26 settembre 2011, 22:15

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Amico mio, ho così tante cose da dirti che non so da dove cominciare. Questa giornata è stata interminabile e non mi sembra vero stare qui sdraiata sul letto a scrivere.

Oggi in classe è successo un casino. Il professor Mancini ha portato i compiti corretti. Il titolo del tema era: "Riflessioni sull'inquinamento ambientale". Ha iniziato a distribuire i fogli in ordine alfabetico, dicendo i voti ad alta voce. Io sono alla fine, il mio cognome inizia per Z, e quando ha detto:

-Valentina, questo è un dieci.

E' scoppiato l'inferno. Devo ammettere che mi sono impegnata molto, ho scritto sei colonne in tre ore, aggiungendo considerazioni personali e informazioni che ho sentito al telegiornale sulle catastrofi ambientali provocate dall'uomo. Ma non avrei mai immaginato di prendere un voto così alto, non so se lo merito, in fondo dieci è la perfezione. Ma evidentemente il professor Mancini la pensa in modo diverso.

- Congratulazioni, è stato un piacere per me correggerlo, non c'è neanche un errore di ortografia o un'imprecisione dei contenuti, quindi ho deciso che ora lo leggerai alla classe in modo che prendano esempio. Coraggio, alzati e vieni alla cattedra.

Mi sono diretta in fondo alla classe con la gambe che mi tremavano. Ho raggiunto la cattedra e mi ci sono appollaiata, come se potesse sostenermi. Poi ho alzato lo sguardo sulla classe. Mi fissavano tutti, tranne Francesca, che era impegnata a messaggiare. Ho preso il tema che mi porgeva il professore e ho riconosciuto la mia grafia, inclinata verso destra e molto piccola, quasi impossibile da decifrare.

- L'inquinamento è un problema che preoccupa sempre di più la nostra società, infatti...

Proprio in quel momento si è levato un fischio. Il professor Mancini ha alzato lo sguardo per individuare il colpevole, ma la classe sembrava impassibile. Ho ripreso a leggere.

- ... se non verranno presi dei provvedimenti nel giro di qualche decennio il mondo sarà un posto invivibile, scompariranno le foreste e l'aria sarà irrespirabile.

- Secchiona!

Stavolta era stato Alessandro a parlare. Ho abbassato lo sguardo come se non avessi sentito, non sapevo cosa rispondergli. Il professore ha fatto finta di niente.

- Continua, Valentina.

Mentre finivo di leggere il tema, ho sentito sibilare vari insulti, l'atmosfera era così tesa che quasi ne sentivo il peso sulle mie spalle. Il suono della campanella mi ha liberata, ho lasciato cadere il compito, ho preso lo zaino e sono schizzata fuori prima che qualcuno potesse fermarmi.

Sono rimasta molto delusa dal comportamento del professore. Avrebbe almeno potuto difendermi, o dire qualcosa. Dovrebbe tutelare i suoi alunni, e questo si chiama bullismo. In parte lo capisco, è più facile fare finta di niente. Se intervenisse dovrebbe punire l'intera classe, parlare con tutti i genitori, mandare un paio di persone dalla psicologa e forse addirittura rivolgersi al preside. Probabilmente pensa che non lo paghino abbastanza per fare tutti questi sforzi.

Caro diario, mi sento distrutta. Non voglio più mettere piede in quella scuola. So che mancano pochi mesi ma la situazione è insopportabile, i miei compagni mi odiano. Ormai ho rinunciato alla speranza di essere accettata. Mi vesto come prima, tanto non cambia nulla, finché andrò bene a scuola sarò considerata una sfigata.

Vorrei essere una ragazza come tutte, uscire il sabato, fare i compiti insieme a qualcuno. Ma tutto questo mi è negato, forse è colpa della mia famiglia che mi ha insegnato l'importanza dello studio e del merito, o forse sono io che sono anormale. Devo rifletterci bene. Non vedo l'ora di andare al liceo, lì le cose cambieranno, ci saranno studenti motivati come me e meno invidia. Ho le guance rigate dalle lacrime, ho premuto la faccia contro il cuscino e urlato fino a rimanere senza voce. Mi fa male la gola, penso che prenderò una tisana e andrò a dormire.

As if I am not hereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora