I miei castelli di carta vetrata rovinano al suolo
perché son squallidi abusi edilizi nel piano regolatore dei tuoi umori.Mi prendevi alla lettera come una cheerleader,
sillabando al silenzio l'eco delle tue paranoie.E fu così che il tuo alfabeto morse l'ultima mela bacata
nel mio paradiso purgato dai demoni.
Ora ti festeggi apolide nel tuo stato da sola.
Mentre un uomo fissa il tuo trono vuoto
e disegna una voglia a forma di te nel posacenere,
dove inesorabile si consuma il coito ininterrotto
di chi vuol concepire le ragioni della tua già partorita mancanza.Dalla finestra si affaccia un tramonto che non esiste:
è solo il colorito rimprovero divino per il tempo che ho riperduto.
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Pensieri disallineati di una mente stanca e diversamente creativa
PoetryUna storia d'amore come tante. Ma raccontata meglio, forse. Il racconto in versi di un amore distratto, disperso nelle soffitte di un futuro trapassato.