22 settembre 2011, 10:00

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Devo raccontarti tutto! Ieri è stata una serata speciale. Ma partiamo con ordine. Dopo scuola sono andata al Mc Donald's a mangiare con Francesca. Abbiamo ordinato solo due insalate, gli altri piatti sono pieni di calorie e siamo entrambe a dieta.

- Vedo che ti stai dando da fare! Hai iniziato la dieta?

- Si, da oltre una settimana. Ti sembro dimagrita?

- Hai la faccia leggermente più sgonfia, stai meglio. Qualche altro chilo in meno e sarai perfetta.

- Grazie, ci vuole pazienza ma i risultati alla lunga si vedono.

Dopo pranzo siamo andate a casa mia e Francesca ha spalancato l'armadio. E' caduta una montagna di felpe e jeans larghi. Con noncuranza ha sollevato i vestiti e li ha appoggiati su una sedia.

- Qui non c'è niente di decente. Vieni a casa mia.

Ci siamo avviate verso la villetta in cui abita, poco distante dal mio appartamento. Il giardino è ben curato, con delle siepi e dei fiori. L'entrata dà su un ampio salone arredato sobriamente, con delle pareti bianco sporco e dei mobili di mogano, che risaltano sul pavimento a scacchiera. In fondo alla sala fa bella figura un pianoforte a coda, anch'esso di mogano, Francesca mi ha detto che prende lezioni per imparare a suonarlo. La sua stanza è spaziosa e ha un bagno personale. Ci siamo sedute sul letto e lei ha iniziato ad aprire i cassetti e le ante degli armadi. C'erano un sacco di vestiti, dai colori più svariati e con le fantasie più particolari. In un cassetto spiccava una collezione di biancheria sexy, che mi ha mostrato con orgoglio. Sono arrossita, io porto ancora le mutande nere con la scritta "Valentina".

Ha scelto un abito nero, lungo e attillato.

-Provatelo

-Ma che dici! Non mi andrà mai!

-Voglio vedere come ti sta.

Avevo ragione, non mi entrava nemmeno, ho provato ad infilarmelo ma la cerniera dietro non si chiudeva. Francesca allora ha preso un altro abito, stavolta chiaro a pois, e mi ha detto di indossarlo. Per fortuna mi andava, un po' stretto, ma meglio dell'altro.

Siamo andate nel suo bagno, dove c'è uno specchio enorme che occupa un'intera parete. Francesca ha aperto una credenza, piena di trucchi di ogni tipo. Mi ha applicato un ombretto viola, ha detto che metteva in evidenza i miei occhi verdi, e poi una matita nera e spessa. Infine mi ha messo un rossetto scarlatto. Mi sono guardata allo specchio e per la prima volta in vita mia mi sono sentita bella. Sembravo molto più grande. Ma i preparativi non sono finiti lì. Francesca ha estratto una piastra dall'armadio e con pazienza infinita me l'ha passata sui miei lunghi capelli bruni, ciocca per ciocca, finché non sono diventati così lisci da sembrare più lunghi.

È venuto il suo turno di prepararsi. Ha indossato un vestitino turchese, aderentissimo, e una collana dello stesso colore, presa in prestito dal guardaroba di sua madre. Si è truccata pesantemente, con uno spesso strato di fondotinta per nascondere l'acne che le ricopre le guance e la fronte. Il pomeriggio stava andando perfettamente quando mi ha detto:

- Ti accompagno a prendere il regalo ma poi ci dividiamo: vado alla festa con il mio ragazzo.

Non ci potevo credere! Dovevo andare alla festa da sola come un cane, come una sfigata. Ho trattenuto una lacrima di frustrazione e delusione che si era formata all'angolo del mio occhio sinistro, non volevo rovinare il trucco.

Siamo uscite in silenzio da casa e ci siamo avviate verso la profumeria. Sempre senza parlare, Francesca ha preso un profumo anonimo alla frutta e l'ha posato sul bancone. L'ho pagato senza proferire parola e poi siamo andate in piazza, dove l'aspettava Davide.

-Ci vediamo dopo. Valentina.

- A stasera, Francesca.

Mi sono diretta verso casa e mamma mi ha fatto subito i complimenti, dicendo che ero bellissima. Non so se lo pensava veramente o voleva solo farmi sorridere, vista la mia faccia. Ho aspettato fino alle 19:30 e poi sono salita in macchina, mamma ha guidato fino al lungomare, al Seven Up, la discoteca dove c'era la festa. Un gruppo di ragazzi era già arrivato e all'ingresso un buttafuori corpulento chiedeva i biglietti. Per fortuna mi ero ricordata di portare il mio. Mi sentivo sperduta, ero l'unica ad essere andata alla festa da sola. Gli altri ridevano a scherzavano. C'era una fila per entrare e ho preso posto dietro ad una coppia che non faceva che sbaciucchiarsi con effusioni esagerate in pubblico. Mi ha fatto sentire ancora di più la mia solitudine. Era quasi il mio turno di entrare quando ho sentito una mano sulla spalla: mi sono girata ed era Giada.

- Ciao, che ci fai qui?

- Sono venuta alla festa di Annalisa, e tu?

- Anche io!

- La conosci?

- Si era in classe mia l'anno scorso.

- Sei da sola?

- Si e tu?

- Anche io.

Senza dire altro ha preso posto al mio fianco e siamo entrate insieme. Il Seven Up ha una vista sul mare e a quell'ora, quando si vedevano tutte le luci del golfo, era uno spettacolo mozzafiato. C'era una lunga pista da ballo ma per il momento niente musica. Giada ed io ci siamo sedute su un divanetto del bar e ho ordinato una coca cola zero, mentre lei una spremuta di limone. Mentre sorseggiavamo le bibite Annalisa ha fatto il suo ingresso seguita da Davide, Francesca e Alessandra. Camminava a braccetto di Naomi, una ragazza che frequenta il liceo di fronte alla nostra scuola e ha una dubbia reputazione. Entrambe barcollavano su dei tacchi alti e sembravano sul punto di cadere. Mi ricordavano dei clown sui trampoli e per poco non sono scoppiata a ridere. Il loro arrivo è stato seguito da una serie di applausi e dal volo di palloncini colorati. Poi è partita la musica, Last friday night di Katy Perry, un tormentone di quest'estate. Tutti si sono avviati verso la pista da ballo e hanno iniziato a muoversi a ritmo di musica, tranne me e Giada, che ci siamo guardate imbarazzate. Poi si è avvicinato un ragazzo alto e muscoloso, che si è presentato.

- Ciao, sono Manuel, il cugino di Giada.

- Piacere, Valentina.

- Vogliamo berci qualcosa?

Gli ho detto che non mi andava e che ero a dieta. Ma Giada ha accettato. Il barista ha chiesto un documento e Manuel glielo ha mostrato, poi gli ha servito due cocktail alla vodka. Giada ha bevuto il suo tutto d'un sorso e ha trattenuto a stento i conati di vomito. Poi ha cercato di alzarsi ma barcollava, l'ho dovuta sostenere per un braccio prima che cadesse. Manuel stentava a trattenere le risate e ci ha prese entrambe a braccetto, conducendoci verso la pista da ballo. Ora che lo guardavo bene lo trovavo molto attraente. Penso che abbia circa vent'anni, quindi non mi prenderebbe nemmeno in considerazione, ma forse mi sono innamorata ieri sera. Mentre ballava si muoveva armoniosamente, e io e Giada siamo rimaste a fissarlo. La serata è passata velocemente, gli invitati continuavano ad arrivare e depositavano i regali su un lungo tavolo all'ingresso del locale. A un certo punto Manuel mi ha cinta con la sue braccia e mi ha chiesto se gli offrivo un ballo.

-Volentieri

Ho risposto d'impulso, ma in realtà non avevo idea di come si ballasse. Era la prima volta che andavo a discoteca. Proprio in quel momento è partita Diamonds di Rihanna. Manuel mi si è avvinghiato e abbiamo ballato, sono stata maldestra e gli ho calpestato i piedi almeno una decina di volte, ma non sembrava dispiacergli, però quando è finita la canzone si è dileguato sulla spiaggia per fumare una sigaretta. Mi sono guardata intorno per cercare Giada e l'ho intravista in mezzo alla folla che si muoveva a ritmo di musica, ma era impossibile raggiungerla tra la calca. Proprio in quel momento è squillato il cellulare e ho visto l'ora: erano le 21:50, avevo il coprifuoco dieci minuti dopo. Mi sono allontanata senza farmi notare, mi vergognavo a dire che tornavo con mamma, e ho raggiunto la macchina.

- Come è andata la festa?

- Benone, mi sono divertita un sacco.

- Torniamo a casa che ho sonno. Si è fatto tardi.

- Anche io.

-

Appena arrivata sono crollata e mi sono alzata poco fa.

As if I am not hereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora