CAPITOLO 2

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Isabel

Presente...

È stato un momento difficile, ma l'abbiamo affrontato insieme. Dopo quell'incidente, tre anni fa, mamma è stata ricoverata in ospedale per quattro mesi. Aveva riportato lesioni alle costole, alla spina dorsale e al fegato. I medici erano stati impeccabili, l'avevano guarita ed erano stati accanto a entrambe durante la convalescenza, che non è stato un periodo per niente facile. Anche se, con tutte le spese mediche che avevamo dovuto affrontare, ero spaventata all'idea di come avremmo potuto permetterci la casa, il cibo e dei vestiti decenti.

Ma la cosa importante era che ora mamma stia bene. Era andata avanti, aveva addirittura conosciuto un altro uomo. Stavano insieme da quasi un anno, ma non l'avevo ancora incontrato. Forse mamma era spaventata per il fatto che potrebbe succedere di nuovo. Da quel che mi aveva raccontato sembrava essere un uomo per bene, - l'importante è che la tratti bene - anche molto ricco e conosciuto, che si era gentilmente offerto di pagarmi la retta completa per andare a studiare al Columbia college, a New York. Sì, lui abitava a New York. E noi avremmo dovuto trasferisci lì.

Purtroppo, a causa di tutte le spese mediche, mia madre non avrebbe potuto permettersi di pagarmi nemmeno metà della retta all'università di Yale, per la quale avevo ricevuto una borsa di studio che copriva solo in parte le spese da sostenere.L'estate prima del college mi avevano assunta in tre diversi locali per lavorare e racimolare abbastanza soldi per pagarmi la retta da sola, ma non era servito a nulla, perché ero riuscita ad accumulare solamente quattromila dollari, che alla fine avevo usato per le spese mediche. Quindi, accantonai il mio sogno di studiare in un Ivy League e mi iscrissi in un college statale, all'United college, che si trovava a circa venti minuti di autobus da casa mia.Anche mamma faceva diversi lavori, il più che può per guadagnare qualche soldo, pure i più squallidi, pagati quattro euro l'ora, che sono pur sempre quattro euro. Ma niente era stato sufficiente. Era servito tutto per le spese mediche.

...

Il giorno del trasferimento era arrivato. La casa era molto affollata. Traslocatori. Prendevano gli scatoloni e li caricavano sul camion. Alla fine avevamo veramente pochi oggetti, potevamo tranquillamente portarli nella nostra macchina, ma come al solito mamma voleva strafare, facendo vedere a tutti che il suo compagno fosse una persona molto ricca. E influente. E affascinante.

Nel giro di poche ore avrei dovuto lasciarmi alle spalle la città in cui ero nata e cresciuta, dove si trovavano la mia migliore amica Juliet e la mia famiglia. Ma dovevo farmene una ragione, mia madre era stata molto ferrea e decisa su questo cambiamento. Il suo compagno le aveva chiesto il trasferimento a casa sua già qualche mese fa, ma lei aveva sempre rimandato dicendo che fosse ancora troppo presto, e finalmente ora si era lasciata andare. Forse era ancora spaventata dall'ultima relazione. In effetti, se fossi stata nei suoi panni, lo sarei anche io, e molto.

Quando l'ultimo scatolone venne caricato, il camion partì. Di conseguenza, anche noi ci mettemmo in macchina, direzione aeroporto. Durante tutto il viaggio mia madre non fece che parlare di quanto il suo uomo fosse fantastico, delle cinque lingue che parlava e di quanto fosse speciale per lei. Sembrava veramente... innamorata.

Dopo circa quaranta minuti di auto arrivammo all'aeroporto più vicino, scaricammo le valigie che ci eravamo portate con noi e ci dirigemmo verso la security, e successivamente ci fermammo a fare uno spuntino veloce prima dell'imbarco. Mia mamma si fermò anche in un negozio di souvenir per comprare un piccolo pensiero da portare, a detta sua, alla sua dolce metà.

Passò circa un'ora quando aprirono il nostro gate per imbarcarci. Il compagno di mia madre ci aveva comprato due biglietti in business class e la fila priority per farci rilassare durante il viaggio, che sarebbe durato circa tre ore e mezza. E devo dire che gli sarei stata grata all'infinito per questo. Quando salimmo ci offrirono subito un paio di salviettine calde, accompagnate da un calice di champagne e una tartina di fonduta di formaggio francese e caviale. Dovemmo, però, aspettare che anche le altre classi si imbarcassero prima di poter decollare e nel mentre ci servirono piccoli entrée squisiti e molto raffinati. Tutto d'un tratto, sentii qualcosa toccarmi lievemente il braccio destro, così mi tolsi la mascherina da notte e notai che l'hostess mi stava richiamando perché eravamo pronti al decollo.

"Deve reclinare in avanti il sedile, allacciare la cintura di sicurezza e alzare il tavolino davanti a lei."

"Perché è necessario tutto questo?"

"Sono solo delle semplici misure di sicurezza. Ah, non si dimentichi di staccare il cellulare dalla presa."

Annuii e mi sistemai sul sedile. Realizzai che mi ero addormentata nel giro di pochi minuti da quando avevo mangiato quella fantastica tartare di salmone affumicato norvegese. Avevo dormito tre ore. Non pensavo che il trasloco mi avesse stressata così tanto, e invece...

AMORE E CAOS A MANHATTANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora