Capitolo 8

16 6 0
                                    

Benjamin si butta nel fiume di peso. L'impatto con l'acqua gelata lo paralizza per un momento, i capelli corti gli si appiccicano alla testa in maniera fastidiosa. Spunta l'eccesso dalla bocca e prosegue a lunghe bracciate. Con le braccia si dimena per restare a galla e tirare una boccata d'aria, dimenando le gambe sotto di sé.

E' troppo vecchio e grasso per potersi permettere queste cose. Ride tra sé. Si immerge con la testa e apre gli occhi sotto il pelo dell'acqua. Distingue solo i colori, forme sempre più vaghe. Qualcosa gli passa vicino alla gamba. Pesci. Ce ne sono diversi, di tutte le forme. Non sono pericolosi. Si domanda chi li abbia messi lì. Quel corso d'acqua è artificiale, ne è sicuro.

In ogni caso non gli piacciono. E' stata una cattiva idea. Pessima. Risale facendo leva sulle scanalature della sponda del fiume. E' sceso dove la roccia creava una sorta di scaletta naturale che permetteva di arrivare agevolmente all'acqua. Un altro pesce gli passa davanti. Cerca di afferrarlo con le mani ma è troppo lento. Fa un nuovo tentativo.

Non hanno paura, riflette.

Beati loro. Lui si che ha paura. Non dei pesci, ovviamente. Ha paura che il cibo inizi a scarseggiare, che le cose si facciano pericolose nel piccolo villaggio. Un altro gli passa davanti. Questo è più grosso. Si fionda sull'animale con entrambe le mani ma questo si dimena e sguscia via, troppo veloce per lui. Avrebbe dovuto allevarli. In lontananza Kate sta già facendo rosolare qualcosa in pentola.

Cipolla, carne, qualche erbetta. Un bel profumino.

Kate...bella donna si ritrova a riflettere. Bionda, occhi chiari. La pelle intorno agli occhi però è già troppo raggrinzita per i suoi gusti. E' sulla quarantina, ma li porta bene. Il fisico è ancora asciutto, lineare. Se cucinava già prima di venire lì è un bel risultato. Le cuoche sono sempre in carne. Anche lui lo è, ma per un maschio è diverso. Loro ne hanno il diritto, è la donna a dover essere scolpita per soddisfarli.

Preso!

Questo va dritto in padella.

                                                                                              ***

"Davvero? Non sono sicura di sapere come farlo" Kate prende il pesce per la coda. L'uomo che ha davanti ha i denti ingialliti e una pancia sporgente che mette in tiro la canottiera bianca da muratore che mette in evidenza i capezzoli.

"Grazie comunque" dice schifata.

Avrebbe potuto fare del sushi.

Benjamin le volta le spalle.

Che schifo.

Ha sentito il suo sguardo trapassare il suo corpo ai raggi X. Non ci fa caso. Il grembiule da lavoro copre tutto quello che deve coprire. Anche troppo. Inizia a farla caldo. Lo slaccia e lo lascia appoggiato allo schienale della sedia del tavolo della sala pranzo. Il pesce la fissa dal tagliere su cui lo ha abbandonato. Si muove ancora.

In alcuni ristoranti in giappone lo servono così, quando ancora ha spasmi post mortem tanto la merce arriva fresca dal fornitore. Si domanda a che prezzo lo vendano.

Taglia la testa e la butta nel cestino, ignorando il tanfo che piano piano si allarga a tutto l'ambiente circostante.

                                                                                   ***

Andy tira un pugno a un cuscino.

Cazzo.

Si è comportato da stupido.

Non fa niente, non le serve il suo aiuto. Sa badare a sé stesso. Infila le scarpe e tira giù la botola che da sul tetto. Sale la scaletta percolante che viene giù dal soffitto. La afferra con entrambe le mani e si issa su fino a che non incontra la luce solare che gli bacia i capelli.

SliverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora