Svariati minuti dopo arrivarono a un piccolo quanto squallido motel che si trovava lungo la strada. Si mostrò ai loro occhi subito dopo la svolta che prenderono. C'era un palo alto e arrugginito in cima al quale c'era un'insegna fatta di luci al neon mancanti che annunciavano il benvenuto al Lakeview Motel.
Lungo il lato sinistro della strada, sotto la grande insegna, c'era un piccolo edificio con l'insegna reception e poi solo bosco a perdita d'occhio. Probabilmente un motel isolato dalla civiltà e in mezzo al nulla non era esattamente l'idea che avevano in mente, ma almeno avrebbero potuto ripararsi dalla pioggia e riposare.
La reception del Lakeview motel era una stanza con struttura in legno, pareti in lamiera e un'antenna TV che sporgeva dal tetto con un angolo inclinato. Era collegata al motel da un passaggio coperto in lastra metallica, con lunghi ganci di rame che vibravano al soffiare del vento e allo scrosciare della pioggia. La luce era accesa quando la Pontiac entrò nel parcheggio. Gli pneumatici fecero scoppiare la ghiaia mentre sterzava intorno a una profonda buca piena di fango e sporcizia e si parcheggiava di fronte al guscio di un distributore automatico. Josh e Stan scesero dalla macchina.
«Questa fabbrica di stupri dici che sia migliore del dormire in strada?» Chiese Josh.
«Greta vuole un letto.»
Josh e Stan corsero in ufficio per sottrarsi alla pioggia. Entrando nella stanza 20X20 il campanello suonò e videro la sibilante TV in bianco e nero, una pianta di plastica, delle sedie gialle, uno sciupato divano marrone e un bancone con sopra un registro. Udirono un rumore di sbattere, come se qualcuno chiudesse un frigorifero, e il portiere notturno uscì da una porta sul retro. Teneva in mano una tazza piena di un liquido acquoso, nero e sottile.
«E' possibile affittare delle camere?»
«Quante?» il portiere notturno sorrise e mostrò i suoi denti storti e marci.
«Due stanze, una notte», disse Josh.
Il portiere notturno prese un sorso dal suo intruglio e una macchia scura gli rimase sulle labbra sottili e screpolate.
«Quante persone?»
«Quattro», disse Stan.
«Fidanzate?»
«Si, e allora?» chiese Stan.
«Sono belle?»
«E a te che cazzo te ne frega», disse Josh visibilmente irritato.
Stan si mise tra lui e il portiere notturno.
«Non abbiamo altro posto dove andare. Devi calmarti» sussurrò a Josh. «Rilassati.»
«Prendi tu le chiavi da Norman Bates, io aspetterò fuori» urlò Josh, mentre usciva dall'ufficio.
Stan si voltò verso l'impiegato e accennò un sorriso. «Sta avendo una brutta giornata.»
«Di solito le brutte giornate si trasformano in belle notti» rispose l'impiegato, sorridendo e prendendo il registro.
Stan notò le sue unghie nere. «Okay... quanto ti devo?»
«Cinquantuno dollari e novantacinque centesimi.»
Stan diede tre banconote da venti dollari e il portiere gli diede due chiavi di ottone su portachiavi in legno giallognolo in stile retrò: la stanza 5 e la stanza 7. Stan bofonchiò un grazie e guardò fuori dalla finestra verso il parcheggio vuoto, e poi di nuovo verso il portiere notturno.
«Perché non mi hai dato due stanze vicine?»
«Non sto dicendo che non potete parlarvi. Non sto dicendo che non potete passare la notte tutti insieme nella stessa stanza. Non conosco te, le tue abitudini o cosa pensi che sia un comportamento accettabile. Tutto quello che dico è che queste sono le tue stanze. Sono belle stanze. Profumano di pulito. Qui sarai felice. »
«Resteremo solo per una notte.»
«Qui le persone ci restano molto più a lungo di quanto pianificano.»
«Come mai? C'è qualcosa da vedere qui intorno?»
Il portiere notturno gli diede il resto in monete e banconote stropicciate da un dollaro. «Ad alcuni dei nostri ospiti piace trascorrere del tempo nel bosco.»
«No grazie. Non sono un amante della caccia.»
«Non ho detto che fossero cacciatori. Abbiamo anche un lago.»
«Non sono nemmeno un amante delle escursioni o dei laghi.»
«Allora probabilmente resterai nella tua camera.»
«Si, solo per una notte.»
«Certo. Il check-out è a mezzogiorno.»
«Grazie.»
Il portiere notturno sorrise mentre Stan usciva dall'ufficio. Poi andò nella stanza sul retro e si sedette su uno sgabello davanti a un frigo. Lo aprì e guardo dentro diverse dozzine di piccoli barattoli di vetro rossastro, pieni di un liquido nero, tutti etichettati con dei nomi di persone e delle date.
Tirò fuori un barattolino con l'etichetta Sue Ellen Abbott, 1959.
STAI LEGGENDO
MOTHELL
HorrorGli abitanti della sperduta cittadina di Oak Creek (Iowa) nascondono un oscuro un segreto. Il portiere notturno del Lakeview Motel ha stretto un patto con i demoni che usano a proprio piacimento il portale che si trova all'interno della stanza nume...