(34) la replica

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Quindici giorni prima della partenza.
"Puoi rimanere qui quanto vuoi"
"Mi piacerebbe tanto, ma non ti ho detto una cosa"
"Eh? Che devi dirmi?"
"Tra due settimane starò all'estero per un po' di tempo, devo viaggiare tra Venezia, Torino, Parigi, Berlino, Los Angeles, Washington DC..."
"Cosa? Quanto tempo?"
"Non lo so, sicuramente un paio di mesi, molto probabilmente circa un anno..."

Kei guarda T/n con un'espressione innervosita. "Un anno?"
"Sì"
"E io?"
"E tu cosa?"
"Cosa dovrei pensare?"
La ragazza spalanca gli occhi. "Non lo so, cosa dovresti pensare?" Gli chiede in tono minaccioso.
Tsukishima sbuffa, non vuole che finisca come l'altra volta. "Nulla, lascia stare, vai a Milano o dove ti pare"
"No, non finirà così la discussione, Kei. Dimmi cosa c'è che non va e ti conviene farlo in fretta."
"Cosa c'è che non va? Me lo chiedi davvero? Tu pensi che non ci sia nulla di strano nel lasciare Sendai per quasi un anno intero?" Esclama Kei arrabbiato. La sua ira stava prendendo il sopravvento, come lo aveva fatto la sua gelosia al liceo. Doveva calmarsi o avrebbe ricominciato dal punto di partenza, sarebbe rimasto alla casella iniziale del gioco dell'oca.
"È il mio lavoro, non posso farci molto..."
"Cosa mi fa essere sicuro che tu non te ne vada per sempre dal Giappone? Cosa mi fa pensare che tu non ti dimentichi di me durante il tuo viaggetto in giro per il mondo? Cosa può assicurarmi che tu non trovi qualcuno che è meglio per te?" Continua ad alta voce.
"Oh mio Dio vuoi ancora fare come in prima superiore? Sono passati sei cazzo di anni, devi fidarti di me" urla anche T/n, sul punto di piangere.
"Mi dovrei fidare sapendo che tu sarai via per un anno intero? Ma riesci ad ascoltarti, T/n? Dov'è andata a finire quella promessa di non arrenderti con la nostra relazione? Allora è vero che-" Kei si ferma subito, stava per ridire quella frase alla ragazza a causa della sua rabbia.
Lei lo guarda con un'espressione di puro disprezzo. Il buio nella stanza rende difficile vedere.
"È vero cosa, Kei?" Domanda, con voce tremante. Un fiume di lacrime sta per scorrere lungo le sue guance, ma lei cerca di trattenerle.
Tsukishima spalanca gli occhi, T/n aveva capito cosa stava per dire. Lui abbassa la testa, ma appena lo fa, un singhiozzo rumoroso rompe quel silenzio ricolmo di tensione tra i due.
Kei alza subito il capo, per vedere gli occhi lucidi della ragazza, assieme alla sua espressione arrabbiata e triste.
Stava lentamente iniziando a pensare che lui era uno dei tanti, uno di quelli che l'aveva abbandonata, e lui lo stava facendo una seconda volta.
Il ragazzo spalanca gli occhi, incredulo di aver fatto piangere la piccoletta. Perché doveva fare così, lui stesso? Perché doveva sempre rovinare tutto? Perché la rabbia e la gelosia dovevano sempre prendere il sopravvento?
Tsukishima si avvicina a lei, per poi avvolgerla in uno strettissimo abbraccio; la sua testa va a poggiarsi sulla spalla sinistra di T/n, che non ricambia il gesto.
"Mi dispiace... tantissimo."
"Levati, Kei"
"No. No non lo farò." Singhiozza lui, mentre viene pervaso dal senso di colpa, cosa che lo fa piangere come un bambino piccolo che ha perso la mamma al supermercato. "Mi dispiace tantissimo, mi sono fatto trasportare dalla notizia così improvvisa. Non voglio perderti di nuovo, come al liceo. E dire stavo ripetendo quello che avevo fatto, nonostante non volessi ritrovare quel vuoto dentro di me che si era creato dopo la tua decisione. Tutto questo è stato per colpa mia: tu che non mi hai parlato per sei anni, averti fatto piangere non una ma ben due volte. E ora sto rovinando tutto di nuovo, sto replicando ciò che ti ho detto. Mi dispiace tantissimo, T/n. Sono una testa di cazzo e non migliorerò mai, come nella pallavolo e di conseguenza nella mia vita"
"Non dire questa cosa." Lo ferma la ragazza. "Tu sei migliorato"
Kei lascia T/n da quella stretta. I due si siedono sul divano.
Lei gli prende delicatamente il viso con entrambe le mani, lo guarda bene negli occhi e, senza dire nulla, lo abbraccia forte, poggiando il mento sulla sua spalla destra.
Sospira mentre Tsukishima singhiozza il più silenziosamente possibile, coprendosi il viso con le mani.
"Sei migliorato nel mostrare affetto per me, sei migliorato nell'ammettere che avevi sbagliato, sei migliorato nel mettere tutto il tuo impegno nelle piccole cose che hai organizzato per stare in mia compagnia anche solo qualche minuto. Tu sei migliorato, Kei. Non volevo scombussolarti così tanto, so che sono stata improvvisa e mi dispiace. Non piangere, perché migliorerai anche nel gestire le tue emozioni che ti hanno protetto, ma anche allontanato, da tutti gli altri; ne sono sicura."
T/n riposa lo sguardo sugli occhi ambrati del ragazzo biondo. Con i pollici gli asciuga le lacrime, per poi posargli un bacio sulla fronte.
"Mi dispiace tantissimo..." ribadisce Kei bisbigliando.
"Smettila di scusarti, che non ti ho interrotto mentre me lo dicevi per le prime due o tre volte..." gli sorride serenamente accarezzandogli la guancia destra. "Che dici? Torniamo a dormire? Dopo tutto è ancora presto per alzarsi..."
"Sì, sì andiamo dormire"

Durante quelle ultime quattro ore di sonno, T/n ha il viso rivolto verso il petto di Kei, il quale ha le braccia attorno alla schiena della ragazza. Questo era per confortare il biondino. Lei si sentiva in colpa per averlo preso così alla sprovvista e voleva rimediare in qualche modo.

La mattina dopo, T/n sta per andarsene; ma prima di uscire da casa di Tsukishima, lo abbraccia forte e gli dà un veloce bacio a stampo sulle labbra.
"Senti... queste due settimane che precedono il mio viaggio non ho assolutamente nulla da fare. Ti va se ci vediamo ogni giorno?"
Kei sorride ampiamente, sorpreso da quella notizia. "Sì, certo che sì, adorerei passare queste due settimane con te prima che tu vada via"
"Bene, ci vediamo domani allora. Poi dopodomani... tra due giorni... tra tre giorni, vabbè hai capito" ridacchia lei.
"Sì, a domani." Sorride il biondino felicemente.

Desk mates -Tsukishima Kei x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora