POV TETE
Tutta l'arena urla il mio nome, l'inno di mameli rimbomba tra queste mura e il tricolore italiano si fa largo tra le altre due bandiere. Appena salgo sul primo gradino del podio le gambe mi iniziano a tremare e sento le lacrime fare capolino dai miei occhi. All'improvviso però vedo tutte le persone scomparire, magicamente divento l'unico in tutta la piscina e mi sento solo per l'ennesima volta.
Mi sveglio di soprassalto. Non so se essere felice o triste che tutto ciò era solo un sogno, è stato orribile ritrovarmi da solo, ma avevo comunque realizzato l'obiettivo di una vita e non sono così sicuro che ciò avverrà mai nella realtà. Metto da parte questi pensieri e mi rialzo dal letto fatto di cartone, un po' indolenzito a causa della posizione scomoda in cui ho dormito. Noto subito che Thomas e Gregorio non sono più in stanza, ma non mi preoccupo particolarmente dato che mi avevano già detto che alle 16 sarebbero andati a fare un giro per Parigi. Faccio immediatamente mente locale e mi ricordo che alle 16:15 ho allenamento, guardo il telefono e mi accorgo che tra 5 minuti dovrei essere in acqua. L'ansia mi assale e inizio a prepararmi velocemente, come ho potuto dimenticarmi dell'ultimo allenamento prima dell'inizio delle olimpiadi? Proprio il giorno prima della cerimonia d'apertura!Dopo pochissimo tempo mi ritrovo fuori dalla piscina in cui mi dovrò allenare, aspettando l'arrivo del coach che, a quanto pare, oggi è più in ritardo di me.
Dopo qualche minuto, vedo arrivare Marco che ci mette un attimo a raggiungermi.
"Ciao Tete, scusa per il ritardo, nel frattempo però potevi almeno entrare" mi dice.
"Ho preferito aspettarti" gli rispondo con fare ironico.
"Sisi, smettila di fare il cretino e non perdere altro tempo. Dopodomani ci sono le batterie dei 100 rana, devi essere concentrato già da adesso"
"Tranquillo Marco, sono un ragazzone, non mi vedi? Ho tutto sotto controllo, ti renderò fiero" gli rispondo ridacchiando.
Dopo aver terminato di parlare mi rimetto in sesto e raggiungo lo spogliatoio, dove poso il borsone e metto la cuffia e gli occhialini.
Quando faccio il mio ingresso in piscina, rimango sorpreso nel vedere qualcun altro in vasca, pensavo che tutti gli altri azzurri si fossero allenati questa mattina ma a quanto pare mi sbagliavo.
Inizialmente non riconosco chi è, ma dopo poco mi rendo conto che si tratta della giovane promessa della rana femminile: Benedetta Pilato. Tutti ne parlano come se fosse una dea e sinceramente non dovrei dire nulla dato che non l'ho mai vista nuotare, ma sapere che ha avuto una squalifica per gambata irregolare alle olimpiadi di tre anni fa mi basta per capire che tutto ciò che ho sentito su di lei non è del tutto vero e che viene spesso sopravvalutata. Dopo un po', la vedo prepararsi sul blocco di partenza e approfitto della disattenzione di Marco per fermarmi e guardarla nuotare. Dalle parole del suo coach capisco che sta provando i 100 metri rana, la mia stessa gara, e mi preparo a vedere il peggio. Tuttavia mi sorprende, devo dire che è proprio brava, ha una tecnica particolare, la definirei molto precisa.
Capisco di essermi sbagliato, forse non è sopravvalutata come credevo, sembra cavarsela decisamente bene. Quando tocca il muretto, sento il suo allenatore comunicarle il tempo, che si aggira intorno a 1 minuto e 6 secondi. Decido di complimentarmi con lei, così mi avvicino per batterle il cinque e le dico: "Complimenti, sei stata brava, penso che io e te potremmo rendere felici i fan ranisti a queste olimpiadi"
"Speriamo di sì" mi risponde la Pilato ridacchiando.
La nostra breve conversazione termina lì dato che lei, subito dopo, raggiunge lo spogliatoio poiché ha finito l'allenamento. Io resto ancora in vasca per un po', finché non si fa anche per me l'ora di ritornare al villaggio olimpico. Al mio rientro in stanza, i miei amici mi attendono con delle carte in mano e del cibo poggiato sulla scrivania.
"Ragazzi perché abbiamo il cibo qua e non andiamo a mangiare al ristorante del villaggio?" domando.
"Nicolò non fare il sofisticato, sai benissimo che quel cibo è una merda, non preferisci una bella bistecca proteica?" risponde Thomas Ceccon, indicando la carne che c'è nel piatto.
"Thomas ha ragione, per prenderti questa bistecca abbiamo speso 18€, qua le cose sono carissime!!!" esclama Paltrinieri.
"Greg sei sempre il solito tirchio" dico sorridendo, per poi sedermi e mangiare. Passa circa mezz'ora e Greg e Thommy hanno cominciato a giocare a briscola, ma io decido di andare a dormire e così, ignorando le risate dei miei compagni di stanza, mi addormento, ripensando al bizzarro incontro di oggi all'allenamento e immaginando come sarà la fatidica cerimonia di apertura di domani.Mi sveglio sentendo il telefono squillare, è mia mamma.
"Mamma sono le 6:45, che succede?"
"No nulla Nico, volevo dirti che è nato il figlio di zia Tina, adesso c'è un'altra persona a tifare per te! Non puoi deluderci" mi dice mia mamma.
"Cavolo siii sono contentissimo, fai gli auguri agli zii da parte mia, adesso vado a prepararmi per l'allenamento, ti chiamo più tardi" rispondo.
"A dopo amore, ci vediamo domani appena atterreremo a Parigi".
Subito dopo vado in bagno, metto il costume e corro ad allenarmi, seguito da Thomas che oggi mi farà compagnia.
Alle 12 torniamo al villaggio, non sono troppo stanco dato che il mio coach ha deciso di non appesantirmi troppo in vista della batteria dei 100 rana maschili di domani. Sono davvero molto emozionato, oggi iniziano le olimpiadi e domani gareggerò per la prima volta nella defanse arena, sento una carica indescrivibile scorrere nelle mie vene.
In poco tempo si fa sera e, ormai tutto pronto, raggiungiamo la Senna per la cerimonia di apertura. Appena prima dell'inizio della cerimonia, incontro Gianmarco Tamberi, uno degli sportivi italiani che stimo di più e con cui ho avuto la fortuna di costruire un rapporto amichevole.
"Ciao Tete, da quanto tempo, non ti ho proprio visto al villaggio olimpico" mi dice con entusiasmo.
"Wee Gimbo, tutto bene? Che mi racconti? Sei emozionato di essere il portabandiera dell'Italia oggi?" gli domando sorridendo.
"Un sacco, sono proprio contento, non è una cosa da tutti i giorni, tu piuttosto sei carico per domani?"
"Sono molto carico, ma anche spaventato, purtroppo potrebbe accadere di tutto" gli rispondo.
Lui sorride e poi prende parola: "É normale essere un po' spaventato, sarebbe strano che non lo fossi, ma non lasciare che la paura prenda il sopravvento su di te, solo così potrai dare davvero il tuo massimo".
Ci abbracciamo per poi salutarci, dato che tra poco più di 5 minuti inizierà la cerimonia e non potrei essere più felice di così.
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PIÙ DI UN SOGNO || Nicolò Martinenghi
RomanceLe ragazze della nazionale italiana di nuoto sono determinate e hanno lavorato molto per ottenere i risultati da loro tanto sperati. Tra queste, una delle più amate e su cui ogni italiano conta è la giovane Benedetta Pilato, emergente ranista che vu...