Un brivido freddo le attraversa la schiena.

"Ho detto qualcosa durante la visione?"

Jennifer annuisce piano. "Ti ho condotto io lì sotto. E' questo che ti ha indotto a immaginare l'ascensore che ti ha portata nei meandri della tua mente"

Margot preme i palmi contro le tempie. Non vuole crederci "Per cui quello che ho visto non era reale"

Jennifer si sporge con il busto verso di lei. La pelle del viso è tirata a causa dello stress e un brufolo le è spuntato vicino al sopracciglio.

"L'ascensore è stato solo uno stratagemma per farti rilassare, ma tu hai fatto il resto. Tu mi hai raccontato quello che hai visto e sempre tu hai avuto il coraggio di addentrarti nella casa."

Le appoggia una mano sul braccio. Margot resta immobile.

"Non hai paura di me?"

Jennifer scuote la testa. "Mi sembri più sconvolta che minacciosa in questo momento, per cui no, non ho paura di te"

Rigira la penna tra le dita senza guardarla. 

"Lo dirai in giro?"

Jennifer stringe la presa sulla sua pelle. "No, te lo prometto."

                                                                                    ***

Mike la guarda negli occhi. L'espressione giocosa sul suo viso si è fatta seria, la bocca tirata in una linea sottile. Si sposta un po' indietro sul letto per tirare su le gambe e incrociarle sotto di sé.

"Vuoi sederti?" Indica la parte di materasso che non è occupata dal suo corpo.

"Voglio un tuo parere. Adesso" Margot si accomoda vicino a lui. Ha l'aria afflitta, stanca. Le borse sotto gli occhi tendono al viola, le linee di espressione sembrano più profonde del solito.

Forse è solo un'impressione di Mike.

"Non so cosa dirti. Non è quello che mi aspettavo."

Lei gli scaglia addosso un cuscino con tutta la forza di cui dispone. "Tu mi hai detto che io sono come te. Che siamo malvagi e...e tutte le tue stronzate."

Mike le blocca il polso. "E' vero. Questa è la conferma"

"Ma quale conferma?" La donna si libera con uno strattone. I segni delle unghie di Mike. "Sono una fottuta assassina cannibale, Mike"

"Calmati" Mike alza la voce.

"No, non mi calmo. Ho mangiato una persona. Una fottutissima persona!"

Mike si passa una mano tra i capelli. "Non capisco perché tu stia stia agitando tanto"

Margot spalanca gli occhi. "Dimmi che stai scherzando"

Mike le afferra le spalle. "Guardami" Lei obbedisce. Le sue iridi sono così intense che non riesce a reggere lo sguardo.

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