Cambiamenti

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POV TETE

Questa mattinata è stata davvero molto intensa. Le emozioni che sto provando sono pazzesche e non avrei mai immaginato niente del genere. Tra interviste e cazzate varie non ho avuto un attimo di tempo per riposarmi, ma va benissimo così, sono euforico e sento che potrei restare sveglio anche per altri sei giorni nonostante io abbia poche ore di sonno. In tutto questo c'è però ancora una cosa da risolvere, infatti non ho più rivisto Benedetta dopo il nostro bacio e questa cosa mi spaventa molto, forse l'ho un po' evitata. Nel pomeriggio vado in stanza, sono da solo poiché Thomas ha il suo ultimo allenamento prima della finale di stasera e Greg si sta preparando per la gara di domani negli 800 metri stile libero.
Mi stendo sul letto e, anche se non ho troppo sonno, mi addormento.

"Per me quel bacio è stato un sbaglio" mi dice Benedetta poco prima della sua gara.
"Non ci credo, tu...tu hai sorriso" le rispondo.
"Non ho provato nulla Nicolò" spiega con tono accusatorio.
Sento le lacrime fare capolino, pronte a rigarmi il viso, ma cerco di resistere.
"Benny io non ci credo, mi dispiace"
"Devi crederci, a me piace un altro"
In quel momento la rabbia si fa spazio nel mio corpo, non sento più il controllo sulle mie gambe.
"Non capisco, perché hai permesso che io mi affezionassi a te? Perché mi hai fatto così male? Chi è questa persona?" le domando senza respirare nemmeno per un attimo.
"Non ti importa" mi dice per poi voltarsi, và da Manuel Frigo e capisco tutto.
È lui.
Lei vuole lui.
Manuel mi fissa e mi dice con il labiale: "Ho vinto io".
In quel momento scoppio, di botto mi avvicino a lui e gli tiro un pugno sul naso.
Vedo il suo sangue sulla mia mano e poi il nulla, il buio.
Cosa ho fatto?

Mi sveglio improvvisamente, ho il respiro affannato e sono sudatissimo. Guardo la sveglia e mi accorgo che è passata solo mezz'ora da quando mi sono addormentato, ma a me sembrava esser passato molto più tempo.
Rifletto un secondo e ricordo subito il sogno che ho fatto.
Benedetta che mi dice che non ha provato niente, Manuel Frigo...
E se tutto questo diventasse la realtà? Non posso permettere a qualcuno di distruggermi così, di spezzarmi il cuore. Risulterei debole, io invece voglio essere forte, voglio portare il sole nella vita della gente e voglio essere intoccabile, voglio che nulla mi scalfisca. Non so cosa farò, ma ho capito che non posso permettere a qualcuno di danneggiarmi, inoltre io e Benedetta ci conosciamo da troppo poco tempo, io ho vinto la medaglia d'oro e non voglio che questo momento così bello possa essere rovinato da qualche avvenimento, lei deve restare concentrata, poi tra qualche giorno sarà il mio compleanno e voglio godermi al meglio anche quello. L'unica cosa che non capisco è perché Manuel? Perché proprio lui? Non mi è mai stato particolarmente simpatico per cui mi sembra proprio un'assurda coincidenza che in sogno mi sia capitato proprio lui. E se fosse un sogno premonitore?
Mi rendo subito conto di aver pensato una sciocchezza, non ho mai creduto a niente del genere e deve continuare ad essere così. A me non mi è mai piaciuta nessuna e deve continuare ad essere così. Non è il momento di cambiare le cose, in alcun ambito, ho trovato la mia routine e non permetterò a niente e nessuno di cambiarla.
Mi rendo conto che si è fatta sera, è l'ora di cena ma non ho fame per cui mi dirigo subito verso la defanse arena. Mi metto nelle ultime file della tribuna dell'Italia, non voglio che Benedetta mi noti troppo e soprattutto non voglio che lei mi venga a parlare, ma voglio guardarla. Mi piace guardarla, mi piace vedere il suo sorriso, qualcosa brilla quando lei sorride.
Tra un cosa e l'altra ricordo che oggi ci sarà anche la finale di Thomas Ceccon, per cui vado a raggiungerlo in spogliatoio.
"Sei pronto?" gli domando.
"Nato pronto" mi risponde fiero.
Ridacchio e lo abbraccio, facendo sorridere anche lui.
"Hai un record del mondo, un'infinità di medaglie, sei l'uomo da battere Thomas, credo in te" gli dico.
Lui continua ad abbracciarmi e non dice nulla, ma la sua stretta vale più di mille parole.
Poco dopo sciogliamo l'abbraccio e torno in tribuna, dove mi siedo accanto a Gregorio.
"Ora c'è Benedetta" mi dice lui.
"Lo so"
"Vi ho visti ieri, quando vi baciavate" mi sussurra.
"Cazzo, hanno fatto foto?" gli domando, mettendomi le mani tra i capelli.
"Non mi sembra. Comunque per adesso in che rapporti siete?"
"Non lo so, oggi l'ho un po' evitata" ammetto.
"Cosa? Perché?" mi chiede.
"Perché non voglio distrarla dal suo obbiettivo. Le olimpiadi di Tokyo non sono state facili per lei, la squalifica è stata difficile da superare, non voglio che a causa della distrazione per me faccia qualche errore che le costerà caro. Ho sbagliato a baciarla..." spiego.
Greg sta in silenzio, fa un respiro e poi prende parola.
"Non so cosa consigliarti, l'unica cosa che posso dirti è di seguire questo" dice, indicando il mio cuore.
"Grazie capitano" gli sorrido e gli do una pacca sulla spalla.
Nel mentre sento lo speaker annunciare la finale dei 100 metri rana femminile e istintivamente drizzo le orecchie e alzo la testa. La vedo lì, darsi colpi sulle spalle e sulle braccia per riscaldare i muscoli. È concentrata e si vede persino da lontano, ne sono davvero felice.
Fa una gara strepitosa, ma purtroppo proprio sul finale arriva quarta per un solo centesimo. Sono però fiero di lei, perché accetta questa piccola sconfitta con il sorriso, non si abbatte ed è comunque felice, penso che questa sia la cosa più bella dello sport. Vederla col sorriso mi provoca una sensazione inspiegabile ed è bello, è bella questa emozione anche se non so esattamente cosa sia. Quando provo ad avvicinarmi a lei per congratularmi, noto che è già con qualcuno e ride parecchio, ma lui è di spalle. Quando si volta verso di me rabbrividisco: è Manuel Frigo. Torno immediatamente alla tribuna, mi siedo e aspetto la gara di Thomas, sono incazzato nero. So che non ho visto nulla di che, stavano solamente parlando, ma dopo il sogno di oggi non guarderò mai più quel ragazzo allo stesso modo.
"Nicolò, c'è qualche problema?" mi chiede Costanza Cocconcelli.
"No, non c'è nessun problema, va tutto bene come al solito" dico chiaramente nervoso.
"Strana la tua reazione..."
"Tu piuttosto, dovevi dirmi qualcosa?" le domando.
"Magari te la dico se abbassi il tono, non mi piace questa superiorità caro Tete" mi dice.
"Okay scusa, non è giornata e mi hai preso nel momento sbagliato, dimmi"
"Ma come non è giornata se ieri hai vinto l'oro olimpico" esclama ridendo, per poi prendere di nuovo parola: "volevo dirti che adesso che Benny ha fatto la finale, penso che dovreste provarci".
"Ma provare a far che?" chiedo confuso.
"Ad avere una relazione, no?"
"Io non cerco nessuna relazione, non voglio saperne nulla, lasciatemi tutti in pace vi prego" dico, mi rendo immediatamente conto di sembrare un pazzo.
Mi alzo e mi siedo in un altro posto, di nuovo accanto a Greg.
"Alla prossima c'è Thommy" mi dice e io rispondo annuendo.
Quando lo vediamo entrare in vasca ci alziamo, così da supportarlo in tutti i modi possibili.
"Come pensi che andrà?" mi chiede Greg.
"Ha fatto il record del mondo, se dà il suo massimo non ci sono dubbi" rispondo.
"Certo che due ori olimpici dall'Italia del nuoto in due giorni consecutivi sarebbe proprio una figata" ridacchia il capitano.
"Diventerà realtà, ne sono sicuro" gli dico fiducioso.
La gara di Thomas si dimostra essere proprio come pensavo, arriva primo. Io e Gregorio saltiamo in aria dalla gioia, urliamo come due scatenati e attendiamo con ansia che lui finisca le interviste e venga da noi.
Nel frattempo qualcuno si siede accanto a me e il mio cuore perde qualche battito quando vedo che si tratta di Benedetta.
"Perché hai detto quelle cose a Costanza?" mi sussurra con voce flebile.
"Non ho detto nulla di così assurdo" dico, ma l'unica cosa che riesco a pensare è che sono uno stronzo.
"Ma, tu ieri mi hai..."
"So cosa ho fatto, Benedetta" la interrompo bruscamente.
Lei mi guarda, sono mortificato ma non riesco proprio a mettere da parte l'orgoglio per scusarmi.
"Nicolò non posso credere che tu ti sia già pentito" la sua voce è più che incrinata, ma nessuna lacrima le riga il volto.
"Noi dobbiamo parlare" continua lei.
"Io non ho proprio nulla da dirti" rispondo, voltandomi e andando da Thomas.
Lei corre via verso lo spogliatoio e il mio cuore va in frantumi.
Ma la cosa strana è che l'ho frantumato io.

PIÙ DI UN SOGNO || Nicolò Martinenghi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora