"Ovunque tu sia,
è la mia casa,
la mia unica casa".*
Taehyung si muove per la stanza come una tempesta silenziosa. Ogni passo è deciso, ogni gesto è rapido, ma sotto la sua sicurezza apparente c'è una tensione che lo tradisce; me ne accorgo da come le sue mani tremano leggermente mentre infila vestiti e oggetti essenziali in uno zaino nero.
Io lo osservo da seduto, con la schiena appoggiata contro il letto e la testa ancora pesante per la febbre che non vuole sentirne di scendere. La mia mente fatica a stare al passo con quello che sta succedendo, ma una cosa è chiara: lui ha già deciso.
«Non possiamo farlo davvero» mormoro, cercando di rompere il silenzio opprimente.
«Possiamo, e lo faremo» ribatte senza voltarsi. «Non possiamo più restare qui. Non è sicuro per nessuno dei due».
«E scappare risolverà tutto?» La mia voce è più dura di quanto intendessi, ma non riesco a trattenermi. «Lasceremo mia madre senza spiegazioni? Ci nasconderemo per il resto della nostra vita? È questo il tuo piano?»
Lui si ferma. Si volta lentamente verso di me, e nei suoi occhi leggo una determinazione ferrea, mescolata a una sofferenza che sembra impossibile da contenere.
«Il mio piano» dice con calma glaciale, «è proteggerti. E se per farlo devo essere il cattivo, allora lo sarò. Ma non ti lascerò qui».
Non so cosa rispondere. Mi sento preso tra due forze opposte: il desiderio di restare, di affrontare tutto questo, e il bisogno di fidarmi di lui, di credere che sappia quello che sta facendo.
«Abbiamo bisogno di Yoongi e Jimin» sussurro infine, quasi per guadagnare tempo. «Se davvero vuoi farlo, dobbiamo dirlo almeno a loro».
Lui esita, ma poi annuisce. «Okay. Ma dobbiamo muoverci».
Il meteo non è dalla nostra parte, fuori l'aria porta con sé l'odore della pioggia imminente. Taehyung cammina davanti a me, tiene lo zaino sulle spalle, e la sua solita andatura sicura che sembra sempre indicare che sa dove andare, anche se io non ne sono mai del tutto convinto.
Quando arriviamo al parcheggio del solito locale, Yoongi è già lì, appoggiato alla sua moto. Sta fumando, e il volto è nascosto dal tempo cupo. Jimin è accanto a lui, con le braccia incrociate e l'espressione di qualcuno che ha appena scoperto di essere stato trascinato in qualcosa di grosso.
«Che diavolo vi prende?» è la prima cosa che dice il biondo quando ci avviciniamo.
Il corvino non risponde subito. Tira un respiro profondo, come se stesse cercando le parole giuste, ma il suo migliore amico lo anticipa.
«Cos'è questa storia?» chiede, mantenendo un tono calmo ma tagliente. «Jimin mi ha detto che vuoi sparire di nuovo. È vero?»
«È vero» gli conferma Taehyung, senza alcuna esitazione.
Io mi mordo il labbro, cercando di non lasciarmi schiacciare dal peso della situazione.
Jimin scoppia a ridere, ma è una risata senza umorismo. «Siete impazziti. Tutti e due. Pensate davvero che scappare sia la soluzione? Che potrete semplicemente andare via e lasciarci qui a raccogliere i pezzi?»
«Non è così semplice» ribatte il mio fratellastro, con il tono carico di frustrazione. «Non abbiamo scelta».
«No, Taehyung. C'è sempre una scelta». Jimin si avvicina, puntandogli contro un dito accusatorio. «Ma questa è codardia. Stai solo scappando da tutto quello che ti spaventa, e stai trascinando Jungkook con te».
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stepbrothers - taekook
Hayran KurguIl quieto vivere di Jungkook viene stravolto impetuosamente dall'arrivo di una scia di disordine che compierà una carneficina nella sua mente, stravolgendone ogni dettaglio. Il caos era a lui ignoto fin quando non è stato battezzato con il nome di K...