7 settembre 2011, 14.00

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Caro diario, sono appena tornata a casa e ho delle belle notizie. Il primo giorno è andato meglio di quanto avessi immaginato. Sono entrata in classe e ho preso posto vicino a Francesca, era l'unico banco libero perché sono arrivata in ritardo. Purtroppo sono capitata in prima fila ma non fa niente, così potrò seguire meglio le lezioni e prendere appunti, dietro c'è sempre un brusio di chiacchiere e non riesco a concentrarmi.

Ho scambiato qualche parola con Francesca: lei è stata ad Edimburgo con un gruppo di studio, insieme ad altri compagni. Si sono divertiti molto e hanno passato le serate girando per la città, i professori hanno chiuso un occhio e gli hanno concesso abbastanza libertà, hanno avuto il permesso di tornare tardi in albergo e sono restati svegli fino a tardi. Al confronto la mia vacanza sembra una bambinata. Le lezioni sono trascorse abbastanza velocemente: i professori ci hanno chiesto come abbiamo passato le vacanze ed il tempo è volato.

A ricreazione mi sono avvicinata al gruppo delle mie compagne, che stavano fuori dalla porta a guardare i ragazzi delle altre classi. Parlavano di andare a mare e Francesca mi ha invitata. Andremo ad una spiaggia libera e ognuna dovrà portare qualcosa. A me tocca preparare i sandwich con pomodori, insalata e prosciutto. Non vedo l'ora che siano le quattro per andare. È un evento che le mie compagne mi abbiano invitata ad uscire, è successo solo una volta nei due anni precedenti e dopo quella non hanno fatto che ignorarmi. Sarà che ora sono più matura e flessibile: stamattina ho indossato dei jeans fucsia e una maglietta a righe scollata, sorprendendole, infatti di solito mi presentavo a scuola con la stessa tuta tutti i giorni, amo i vestiti larghi perché mi posso muovere liberamente e mi sento a mio agio. Devo andare in soffitta a ripescare il mio vecchio costume, quest'anno non sono mai andata a mare e non so dove l'ho messo. Mentre scrivo si sono fatte le 15:00 ed è il momento di iniziare a prepararmi. Ti racconterò tutto stasera.

8 settembre, 21:00

Caro diario, sono veramente distrutta. Questo pomeriggio è stato un disastro. Ti spiego: speravo che la situazione con le mie compagne fosse cambiata, ma non è così. Sono arrivata in anticipo all'appuntamento, ma ho trovato il gruppetto della mia classe già sistemato, con gli asciugamani stesi sulla sabbia. C'erano Francesca, Annalisa, Roberta, Davide e Alessandro, il ragazzo che mi piace. Le mie compagne indossavano costumi appariscenti, di colori sgargianti, e il mio, nero, al confronto sfigurava. Eppure mi è sempre piaciuto perché è semplice e pratico, non devo preoccuparmi che si sposti perché è intero, lo usavo per andare in piscina un paio di anni fa. Una volta arrivata i miei compagni si sono avvicinati a me e mi sono spogliata, appendendo i vestiti all'ombrelloni. Ho suscitato un coro di risate, e ho sentito che dicevano:

-E' una vacca.

-Che rotoloni di grasso!

-Ha un sedere gigante.

-Porterà almeno la quarta.

Insomma so di non avere un fisico filiforme ma i loro commenti mi hanno ferita. Neanche le mie compagne sono perfette, cioè non sono grasse quanto me ma nemmeno magrissime. Non mi è mai importato del mio peso, mangio tutto quello che voglio, soprattutto quando sono nervosa, mi piace avere qualcosa da sgranocchiare sotto i denti. Mi sono sentita a disagio, tutti gli occhi erano puntati su di me e il ragazzo che mi piace ha dimostrato chiaramente di disprezzare il mio corpo. Ho cercato di non pensarci per il resto del pomeriggio, ho divorato due panini e dopo abbiamo giocato a carte e a pallavolo. Nessuno mi voleva nella sua squadra, ma alla fine, tirando a sorte, sono capitata con i maschi. Durante la partita mi è arrivata una palla in faccia e sono sicura che lo abbiano fatto apposta. Comunque abbiamo vinto grazie alla mia ultima battuta, ho molta forza e gli altri non se lo aspettavano. Poi tutti sono andati a farsi il bagno e mi hanno lasciata a fare la guardia alle borse. Mi sono annoiata mentre li guardavo immergersi, schizzarsi e nuotare, tirarsi i costumi e ridere. Ho visto Davide e Francesca baciarsi, non sapevo che stessero insieme. Nella mia classe sono l'unica a non aver mai avuto un ragazzo e non ho ancora dato il primo bacio, nemmeno a stampo, e mi sento indietro per questo. Ma non voglio pensarci, ogni cosa a suo tempo, magari conoscerò qualcuno a cui interesso. Non chiedo molto, non pretendo un adone palestrato perché nemmeno io sono un granché, vorrei solo uscire da questa solitudine ed avere qualcuno al mio fianco. Mi piace Alessandro dal primo giorno di scuola di due anni fa, è il più bello della classe, l'unico con la barba, alto e con le spalle larghe e occhi castano chiarissimi. Ma lui non mi fila nemmeno, mi considera una sfigata e non ho chances.

Quando gli altri si sono stancati di nuotare e sono venuti fuori per asciugarsi, abbiamo concluso la serata con una passeggiata sulla spiaggia. Poi tutti si sono fumati una sigaretta e ho tossito per l'odore, e ho rifiutato quella che mi offriva Francesca. Ci tengo alla mia salute e sinceramente penso di essere troppo piccola per fumare, se inizio adesso non arriverò a cinquant'anni. Gli altri mi hanno guardata male e ancora una volta mi sono sentita esclusa, forse avrei dovuto accettare, alla fine non è un solo tiro che ti rovina i polmoni. Ma come sempre ho sbagliato, mi sono lasciata sfuggire l'occasione di essere accettata per i miei stupidi principi e moralismi.

Siamo tornati indietro e ognuno ha preso le sue cose. Gli altri hanno preso l'autobus e Francesca abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. Sono stata stupita da quello che mi ha detto.

-Devo parlarti. Hai bisogno di un'amica che ti faccia notare delle cose.

-Dimmi.

-Parliamoci chiaro: non mi piace il tuo modo di vestire. Vieni a fare shopping con me. Ti metti vestiti troppo larghi che ti fanno sembrare ancora più grassa. Dovresti perdere qualche chilo. Vieni a correre con me, domani passiamo una giornata insieme e ti trasformo in una strafiga.

Ero confusa, Francesca voleva aiutarmi, eppure era una di quelle ragazze che non fanno mai nulla in cambio di niente, l'ho sempre considerata presuntuosa ed egoista ma mi stava dando una mano. Non trovai altro da dire che ringraziarla, in fondo avevo bisogno di qualcuno che mi facesse aprire gli occhi.

-Grazie, Francesca

-Allora a domani

Caro diario sono emozionata all'idea di uscire con lei, è una delle ragazze più popolari della scuola. Forse riuscirò a diventare come lei, che riesce a fare girare la testa ai ragazzi quando passa, ma devo fare ancora molta strada. Domani porterò i miei risparmi e mi aiuterà a scegliere dei vestiti, mi fido del suo gusto, è sempre impeccabile e irresistibile. Ora ho sonno, vado a dormire, a domani.

As if I am not hereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora