Caro diario, oggi è stata una giornata complicata. E' giovedì e come sai nel pomeriggio ho visto la psicologa, ma ti racconterò dopo di questo.
Stamattina per la prima volta Francesca mi ha fatto un complimento. E' stato alla fine delle lezioni, mi si è avvicinata mentre preparavo lo zaino per tornare a casa. Mi è caduto un libro a terra e lei si è chinata a raccoglierlo.
- Grazie, Francesca. Come è Parigi?
La mia compagna si è assentata per vari giorni, ha fatto un breve viaggio con i suoi genitori, il padre è un ingegnere e sta lavorando ad un importante progetto in Francia, così ho sentito dire.
- Sono salita sulla Torre Eiffel, il panorama è spettacolare, vuoi vedere le foto?
Ha acceso il suo iPhone 4, l'ultimo modello uscito, e mi ha mostrato alcune immagini della vista di Parigi dall'alto. Ce n'erano un paio scattate di notte, con le luci della città che risplendevano e la illuminavano. Mi ha raccontato di essere stata al Louvre e al Museo D'Orsay, un edificio che tempo addietro era una stazione e ne conserva ancora delle caratteristiche. Ho provato un pizzico d'invidia, probabilmente non avrei mai visitato luoghi del genere e sarei invecchiata a Formia.
- Quanto sei dimagrita! Stai benissimo. Non ci vediamo da poco e sembri un'altra ragazza. Che dieta stai seguendo?
- Vado in palestra e non mangio né dolci né carboidrati.
- Si vede che funziona! Devo provare.
Detto questo si è allontanata per unirsi al gruppo delle sue amiche, che l'aspettavano fuori dalla porta e che mi hanno squadrata, probabilmente avevano intuito cosa mi aveva detto.
Il pomeriggio sono tornata a scuola per la seduta con la psicologa. Stamattina Annalisa non è venuta e non è nemmeno andata all'appuntamento con la strizzacervelli, così ho pensato che avrei avuto più tempo per me.
Appena sono entrata ho trovato Rossella indaffarata con una pila di carte e mi ha salutata frettolosamente. Ho dovuto aspettare ben dieci minuti prima che mi rivolgesse la parola.
- Scusami Valentina, ora ho finito, come è andata questa settimana?
- Bene, tranne per il fatto che i miei compagni mi hanno fatto uno scherzo.
Le ho raccontato tutto, senza entrare nei dettagli e con un tono distaccato, come se quelle cose non riguardassero me ma un'estranea. Non volevo mostrarmi debole, poi ero infastidita perché sembrava quasi che non mi ascoltasse, ho capito che non vedeva l'ora che finisse la seduta per tornare a casa. Così ho deciso di togliere il disturbo, era inutile restare se non le interessava quello che dicevo.
- Mi scusi ora devo andare, ho un appuntamento con un'amica, ci vediamo la settimana prossima.
Sembrava sollevata, come se le avessero tolto un macigno dalle spalle.
- Divertiti, è' stato un piacere, a giovedì.
Sono tornata a casa demoralizzata. L'unica persona che mi avrebbe dovuto ascoltare, era pagata dalla scuola per questo, mi ha quasi ignorata. Forse era solo stanca, magari la settimana prossima andrà meglio.
Caro diario ti sto annoiando con i miei problemi, magari non interessano neanche a te, sono una brontolona cronica, non faccio che lamentarmi, dovrei guardare le cose da un'altra prospettiva e cercare di essere felice, ma non ci riesco. Sono pessimista e perennemente insoddisfatta, una rottura per tutti, non penso che riuscirò mai a trovare qualcuno che mi sopporti. Da una parte penso che non sia colpa mia se non succede mai niente di speciale nelle mie giornate, ma dall'altra forse dovrei sforzarmi per cambiare le cose, ma non ne ho le energie, mi sento stanca e rassegnata, ormai ho accettato il mio ruolo di vittima e devo adeguarmi.
Vado a dormire, sperando di sognare Manuel, è l'unico pensiero che mi dà speranza, non lo vedo da un po' e mi manca, vorrei che venisse da me e mi portasse via da tutto questo.
0
STAI LEGGENDO
As if I am not here
Teen FictionQuesta storia non incoraggia nessun comportamento dannoso o autolesionista, è solo il racconto della mia vita. Indirizzata ad un pubblico maturo. Vengono affrontati temi come il bullismo, l'autolesionismo, le problematiche familiari e adolescenziali...