(25) per un amico in più

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"Hey" risponde T/n al saluto del suo ragazzo. Lo guarda per un attimo.
Quel biondino la sta squadrando in un modo che non aveva mai fatto. I suoi occhi non emanavano nulla, forse una nota di rabbia.
"Stai bene?" Gli domanda.
"Sì, perché mi stai fissando?"
"Ti vedo un po' strano"
"Volevo solo un po' di tempo da solo ma ci sei tu" borbotta lui poggiando la schiena alla parete. La ragazza gli si mette davanti.
"È solo questo? O devi dirmi altro?"
Kei non risponde.
T/n inizia a preoccuparsi. Si guarda in giro con aria nervosa.
"Non voglio intromettermi, ma se ti senti giù di morale, frustrato, ansioso... mi preoccupo per te e voglio sapere cos'hai e, bè, potresti sempre trovare conforto sfogandoti con me."
Tsukishima sbuffa.
"No, vai da quell'asociale del Nekoma" sbotta lui guardando altrove.
La ragazza spalanca gli occhi. Ecco per cos'era tutta quella freddezza.
Tuttavia, non sa se provocarlo o parlarne seriamente, sembrava che la sua gelosia avesse preso il sopravvento.
"Ma dai, sei davvero geloso di lui?" Chiede con tono di voce preoccupato.
"Ma me lo chiedi pure?" Ride Kei istericamente "Ti ho sentita chiamarlo per nome letteralmente lo stesso giorno che ci hai fatto "amicizia". Per non parlare di come gli hai sorriso qualche minuto fa. Sei davvero innamorata di lui, T/n."

T/n spalanca gli occhi.
"Ma che cagate dici" borbotta guardandolo fisso.
"Andiamo, non fare la finta tonta. Perché vorresti avere un altro amico? Hai già Yamaguchi e Nishinoya. Takeda aveva detto di farti due nuovi amici, non tre."
"Vuoi fare la stessa scenata che hai fatto per Nishinoya? Ti pensavo più intelligente, sai già cosa intendo dirti" è incredibile come la ragazza rimanga calma mentre pronuncia parola per parola.
"Sai, anch'io ti pensavo più intelligente. Non che te lo debba ricordare, però pensavo credessi davvero a quello che diceva tuo nonno-" Tsukishima viene interrotto da T/n
"Non contraddirmi su mio nonno"
"Cos'hai? Hai paura di aver realizzato che, effettivamente, a quello che diceva non ci credi?"

Tutto lo sforzo per farsi un amico in più, solo per poi essere disprezzata dal suo stesso ragazzo.
Per un amico in più.
A T/n inizia a tremare il labbro inferiore, i suoi occhi si riempiono di lacrime.

"Lo sapevo che eri come tutti. Dite di tutto ma sono tutte bugie." Continua Tsukishima.
"Io non mento"
"Questo è quello che pensi tu"
Kei stacca la schiena dalla parete e inizia ad andarsene, lasciando la ragazza lì in piedi, sul punto di piangere.
"Volevo solo un amico in più" bisbiglia a testa bassa, coi pugni stretti.

Quello che T/n temeva di più si stava avverando: il suo ragazzo la stava abbandonando, come suo papà, come sua madre, come suo fratello, come tutti.
Sono tutti uguali, prestano attenzione a te ma poi se ne fregano.

"Ti ho portato nel mio posto speciale" continua la ragazza sussurrando.
Kei sembra fermarsi per un secondo. Ci stava ripensando?
No, fa come tutti avevano fatto con lei fino ad ora: se ne va.
Perché si era fidata? Perché aveva lasciato entrare qualcuno nel suo cuore? La sua fiducia per Tsukishima inizia a svanire più velocemente di quanto lei si potesse aspettare.
T/n fa entrare una grande boccata d'aria nella sua gola. Espira dalla bocca, non solo il suo respiro è tremante, tutto il suo corpo sta tremando.
Con una mano si sposta i capelli davanti alla faccia, mentre, col dorso dell'altra, asciuga la punta del naso gocciolante. 
Continuando a tremare, si siede, con la schiena appoggiata al muro.
La ragazza singhiozza rumorosamente, non perché Tsukishima era arrabbiato con lei, ma perché lo aveva lasciato essere una persona così importante per lei, quasi troppo velocemente.
Anche se si sentiva dentro che lui era quel ragazzo dal cuore d'oro, al momento era uno dei tanti, una di quelle spregevoli persone che le avevano girato le spalle.
T/n si copre le orecchie, cercando di ignorare la piccola vocina che le ripeteva le stesse domande: perché ti sei addolcita? Hai visto che è successo quando l'hai fatto? Dovevi aspettartelo, davvero pensavi che lui fosse diverso?
I suoi respiri si fanno pesanti, un fiume di lacrime scende fino al suo collo, bagnando il bordo della sua T-shirt.

"T/n"
Quella voce interrompe l'emicrania di pensieri che la ragazza stava subendo.
"Sorellina" continua.
Una figura le si accuccia davanti, lei sa già chi è.
"Ha fatto come mamma e papà, mi ha voltato le spalle."
"Di che stai parlando?"
"Ha parlato del nonno come se fosse nulla di che."
"Ma intendi..."
"Io volevo solo un amico in più, volevo davvero avere un amico in più"
Tobio spalanca gli occhi, ha capito di chi sta parlando la sua gemella. L'ira gli fluiva nelle vene, avrebbe fatto meglio a sedersi vicino a lei e poggiarle una mano sulla spalla, ma si alza per andare a menare lo spilungone.
"Non fare cazzate" esclama T/n, la sua voce è del tutto alterata dal pianto. È irriconoscibile. "È colpa mia. Non avrei dovuto lasciarlo andare così in fondo"
"In fondo dove?" Domanda il fratello.
"In fondo nel mio cuore. È come tutti, dovevo saperlo, non è colpa sua. Lascialo stare"
Tobio sospira, la voglia di prendere a sberle Tsukishima è tanta, ma sua sorella, la vittima delle bravate del biondo, glielo proibiva.
"Gli parlerò e basta. Lavati il viso e bevi un po' d'acqua, vai dal professor Takeda che ti aiuta a calmarti."
Dopo questa frase, il gemello cammina spedito per trovare Kei, setaccia tutti i dormitori.

Eccolo, lì che guarda il nulla con la schiena appoggiata a una parete.
Tobio gli si mette davanti.
"Mia sorella non si tiene in piedi dalle lacrime per colpa tua, sei orgoglioso eh?"
"Cosa?" Tsukishima chiede sarcasticamente.
"Senti, non posso prenderti a schiaffi perché T/n è fin troppo buona con te. Però voglio che tu sappia una cosa. Puoi dirle tutto quello che vuoi su di lei, su di me, sui nostri genitori..." la voce del fratello diventa più cupa e minacciosa "...ma non ti permettere mai più a parlare di nostro nonno a T/n in qualunque merdoso modo tu abbia fatto. Non hai neanche idea di quanto lui era importante per lei e per me, quello che mia sorella ti ha detto su di lui è vero parola per parola."
Kei rimane zitto. Ancora non si rendeva conto della grandezza del buco che aveva creato nel cuore di T/n.
"Sai Tsukishima, mia sorella dice che è colpa sua. Non per averti fatto arrabbiare, ma per averti fatto entrare nel suo cuore, vicino a nostro nonno o cose così... vedere una delle persone di cui mi preoccupo di più essere distrutta da un gradasso come te mi fa venire una voglia di urlarti in faccia mentre ti prendo a calci in culo. Il fatto che, dopo qualunque cosa tu le abbia detto, lei non ti dia la colpa mi disgusta di quanto tu possa ridurre una persona a questo punto. T/n voleva solo un amico in più, e si era davvero impegnata per ricordarsi il nome di qualcuno."
Man mano che Tsukishima sente uscire quelle parole dalla bocca di Kageyama, inizia a sentire un enorme senso di colpa che cresce ogni millesimo di secondo, realizza quanto avesse sbagliato a portare Kazuyo Kageyama nella sua scenata, quanto avesse sbagliato a supporre che lei stessa si stesse contraddicendo, quanto avesse sbagliato a confonderla tra tutti.
"La prossima volta pensaci due volte prima di ridurre T/n in uno straccio fradicio di lacrime."
E con questa frase, Tobio se ne va, per tornare da sua sorella, che molto probabilmente era andata a cercare il professor Takeda o qualcuno che potesse calmarla.

Per un amico in più.
Kei aveva causato tutto questo solo perché T/n voleva un amico in più.
Doveva scusarsi, a tutti i costi.

Desk mates -Tsukishima Kei x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora