Caro diario, oggi sono piena di novità. La giornata è volata, non mi sono accorta di quanto velocemente sia passato il tempo. Stamattina, mentre ero in classe, mamma è andata a parlare con la professoressa Villa. Poi mi ha raccontato tutto, insomma poteva andare peggio ma da una parte mi fa piacere che qualcuno si interessi a me, dall'altra mi infastidisce che si intrometta nei miei problemi. Mamma è entrata nell'aula professori e l'ha accolta la Villa, che appena l'ha vista ha messo da parte il suo iPhone.
-Devo parlarle di sua figlia- ha detto
-C'è qualcosa che non va? Che ha combinato stavolta?
-Niente di tutto ciò. Il rendimento è buono. Ma ho notato che non socializza, si isola dalle compagne.
-Davvero? L'altro giorno è andata a una festa e si è anche divertita.
-Non lo sapevo, ma secondo me ha bisogno di parlare con qualcuno.
-Intende uno psicologo?
-Ne abbiamo una a scuola, specializzata in questa fascia d'età. Lo sportello d'ascolto è aperto ogni giovedì e il servizio è gratuito.
-Ne parlerò con Valentina.
-Ah, c'è un'altra cosa.
-Mi dica.
-Il professor Mancini è rimasto sorpreso dal suo tema. Dovrebbe leggerlo.
-Mi scusi ma ora devo andare a lavoro, ho il treno tra poco. Le farò sapere per la psicologa. La ringrazio.
E il colloquio si è concluso lì.
Caro diario, non so cosa abbia di speciale il mio tema, ma è da tempo che il professor Mancini mi dice che devo fare la scrittrice, mi dà sempre voti alti a partire dall'otto e lo apprezzo molto, ho scoperto qualcosa che so fare e mi dà gratificazioni. Gli altri professori, invece, sono quasi infastiditi dal fatto che capisco subito le cose, il ritmo della classe è lento e devo adeguarmi al loro passo, non loro al mio.
Comunque oggi pomeriggio ho deciso di fare una lunga passeggiata con Romeo, mi sono fatta coraggio e ho chiamato Giada. Il telefono ha squillato a lungo prima che rispondesse.
-Pronto, chi è?
-Sono Valentina, ci siamo viste l'altro giorno alla festa.
-Ehy, ciao.
-Oggi ti va di fare un giro dopo la palestra? Portiamo il cane sul lungomare.
-Certo, vado a prepararmi, ci vediamo fuori dal Body Art tra mezz'ora.
- Perfetto.
Sono andata a preparare la borsa. Ci ho messo dentro un asciugamano, una bottiglietta d'acqua e un cambio. Poi mi sono avviata verso la palestra. Giada non era ancora arrivata, quindi ho iniziato a fare la cyclette. Dopo un po', mentre ero immersa nei miei pensieri e ascoltavo "How to save a life" di The Fray con l'mp3, ha preso posto accanto a me e ha iniziato a pedalare.
Ci siamo allenate per un'oretta e poi siamo andate nello spogliatoio. Mi vergognavo a cambiarmi davanti a tutti, ma non c'erano cabine singole e mi sono dovuta accontentare. Le ho dato le spalle mentre mi infilavo un reggiseno pulito e una felpa con su scritto "I love London".
-Sei stata a Londra?- mi ha chiesto.
-Si, quest'estate.
-Com'è?
-Caotica, ci sono persone di tutti i tipi: punk, coppie gay, hippie, ragazzi di colore, cinesi... E' cosmopolita.
- Cosa significa cosmopolita?
- Che è multietnica, ci sono persone di tante nazionalità.
- Capito.
Ci siamo avviate verso l'uscita, sono salita a casa a mettere il guinzaglio a Romeo. Appena ha visto Giada in fondo alle scale le è praticamente saltato addosso, per farle le feste. E' un cane molto socievole e mi sento in colpa perché ultimamente l'ho trascurato un po' per via della scuola.
Abbiamo superato la discesa che arriva fino al porto. Entrambe eravamo stanche e sudate. Sul lungomare abbiamo ammirato lo spettacolo: davanti a noi si parava il golfo e sulla spiaggia c'era un gruppo di ragazzi che prendeva il sole. Ho riconosciuto Alessandro, ma per la prima volta mi era quasi indifferente. Pensavo ancora a Manuel, al suo fisico palestrato, al suo profondo sguardo nero. Quella notte l'avevo sognato, ballavamo come alla festa ma i nostri corpi si avvicinavano, si chinava e poi...
-Allora a che scuola vai?- Ero così assorta nei miei pensieri che non ascoltavo quello che diceva Giada.
- Ancora alle medie, all'ultimo anno, tra qualche mese finisco, e tu?
- Al liceo classico, in quarto ginnasio, ho iniziato da poco.
- Allora l'anno prossimo saremo a scuola insieme!
- Vieni al classico?
- Penso di si. Com'è il latino?
- Tosto. Un sacco di declinazioni e verbi da imparare a memoria. Ma quello non è mio cugino?
Mi girai di scatto verso la direzione che indicava. C'era Manuel sulla riva, circondato da un gruppo di ragazze. Trascinava una tavola da windsurf. In costume era uno spettacolo: si vedevano le sue spalle muscolose e le braccia forti, con le vene che sembravano scoppiare. Abbiamo sceso le scalette che portavano sulla spiaggia e ci siamo avvicinate.
- Ciao- ha detto Giada
- Ciao, come va?
- Bene, ancora a fare sport?
- Si, questi sono gli ultimi giorni senza la muta. L'acqua inizia a diventare fredda. Vi va un gelato?
Si è avvicinato e ci ha dato a entrambe un bacio sulla guancia. Sono arrossita, sentivo il cuore martellarmi nel petto, una sensazione mai provata prima, volevo sprofondare. Ora capivo cosa significava avere le farfalle nello stomaco.
Siamo saliti sul lido, una piattaforma di legno sulla spiaggia con un piccolo bar e dei tavolini di metallo. Manuel e Giada hanno ordinato due gelati, io mi sono accontentata di una granita, come sai sono a dieta. Ci siamo seduti e appena finito di mangiare Manuel ha acceso una sigaretta. Il fumo mi è andato negli occhi, facendomeli lacrimare, ma ho mascherato il mio disagio con un sorriso.
Si è avvicinata una ragazza in costume che doveva avere più o meno l'età di Manuel. Aveva una coda bionda e dei muscoli evidenti, insoliti per una donna. Ho pensato che forse faceva windsurf con lui.
- Allora, andiamo?
- Ragazze vi devo lasciare. Ci si vede in giro.
Ci siamo alzati e ci ha abbracciate. Romeo, però, appena si è avvicinato ha iniziato a ringhiare, e Manuel si è dovuto allontanare per paura di essere morso.
- A cuccia, cane.
- Non morde, non ti preoccupare.
- Io vado.
Si è allontanato a grandi passi insieme alla ragazza bionda, li ho visti risalire sulla strada e entrare in macchina, dove Manuel ha preso posto sul sedile del guidatore. Sono stata assalita da una fitta di gelosia, desideravo essere al posto di quella ragazza. Cos'ha che io non ho? Come fa a attirare l'attenzione di uno strafigo come il cugino di Giada?
Mentre questi pensieri mi assillavano abbiamo continuato la passeggiata, ma ero assente, la mia mente era altrove. Immaginavo un futuro con quel ragazzo dagli occhi neri. Magari una casa insieme e dei figli. Ho cercato di scacciare queste fantasticherie come mosche fastidiose, era semplicemente impossibile. In questo mondo i bei ragazzi non guardano le sfigate, ma solo quelle popolari e impeccabili. Di sicuro non gli avevo fatto una buona impressione, con la mia felpa sformata e i jeans scoloriti.
Tornare a casa è stato quasi un sollievo. Mi sono sdraiata sul letto con la musica a palla, cercando di non pensare. Ma sono insolitamente felice, come un bambino a cui hanno regalato un giocattolo nuovo. Ora ho una ragione per cui vivere, qualcosa per cui svegliarmi al mattino: conquistare il cuore di Manuel.
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As if I am not here
Teen FictionQuesta storia non incoraggia nessun comportamento dannoso o autolesionista, è solo il racconto della mia vita. Indirizzata ad un pubblico maturo. Vengono affrontati temi come il bullismo, l'autolesionismo, le problematiche familiari e adolescenziali...