14. Una rosa bianca.

1 1 0
                                    

Sloane

Le rose bianche sono le mie preferite, forse da sempre, forse da ora.

Sloane Flores

Rimasi a fissarlo, sull'ultimo scalino, con un'espressione impassibile.

Non mi sarei mai aspettata di vedere lui, soprattutto con una rosa bianca in mano, dopo le nostre ultime conversazioni.

L'ultima fu proprio un litigio nella mia cucina, perché non lo vidi più, se non al ristorante, ma non spiccicammo parola. 

Neanche mi guardò in faccia, e fece male.

Fece male perché lui mi odiava e io mi ostinavo a farlo, perché lui non mi era indifferente come avrebbe dovuto.

Rintanarmi nell'odio era l'unica soluzione in una situazione del genere.

In fondo, io ero reale, lui no. O così era nel mio universo.

«Che ci fai qui?» Mi rivolsi a lui una volta accertata che i miei avessero cambiato stanza e ci avessero lasciato il salotto.

«Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato con te.» Non gli credevo.

Uno come lui non si sarebbe mai scusato così, quindi o mi stava prendendo per il culo e stava registrando a mia insaputa tutta la conversazione, o Aaron lo aveva minacciato così da poter stare con la mia migliore amica senza che mi sentissi a disagio.

In effetti la seconda opzione era abbastanza plausibile, e Aaron era abbastanza premuroso per fare una cosa del genere.

«Cosa ti fa pensare che ti possa perdonare?» Scesi l'ultimo gradino in marmo bianco e mi avvicinai al divano in salotto, sedendomi a uno dei due lati, alle estremità, per evitare ogni tipo di contatto troppo ravvicinato.

«Non pretendo che mi perdoni, ma che tu possa almeno accettare la mia presenza nella tua vita, considerando che Aaron ed Eva si stanno avvicinando sempre di più. E sappiamo entrambi come andrà a finire.» Avevo indovinato, lo stava facendo per il suo migliore amico.

«Potrei farlo, ma a delle condizioni.» Non ci sarei andata affatto leggera con lui.

Con un gesto della mano, mi invitò a continuare.

«Non dovremo fare scenate dinanzi a nessuno. Io e te ci tolleriamo e basta, ciò significa che ci vedremo solo se necessario. Non devi fare il leccaculo e non dovrai mai, e dico mai, tentare di portarmi a letto. Se mi verrà altro in mente te lo dirò. Ci siamo chiariti?»

Scoppiò a ridere e mi resi conto di non averlo mai sentito ridere da quando lo conoscevo, forse era troppo impegnato a tenermi sempre il broncio.

«Credi davvero che verrei a letto con te, Sloane? Sei fuori strada.» Mi derise con il suo sorriso sfacciato e dovetti sforzarmi per non guardarlo o se ne sarebbe accorto.

«Non lo so, Elias, non saresti l'unico. In ogni caso, meglio che sia un no che un sì, almeno la regola è più semplice da rispettare.»

«Perché? Se il mio fosse stato un sì avresti avuto difficoltà a resistere alla tentazione?»

«Dio, no! Assolutamente no!»

Il bastardo scoppiò a ridere di nuovo, ma questa volta non fu una risata di scherno, ma una di pancia, segno che fosse davvero divertito dalla situazione.

Mi lasciai scappare anch'io una risata, approfittando del piccolo momento di leggerezza fra noi due, cercando di rimandare l'inevitabile.

«Elias, ho scoperto una cosa.» Il mio tono si incupì non appena pronunciai quella frase, colma di ansia e paura.

Different Worlds, Same Love - Contro ogni limiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora