CAPITOLO 30

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Isabel

Sabato mattina mi svegliai con una fitta alla testa che mi fece subito rimpiangere tutti quei drink della sera precedente. La luce del sole filtrava dalle tende, troppo brillante per i miei occhi ancora stanchi. Con un gemito, mi girai su un fianco e mi accorsi che ero ancora vestita con gli abiti della sera prima. Da quando mi ero trasferita qua, non era la prima volta che mi svegliavo in questo stato, ma ogni volta la sensazione di disagio era la stessa.

Dovevo trovare un modo per alleviare quel dolore pulsante. Mi alzai dal letto con cautela, come se qualsiasi movimento improvviso potesse peggiorare la situazione. Camminai fino al bagno, il pavimento era freddo sotto i miei piedi nudi. Aprii l'armadietto dei medicinali e presi un Brufen, sperando che mi aiutasse a sconfiggere quel mal di testa martellante. Mentre ingoiavo la pillola con un bicchiere d'acqua, un'ondata di ricordi della sera prima mi travolse.

La risata incontrollata mentre io e Lucas cercavamo di fare piano entrando in casa. La sensazione di sicurezza che mi aveva dato quando mi aveva messa a letto, assicurandosi che stessi bene. E poi... Michael. L'imbarazzo mi colpì di nuovo, con la stessa intensità di una secchiata d'acqua fredda. Come avevo potuto lasciarmi andare così? Mi sentivo in imbarazzo solo a pensarci.

Dovevo distrarmi, fare qualcosa per non pensare più a quello che era successo. Decisi di iniziare la giornata con un po' di studio. Avevo un paio di articoli da leggere per il corso di diritto costituzionale, e sapevo che immergermi in un libro mi avrebbe aiutato a smettere di pensare a quella serata disastrosa.

Mi vestii con abiti comodi, una tuta e una felpa morbida, e mi sedetti alla scrivania. Le pagine del libro davanti a me erano piene di parole che normalmente avrebbero catturato la mia attenzione, ma quel mattino facevo fatica a concentrarmi. Continuavo a rileggere la stessa frase, senza riuscire a farla entrare nella testa.

Mentre cercavo di studiare, mi resi conto che qualcosa mi disturbava. Non era solo il mal di testa, che per fortuna stava iniziando a diminuire grazie al Brufen. Era come se ci fosse un peso sul mio cuore, una sensazione di inquietudine che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Mi chiesi se fosse legata a ciò che avevo scoperto su Marcus o al mio comportamento con Michael.

Dopo un paio d'ore di studio infruttuoso, decisi di prendere una pausa. Forse uscire un po' mi avrebbe fatto bene. Sentii mia madre muoversi al piano di sotto, e mi venne in mente che forse avremmo potuto passare del tempo insieme. Non avevamo avuto molte occasioni di farlo ultimamente, tra i miei studi e i suoi impegni con Marcus.

Percorrendo il corridoio, la trovai in cucina che preparava una tazza di tè. Quando mi vide, sorrise con quel sorriso affettuoso che mi faceva sempre sentire al sicuro. "Buongiorno, tesoro. Come stai?" mi chiese, notando probabilmente la mia espressione stanca.

"Ciao, mamma" risposi, cercando di sembrare più allegra di quanto mi sentissi realmente. "Sto bene, solo un po' stanca. Ho studiato tutta la mattina."

"Studi di sabato? Sei proprio una studentessa modello" disse con un sorriso ironico. "Ma forse è il momento di prendere una pausa. Che ne dici se usciamo insieme? Potremmo fare un po' di shopping o semplicemente una passeggiata."

L'idea di passare del tempo con lei mi sembrò perfetta. Avevo bisogno di staccare la spina e, soprattutto, di un po' di normalità. "Mi sembra carino" dissi. "Facciamo una passeggiata, magari andiamo a vedere qualche negozio in centro."

Mia madre annuì, apparentemente felice di poter trascorrere del tempo con me. "Va bene, allora preparati e andiamo."

Dopo essermi cambiata in qualcosa di più adatto per uscire — jeans, una maglia semplice e una giacca leggera — ci avviammo verso il centro della città. Era una giornata fresca ma piacevole, con il sole che splendeva tra le nuvole. Camminare accanto a mia madre mi fece sentire meglio, e lentamente il mal di testa si dissolse del tutto.

AMORE E CAOS A MANHATTANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora