POV TETE
Questa mattina mi sono svegliato tardissimo e ho temuto di non arrivare in tempo alla defanse per vedere la gara di Benny. Invece, fortunatamente, ci ho messo davvero poco e sono arrivato giusto in tempo. Appena mi accomodo sugli spalti la vedo entrare sul piano vasca e mi rattristo quando mi rendo conto che è spaventata a morte, glielo si legge in faccia. Ai primi fischi si avvicina al blocco di partenza e poco prima di salire si volta verso di me, così decido di incoraggiarla mimando con le labbra un trionfante "spacca a tutti", che lei comprende dato che cambia immediatamente espressione e fa un gran sorriso che dietro nasconde tanta grinta e carica. Al via si lancia in acqua con una forza incredibile, la sua nuotata è elegante e precisa ma allo stesso tempo anche veloce e scattante, mi incanto a guardare ogni bracciata che fa. D'improvviso mi alzo e comincio a incoraggiarla urlando, so bene che lei non può sentirmi ma mi viene completamente spontaneo. Al tocco arriva terza nella sua batteria, fa un buon tempo nonostante non sia tra i migliori della sua vita, ma sono certo che sia contentissima dato che sta ridendo come una bambina, inoltre queste olimpiadi per lei hanno già preso una piega molto più bella rispetto a quelle di Tokyo, tre anni fa.
Al termine di tutte le batterie dei 100 rana femminili scopro con gioia che, come pensavo, Benny si è qualificata e con lei anche Lisa Angiolini. Greg mi sta raccontando di quando vinse l'oro a Rio 2016, quando Benedetta mi corre incontro dopo aver terminato le interviste in zona mista.
"Sei stata bravissima" le dico abbracciandola.
"Grazie"
"Hai una tecnica da invidiare" continuo, facendola sorridere.
"Potevi anche dirmelo che non ti interessava quello che ti stavo raccontando" mi dice Paltrinieri ridacchiando.
Comincio a ridere anche io per poi prendere parola dicendo:
"Mi interessa moltissimo, ma magari potresti raccontarmelo un altro giorno"
"Era per darti carica per stasera" mi risponde.
Improvvisamente mi torna in mente che stasera ci sarà la finale più importante della mia vita e mi irrigidisco tra le braccia di Benedetta, che a quanto pare se ne accorge dato che prende ad accarezzarmi i capelli, come per tranquillizzarmi.
Tuttavia non ci riesce, il timore si prende gioco di me e attraversa tutto il mio corpo, facendomi dimenticare che stasera il mio obbiettivo è fare la gara della vita.
Nel frattempo ci accorgiamo che sono terminate anche le batterie dei 100 dorso maschili e scopriamo che Thomas si è qualificato per la semifinale, anche se era praticamente ovvio. Ceccon si avvicina a noi e gli batto il cinque facendogli i complimenti, seguito da Benny e Greg.
"Guardalo com'è fiero l'italiano del nuoto più promettente del momento" dice Greg.
"Occhio che mi offendo" dico io con tono scherzoso, facendo ridere gli altri tre. Al di fuori di tutto, sono molto felice del rapporto che si è creato con Thomas e Paltrinieri, penso che siamo un bel trio, ci completiamo a vicenda per via dei nostri caratteri particolari.
Greg è il capitano della squadra ma è anche un leader per natura, penso sia nato proprio per aiutare e incoraggiare le altre persone, dando anche il giusto peso a se stesso. Thomas invece ha la determinazione necessaria per vincere e proprio questa gli permette di battere i suoi avversari, lui infatti non ha paura di nessuno e arriva in vasca con tranquillità, senza farsi prendere dall'ansia. Di me invece dicono che sono solare e che nelle mie prestazioni rappresento l'equilibrio perfetto tra mente e cuore, ma credo di essere così anche nella vita di tutti i giorni. L'arrivo del pullman alla defanse Arena mi riscuote dai miei pensieri, così saliamo a bordo per tornare verso il villaggio olimpico, dato che l'ora di pranzo si fa sempre più vicina.
Dopo aver mangiato, io, Greg e Thomas torniamo nella nostra camera e ci buttiamo sul letto.
"Quando andate ad allenamento?" chiede il più grande.
"Tra due ore" rispondiamo io e Thomas all'unisono.
"Bene, che ne dite se chiamiamo le ragazze per una chiacchieratina? L'altra sera mi sono divertito a parlare con loro, sono tutte simpatiche"
"Mah caro Greg, secondo me tu hai guardato tutto tranne che la simpatia, però sì possiamo chiamarle" dice Thomas, facendoci ridere.
Subito dopo, proprio quest'ultimo prende il cellulare e chiama sua cugina Sara, per chiederle se insieme a Costanza, Simona e Benedetta possono venire nella nostra stanza. Dopo nemmeno 5 minuti sentiamo bussare alla nostra porta e in pochi secondi le azzurre ci invadono la camera.
"Tutte queste femmine non si sono mai viste in stanza con Paltrinieri" dice scherzando Thomas.
"Non tutti abbiamo il lusso di avere gli occhi azzurri, caro Thommy" risponde Greg ridendo.
Noto che Sara Curtis mi guarda in modo strano, con chi stessi occhi che avevo io da piccolo quando guardavo Francesca Chillemi. Questo suo sguardo da ragazzina con gli ormoni a mille mi fa sorridere, è strano pensare che lei sia ancora nel pieno della sua adolescenza ma allo stesso tempo stia vivendo un sogno così grande come le olimpiadi, mi sembra assurdo.
"Nico, pronto per stasera?" mi chiede Costanza Cocconcelli, che sembra essere l'unica oltre me e Benedetta a sentire la palpabile tensione presente tra di noi.
Cerco di elaborare una risposta alla sua domanda, sarebbe bastato un semplice "si", ma una sensazione indescrivibile si fa largo nel mio petto e d'un tratto mi viene difficile persino respirare. Mi sento senza fiato e tutti si alzano di botta cercando di aiutarmi. Sento le loro voci farsi sempre più lontane, non riesco a capire ciò che dicono, l'unica voce che percepisco e sento è quella di Benny che con voce allarmata dice:
"Tete calmo, guardami, guardami negli occhi. Respira con me, conta da 1 a 10, segui i miei respiri e rilassa i muscoli"
Provo a seguire i suoi consigli e pian piano l'ossigeno si fa di nuovo strada nei miei polmoni, mi sento il viso rigato da lacrime che non sapevo neppure di aver prodotto.
"Rilassati, va tutto bene, ci sono io" continua a ripetere Benedetta e io la guardo fissa negli occhi, trovando in lei un appiglio.
Greg mi passa un bicchiere d'acqua e dopo il primo sorso mi sento meglio, il mio respiro torna regolare e non sento più quella gigantesca pressione sul petto.
"Non capisco cos'è successo, non mi è mai capitato" sussurro ancora agitato.
"Era un attacco di panico" dice Costanza.
"Ma io non ho mai sofferto di attacchi d'ansia, è impossibile" dico balbettando leggermente.
"Possono venire a chiunque in qualsiasi momento, può capitare che in una giornata opprimente come questa l'ansia si prenda gioco di te, l'importante è che quando capita cerchi di mantenere il controllo e fai come ti ha detto Benedetta prima" mi risponde il capitano Greg.
Dopo una decina di minuti mi sento ancora stordito, sento le voci degli altri farsi sempre più confuse, gli occhi chiudersi e poi crollo a dormire."Tete, svegliati, devi andare ad allenamento"
Apro gli occhi e mi ritrovo Paltrinieri davanti che continua a dirmi che ho allenamento. Mi guardo intorno e ricordo tutto: le ragazze, la gara di stasera, l'attacco di panico...
Cerco di scacciare via dalla mia mente quei ricordi e mi alzo dal letto dirigendomi verso il bagno.
"Dove sono andate le ragazze?" chiedo mentre mi lavo i denti.
"Dopo che ti sei addormentato se ne sono andate" mi risponde Thomas.
Dopo circa 20 minuti sono in vasca, ancora un po' confuso e addormentato, pronto ad allenarmi per l'ultima volta prima del momento più importante della mia carriera, ma in generale della mia vita. L'allenamento prosegue sereno, al pensiero della gara di stasera non sento alcun macigno sul petto e con tranquillità ascolto le parole di Marco, il mio allenatore, in merito al sogno che dovrò realizzare questa oggi.
"Non farti prendere dall'ansia, sai bene di essere bravo e devi dimostrarlo in vasca. Gli italiani contano tutti su di te, questo deve motivarti e non deve diventare una pressione o un peso. Concentrati, mettici la testa e il cuore e vedrai che andrà bene, sei un portento e credo in te più di quanto lo faccia tu stesso" mi dice, per poi ricominciare di nuovo a parlare:
"Sono fiero di te, ti seguo da una vita e non avrei mai pensato che in un percorso tortuoso come le Olimpiadi tu mi avresti ancora voluto al tuo fianco. Sei l'atleta migliore che conosco, hai tanto da dare al nuoto e ai tifosi, al giorno d'oggi sono difficili da trovare ragazzi speciali e onesti come te, Franco sarebbe orgoglioso, lo sai".
Al ricordo del mio primo allenatore i miei occhi si fanno lucidi, Franco è stato il primo a capire le mie potenzialità, ha riposto in me tutto ciò che aveva e tutte le sue speranze. Sono contento che prima di morire mi abbia visto sul podio olimpico di Tokyo, per lui era un sogno tanto quanto lo era per me, però sono sicuro che mi sorride dal cielo anche oggi e mi supporta sempre, ovunque egli sia.
"Grazie per tutto Marco, non bastano le parole per descrivere il bene che ti voglio, non voglio deluderti per nessun motivo al mondo"
"Non potresti mai deludermi. Adesso puoi andare, ci vediamo stasera ragazzone" mi dice, per poi darmi una pacca sulla spalla e avviarsi verso l'uscita.
Quando arriva alla porta si volta verso di me e prende nuovamente parola:
"Un'ultima cosa, ricorda che questa non dovrà essere la gara migliore, ma la gara della vita".
Rimango da solo ad osservare l'acqua e mai come in questo momento capisco il legame che c'è tra me e questo elemento a cui ho dedicato tutta la mia vita.
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PIÙ DI UN SOGNO || Nicolò Martinenghi
RomanceLe ragazze della nazionale italiana di nuoto sono determinate e hanno lavorato molto per ottenere i risultati da loro tanto sperati. Tra queste, una delle più amate e su cui ogni italiano conta è la giovane Benedetta Pilato, emergente ranista che vu...