CAPITOLO 4

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Isabel

"Isabel amore, dove sei?" Sentii mia madre chiamarmi.

Mi affrettai a lasciare il piano superiore e mi misi a correre verso di lei per raggiungerla, in modo che non avrebbe sospettato nulla. Arrivai con il fiatone ed accanto a lei c'era un uomo, Marcus. Era affascinante ed il suo corpo muscoloso ma elegante era stretto in un costosissimo smoking di Tom Ford.

"Ciao Isabel, che piacere conoscerti, finalmente." Allungò la mano verso la mia, per stringerla. "Il piacere è mio", feci un sorriso a trentadue denti e mi avvicinai a lui. Anche lui ricambiò il mio sorriso, sembrava davvero gentile. Ma non lasciamoci ingannare dall'apparenza, sappiamo come sono andate a finire le ultime relazioni di mia madre, anche se, in quel momento le brillavano gli occhi mentre lo guardava. Forse è veramente la persona giusta e la volta buona. Sicuramente avrei potuto constatarlo dopo un po' di tempo passato in quella casa.

Dopo qualche minuto, mia madre spezzò il silenzio che si era creato. "Allora, cosa ceneremo sta sera?" chiese a Marcus. "Ho prenotato nel migliore ristorante con una terrazza roof-top di Manhattan...", a quelle parole io e mia mamma ci guardammo e subito capii che stavamo pensando la stessa cosa: quanto sarebbe costato? Ma poi lui continuò: "Ovviamente andremo a cena fuori solo perché oggi è sabato e domani non c'è scuola, sennò avrei fatto preparare qualcosa alla cuoca. E se vorrete potremmo anche fare un giro della città, per farvela conoscere e ambientarvi... sempre se lo vogliate." Cuoca, giro della città, roof-top... quanto era cambiata la mia vita in una sola giornata? Tra me e me pensai che ero stata veramente fortunata... da problemi economici gravissimi a lusso spropositato.

La serata sembrava avere un'aria quasi surreale, come se fosse stata estratta da un film piuttosto che dalla vita reale. Dopo l'incontro con Marcus, mia madre si affrettò a salire le scale per prepararsi per la cena. Io rimasi ferma all'ingresso, con il cuore che batteva ancora forte. Continuavo a riflettere sulle parole di Marcus, sulla sua offerta di portarci a cena in un ristorante di lusso e farci fare un giro della città. Era una gentilezza che non avevo mai sperimentato prima, soprattutto da un uomo che avevo appena conosciuto. Mi avvicinai alla grande finestra che dava sulla strada sottostante. Le luci di Manhattan illuminavano il crepuscolo e la città si risvegliava durante le ore notturne. Mi sentivo un po' smarrita, come se stessi guardando un sogno, un'immaginazione.

"Isabel, amore, ti prepari anche tu?" La voce di mia madre mi riportò alla realtà. Mi diressi di corsa in camera mia e aprii l'armadio, cercando un vestito che potesse essere all'altezza della serata. Scelsi un semplice abito nero, elegante ma non troppo vistoso. Non volevo sembrare fuori luogo in mezzo a tutto quel lusso.

Quando uscii dalla mia camera, mia madre era già pronta. Sembrava raggiante, avvolta in un abito di seta color smeraldo che le stava... divinamente. "Sei bellissima, mamma", le dissi con un sorriso. Lei lo ricambiò, ma notai una scintilla di ansia nei suoi occhi, come se anche lei fosse incerta su cosa aspettarsi dalla serata.

Arrivati al ristorante, fui immediatamente colpita dalla vista mozzafiato che si apriva davanti a noi. La terrazza era illuminata da piccole luci soffuse, e i grattacieli di Manhattan illuminavano il cielo notturno.

Ci accomodammo al tavolo riservato per noi, e subito ci venne offerto del vino. Io, ovviamente, rifiutai e chiesi una semplice limonata, mentre mia madre e Marcus brindavano a quella che speravano fosse una nuova fase della loro vita. Il menù era lussuoso, con piatti che a malapena riuscivo a pronunciare, ma Marcus ci aiutò nella scelta, suggerendo i suoi piatti preferiti. La cena fu un susseguirsi di delizie, e mentre gustavo ogni boccone, mi rendevo conto di quanto fosse lontana la mia vecchia vita. Marcus si rivelò un ottima persona con cui parlare, alternando momenti di leggerezza a discorsi più profondi. Sembrava veramente interessato a conoscere me e mia madre, e questo mi fece sentire, stranamente, a mio agio. Anche mia madre sembrava rilassata, e più il tempo passava, più i suoi occhi brillavano di felicità.

Dopo cena, Marcus ci propose di fare un giro per la città, come aveva accennato prima. Passeggiammo lungo le strade illuminate, con il vento fresco che ci arruffava i capelli. Mi sentivo come se fossi dentro a una favola, camminando accanto a una persona che speravo potesse davvero portare un po' di stabilità e felicità nelle nostre vite.

Rientrammo nel nostro appartamento, stanchi ma felici. Marcus ci salutò con un bacio sulla guancia e un sorriso caloroso. Una volta sola con mia madre, notai che i suoi occhi erano lucidi, ma non di tristezza. Era felicità, quella che si prova quando si spera finalmente in qualcosa di bello. Andammo a dormire, e mentre chiudevo gli occhi, non potei fare a meno di pensare che forse, avevamo finalmente trovato un po' di pace. 

AMORE E CAOS A MANHATTANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora