Uno stagno da amare

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Scagliava sassi nello stagno.
Dolcemente.
Li illudeva che potessero fluttuare,
per godersi il loro sprofondare.

Voleva indossare la propria vita.
Ma non sceglieva mai la taglia giusta
per snellire il suo passato.

E allora rigettava un sasso, poi un macigno.

Lapidava quella pietosa acqua marcia
perché insisteva a farla riflettere
mentre lei pretendeva di essere contemplata.

Decise, infine, di accecare quella pozza
con un collirio di catrame.

Ma questa volta fu solo lei
a rimanere di sasso.

Il suo stagno era già evaporato:
la pioggia l'aveva riportato
nel suo mare.

Pensieri disallineati di una mente stanca e diversamente creativaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora