Elias
La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista.
Bernardo Bertolucci
Ogni serata per me era come uno sfogo alternativo: turno serale al locale e finito questo, incontro di boxe clandestino.
Se qualcuno si fosse chiesto se mi divertivo a scopare, la risposta era no.
Ebbi le mie esperienze durante le scuole medie e il liceo, avevo capito cosa mi piaceva e cosa no, come lo volevo e come no, e nonostante erano molte le donne che mi si buttavano ai piedi per una misera scopata, io le rifiutavo.
Non ero uno che aspettava il matrimonio, ma a trentun anni ormai compiuti mi sentivo anche troppo cresciuto per delle relazioni a breve termine come quelle di oggi.
A proposito di scuola, riuscii a completare gli studi e a diplomarmi con il quinto liceo soltanto grazie alla madre di Aaron che si prese cura di me da quando avevo dieci anni.
Una sera, però, abbandonò me e Aaron.
La trovammo sul pavimento, senza vita, e i dottori dissero che fu stato un infarto.
Da diciottenne, la custodia legale di Aaron andò a me, ma non lo avevo mai considerato un bambino, nonostante i cinque anni di differenza.
Era sempre stato il mio unico amico.
E supponevo che sarebbe sempre stato l'unico, considerando che se la gente mi rivolgeva la parola era solo per ordinare dell'alcol o per sputarmi delle minacce durante gli incontri.
La seconda motivazione mi compiaceva molto, a dire la verità.
Vedere la gente che non mi sopportava ingoiare il groppo alla gola dato dalla mia vittoria mi dava una soddisfazione enorme.
Sospirai, salendo in sella alla moto, e mi diressi verso il locale, seguito da Aaron.
Avevo dimenticato di menzionare il fatto che mi pagavano per quegli incontri. Ma lo facevo da prima che iniziassero a pagarmi.
Passare per le strade deserte di Washington mi dava una strana sensazione.
Osservavo quelle case immense di Downtown e mi rendevo conto che non tutti erano come me, come Aaron o come quei poveri ragazzini che vivevano nei bassifondi.
Vivere in quella merda mi insegnò ad essere diffidente, e mi servì in molti casi, con qualunque tipo di persona.
Ma mi insegnò anche che quelle persone ci guardavano dall'alto, con superiorità, descrivendoci come feccia, soltanto perché più fortunati di noi.
Se dovevano chiamarmi feccia, dovevano farlo perché ero un sadico e godevo del dolore altrui, non perché nato povero da due individui indecenti.
Ancora mi chiedevo, dopo ventidue anni dalla loro scomparsa, dove fossero e se stessero soffrendo.
Avrei voluto ucciderli con le mie stesse mani.
Non sapevo dove fossero, cosa stessero facendo, ma in fondo sapevo che senza di me se la stessero cavando meglio.
Distrattamente guidai fino al locale, così parcheggiai sul retro ed entrai, salutando un ragazzo di almeno dieci anni più giovane che aveva appena concluso il suo turno.
Aaron prese posto accanto a me dietro il bancone e iniziammo a parlottare, mentre aspettavamo che il locale si riempisse.
«Hai smesso con quella roba?» Chiesi.
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Different Worlds, Same Love - Contro ogni limite
RomanceSloane Flores si è appena laureata alla Columbia University con i migliori voti, era la migliore del suo corso di scrittura ed è amante della lettura sin da piccola. La sua famiglia è considerata una delle più umili e ricche di Washington, con una c...