"In tutte le lingue del mondo
esiste questo adagio:
"Ciò che gli occhi non vedono,
il cuore non sente".Ebbene, io affermo
che non c'è niente di più falso.
Quanto più lontani stanno,
tanto più vicino al cuore sono i sentimenti
che cerchiamo di soffocare e dimenticare".*
La luce del mattino filtra dalle finestre dell'ospedale, illuminando il corridoio in cui abbiamo passato la notte. Le sedie rigide e l'odore sterile ci hanno accompagnato fino all'alba. Siamo tutti esausti, ma c'è un'energia diversa nell'aria: una speranza sottile, come se qualcosa di buono stesse finalmente per accadere.
Yoongi si stira le gambe, seduto su una sedia accanto a me, con lo sguardo fisso sulla porta della stanza di Jimin. «Va', Jungkook. Sei il primo ad entrare» dice, incrociando le braccia. «Io l'ho visto ieri sera, tu no. È giusto così».
Esito, ma Taehyung mi dà una leggera spinta sulla schiena. «Vai» mormora, e c'è una calma nei suoi occhi che mi rassicura.
Proprio mentre sto per entrare, sento le sue mani afferrarmi per le spalle, e con un gesto rapido mi stampa un bacio leggero su una guancia. Rimango paralizzato per un istante, e mentre Hyunjin e Seokjin soffocano una risata, Yoongi solleva un sopracciglio.
«Oh, che teneri» scherza Hyunjin, con un sorriso malizioso sul volto.
«Dobbiamo preoccuparci?» aggiunge Yoongi con tono sarcastico.
Taehyung li fulmina con uno sguardo glaciale. «Basta così» taglia corto. Il silenzio cala immediatamente, e io sento solo il mio cuore che batte forte.
Inspiro profondamente e spingo la porta, entrando nella stanza. La luce è tenue, ma abbastanza forte da rivelare la figura di Jimin, sveglio, con un sorriso che gli illumina il viso nonostante l'aria stanca.
«Buongiorno, Koo!» esclama con quella sua voce allegra, anche se leggermente rauca. «Finalmente ti fai vedere. Pensavo fossi scappato da qualche gara segreta o cose del genere».
Rido, sollevato dalla sua battuta, e mi avvicino al letto. «E tu invece? Ti sei fatto un giretto in pista per provare l'ebbrezza del volo?»
Lui ride piano, massaggiandosi il collo. «I medici dicono che sono fortunato. Niente di rotto, qualche livido qua e là, ma potrò uscire dall'ospedale tra poche ore...»
Il sollievo mi travolge, e sento le spalle rilassarsi per la prima volta da ore. «Non sai quanto mi fai felice sentendoti dire queste cose».
Jimin mi guarda, inclinando leggermente la testa. «Ehi... tutto a posto? Hai l'aria di chi non ha dormito per una settimana».
Scrollo le spalle. «Non importa. Sei tu quello che conta adesso».
Lui sorride, questa volta più dolcemente. «Grazie per essere qui».
«Sempre» rispondo, e questo scambio racchiude tutto ciò che proviamo in questo momento.
Il sole è alto nel cielo quando finalmente usciamo dall'ospedale. Jimin, con un braccio appoggiato sulla spalla di Yoongi per farsi forza, scherza senza sosta, anche se il suo passo è più lento del solito. Nonostante tutto il suo spirito è intatto, e vederlo così mi riempie di sollievo.
«Finalmente fuori, eh?» commenta il corvino con un sorriso sarcastico, camminando al nostro fianco. «Adesso che hai provato l'ebbrezza di un letto d'ospedale, magari ti prendi una pausa dalle corse illegali, mh?»
Il biondino ride piano. «Che ci vuoi fare? Il brivido è troppo forte».
Taehyung sospira teatralmente, poi gli stropiccia i capelli con un gesto affettuoso. «Ci hai fatto prendere un bello spavento, idiota. Cerca di non farlo diventare un'abitudine».
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stepbrothers - taekook
Hayran KurguIl quieto vivere di Jungkook viene stravolto impetuosamente dall'arrivo di una scia di disordine che compierà una carneficina nella sua mente, stravolgendone ogni dettaglio. Il caos era a lui ignoto fin quando non è stato battezzato con il nome di K...