Caro diario, non mi giudicare, sono diventata una bugiarda. Oggi ho mentito di nuovo e non puoi immaginare come mi sento. Non so se ho fatto bene o no, ma ti spiego tutto, spero che mi capirai.
Stamattina sono arrivata a scuola in anticipo. Non c'era ancora nessuno e mi sono seduta al primo banco, con Cime Tempestose, non ti ho detto che ieri sono andata in biblioteca e l'ho chiesto in prestito, per questo non ti ho scritto, ho passato tutto il pomeriggio a leggere e sono arrivata già a metà.
Mi si è avvicinata la professoressa Villa.
- Valentina, come mai già qui? Non sei a fare colazione al bar con gli altri?
- Buongiorno, professoressa.
- Possiamo scambiare due parole? Prima che arrivano i tuoi compagni.
- Mi dica.
- Ho consigliato a mamma di farti seguire da una psicologa, magari ti aiuta, è sempre un bene avere qualcuno con cui sfogarsi a quest'età. Come ti trovi?
- Sono andata solo due volte, professoressa, ma la dottoressa Rossella mi ha preso proprio a cuore, mi sta dando un sacco di consigli utili.
Ero stata io a parlare? Non so cosa mi è saltato in mente. Ma volevo rassicurare la prof, in fondo cosa ci può fare lei se non ho amici? Ormai metto gli altri al primo posto, per me sono una priorità, se le avessi detto la verità al massimo mi avrebbe potuto dire di cambiare terapeuta.
- Mi fa molto piacere, Valentina. Ci sono un sacco di ragazzi qui che ci vanno, non sei l'unica, non ti vergognare che non c'è niente di male ad avere dei problemi.
Ora ero io quella che aveva qualcosa di sbagliato. Non i miei compagni, che si divertono a prendersela con i più deboli. Ma ho ingoiato quell'insinuazione senza replicare.
In quel momento è entrato un gruppo di studenti e la conversazione è finita.
Caro diario, vorrei urlare a tutto il mondo quanto sto male. Ma ho deciso di mettermi una maschera in pubblico, posso togliermela solo quando sono a casa da sola. Sei l'unico che conosce i miei segreti e sa come mi sento davvero. Vorrei avere un'amica con cui essere me stessa, o come minimo poter parlare con mamma, ma lei non c'è mai, prima almeno potevo confidarmi con papà, lui sapeva sempre come farmi sorridere quando qualcosa andava storto, i miei problemi allora erano diversi, al massimo mi sbucciavo un ginocchio o si rompeva il mio giocattolo preferito. Mi chiedo cosa mi direbbe se fosse qui, forse si vergognerebbe di avere una figlia come me e di vedere come sono diventata, quando mi ha lasciata ero una bambina allegra e sorridente, ora sono un'adolescente depressa e asociale.
Non ho più nessuno tranne te, sei un po' tutto, un genitore, il mio migliore amico e il fratello che non ho. Non so come farei senza di te, la mia vita sarebbe ancora più buia e perderei il senso del tempo, solo le date sulle tue pagine mi fanno capire che i mesi passano. Solo ieri era estate e le giornate erano lunghe, ora inizia a fare buio presto, la sera fa freddo e tra poco dovrò portare giù i vestiti invernali. Mamma sembra essersene dimenticata, va ancora in giro a maniche corte ma io comincio ad avere freddo, soprattutto la mattina appena sveglia.
Ora ti lascio, vado a ascoltare un po' di musica prima di andare a letto. Sogni d'oro.
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As if I am not here
Genç KurguQuesta storia non incoraggia nessun comportamento dannoso o autolesionista, è solo il racconto della mia vita. Indirizzata ad un pubblico maturo. Vengono affrontati temi come il bullismo, l'autolesionismo, le problematiche familiari e adolescenziali...