7. Gratitudine.

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Sloane

Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati dallo straordinario. 

Paulo Coelho

«Chi era il tizio che ti ha portata a casa ieri notte?» Mi svegliai di soprassalto, trovandomi Simon seduto all'angolo del letto con le braccia conserte e gli occhi ridotti a due fessure.

Ero ancora confusa rispetto a ciò che era accaduto il giorno prima, tanto che non ricordavo neanche come ero finita nel mio letto.

Mi tirai su a sedere e non mi sorpresi nell'essere ancora vestita con un abito verde e brillantini sulle gambe.

«Chi?» Gli domandai, confusa tanto quanto lui.

«Ieri sera sei uscita con Eva e ti eri dimenticata di darmi le spiegazioni che mi dovevi, quindi sono rimasto sveglio per fare la spia. Però quando sei tornata eri tra le braccia di un tizio dalla faccia poco simpatica che ti ha messa a letto. Ho origliato e ti sei fatta cantare una ninna nanna da lui. Pretendo spiegazioni su questo insieme a quelle che già mi dovevi.»

Un tizio dalla faccia poco simpatica? Ninna nanna?

Guardandomi intorno, cercai di ricordare più cose possibili della serata passata e saltai a delle conclusioni.

Ero andata in un locale con la mia migliore amica e avevo bevuto neanche io ricordavo quanti margarita.

Di vista incontrai Elias, che sembrava essersi rabbuiato dopo aver saputo della mia presenza, ma poi mentre io ero distratta un coglione mi aveva drogato il drink ed Elias era intervenuto.

Da lì non ricordavo molto oltre il calore delle sue braccia e il suo profumo di menta e fumo, mischiato al mio, alla fragola.

«Assomigliava al cameriere del Kingbird, in effetti.» Aggiunse mio fratello, come se la cosa non fosse già ovvia.

«Vedi, Simon... Le due cose sono collegate, non so come spiegarti.» Tentai di dirgli, guardandolo ancora assonnata, in cerca delle parole giuste.

«Provaci.» Sorrise, passandomi il bicchiere d'acqua che aveva in mano che, prima di quel momento, non avevo neanche notato.

Feci un sorso e iniziai a parlare.

«Ecco... Il portale si è aperto davvero, è capace di collegare due universi paralleli dove, per esempio, io e te siamo fantasia mentre i personaggi dei libri sono reali. Mi segui?» 

Probabilmente mi avrebbero presa per matta se avessi parlato di questa cosa in giro.

Lui annuì ed io proseguii.

«Elias Walker, come sai, è il personaggio maschile del mio libro preferito. Lui, insieme al suo migliore amico, ha attraversato il portale senza volerlo. Quello che tu credi un semplice cameriere di un ristorante al centro o il tizio che mi ha portata a casa è in realtà un uomo che, in questo universo, non esiste. O meglio, non esisteva, ora... È qui.»

Accettare questa cosa fu stato difficile anche per me, anche se non mi spiegavo perché lui mi odiasse così tanto.

Non gli avevo fatto nulla di male, eppure mi guardava come l'essere più spregevole che avesse mai visto.

Simon mi vide persa, infatti iniziò a schioccare le dita davanti al mio viso cercando di attirare la mia attenzione.

«Che succede?» La sua espressione si fece leggermente più preoccupata di prima.

«Nulla, è tutto okay. Che ne dici di andare al parco oggi?» Deviai il discorso e lo puntai altrove, regalandogli un sorriso dolce.

«Si, mi farebbe piacere... Ma c'è un ma.» E ti pareva.

Different Worlds, Same Love - Contro ogni limiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora