La forza di rialzarsi

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" Valeria, Vale"

Valeria era sdraiata nella sua camera, immersa nei suoi pensieri. La voce della madre, che la chiamava dal soggiorno, la raggiunse ancora una volta. Era la solita lamentela: "Perché non esci mai di casa? Dovresti fare qualcosa, uscire con gli amici!" Valeria ascoltava con un misto di frustrazione e rassegnazione. Non aveva voglia di uscire, non ne sentiva il bisogno. Stava bene lì, nel suo spazio sicuro, lontana dal mondo e dalle aspettative degli altri. Le mancava la motivazione, quel senso di entusiasmo che la madre sembrava dare per scontato. Per Valeria, restare nella sua camera era più che sufficiente, almeno per ora.
Da quando era finita con Emanuele, o meglio, da quando avevano deciso entrambi di chiudere la loro storia, Valeria evitava di uscire, soprattutto per le vie di Napoli. Ogni singolo angolo, ogni piazza, ogni vicolo le riportava alla mente i ricordi di lui. I loro luoghi, i loro momenti, tutto sembrava avere un filo invisibile che la legava ancora a Emanuele. Le strade di Napoli, che un tempo erano state lo sfondo delle loro risate e delle loro passeggiate mano nella mano, ora erano diventate una mappa di ricordi dolorosi. Persino l'odore del caffè per strada le ricordava le mattine passate insieme. Non era solo la nostalgia; era la sensazione di essere persa in una città che improvvisamente sembrava troppo grande e troppo vuota senza di lui. Così, Valeria preferiva rimanere nella sua stanza, lontana da quel mondo esterno che continuava a sussurrarle il nome di Emanuele a ogni angolo.
Oltre a sua madre, c'erano anche le sue amiche che la chiamavano di continuo, cercando di tirarla fuori da quella sorta di autoisolamento. I messaggi arrivavano senza sosta: "Dai, vieni con noi!", "Abbiamo bisogno di te, stasera sarà divertente!". Valeria leggeva quei messaggi ma non trovava la forza di rispondere, lasciando il telefono a vibrare sul comodino.
Poi sentì dei passi nel corridoio e un bussare leggero alla porta. Prima che potesse dire qualcosa, la porta si aprì e comparve Francesca, una delle sue amiche più strette. Con un sorriso accennato e un'espressione preoccupata, Francesca entrò nella stanza senza aspettare un invito, come faceva da sempre.

"Ehi Vale..." disse con tono dolce, avvicinandosi al letto. Francesca non aveva bisogno di molte parole per capire come stava Valeria; bastava uno sguardo per vedere tutta la tristezza e la stanchezza che portava dentro.

"Sono giorni che non ti vediamo, e sinceramente sono stufa di parlare con te solo attraverso messaggi a cui non rispondi," continuò Francesca mentre si sedeva sul bordo del letto. "So che è difficile, so che ti manca... ma non puoi continuare a chiuderti così."

Valeria abbassò lo sguardo, cercando di evitare gli occhi della sua amica, ma sentì il calore del suo affetto che la avvolgeva, un calore che, anche se un po' distante, riusciva comunque a toccarle il cuore.
Ad interrompere quella conversazione fù suo padre

Valeria non se lo aspettava, eppure suo padre, sempre così discreto e riservato, aveva deciso di prendere in mano la situazione. In accordo con le sue amiche, aveva organizzato tutto: un biglietto per la Spagna, destinazione Ibiza. L'intento era chiaro: farla svagare, darle una scossa, un'opportunità di distrarsi e, magari, ricominciare a sorridere.
Entrò con un sorriso gentile, quello che usava nei momenti importanti, e le porse una busta bianca.
"Questo è per te," disse semplicemente, mentre Valeria lo guardava con sorpresa. Aprì la busta con un misto di curiosità e incredulità. Quando vide il biglietto aereo per Ibiza, le parole le mancarono. Alzò lo sguardo verso suo padre, cercando di capire cosa stesse succedendo.
"Abbiamo pensato che potrebbe farti bene staccare un po'," continuò lui. "So che non è facile, ma forse cambiare aria, vedere posti nuovi... potrebbe aiutarti."
Valeria rimase in silenzio, colpita dal gesto e dalla determinazione di chi le voleva bene. Ibiza, con le sue spiagge, la musica, il sole e la promessa di momenti leggeri, sembrava un sogno lontano, qualcosa di completamente diverso dalla sua routine malinconica a Napoli.
Le amiche, che avevano partecipato in segreto all'organizzazione di quel viaggio, le avevano già riempito il telefono di messaggi pieni di entusiasmo: "Vedrai che sarà bellissimo!", "Ci divertiremo un sacco, te lo prometto!"
Valeria non era sicura di essere pronta, ma sentì che forse, per una volta, poteva fidarsi degli altri e lasciare che la portassero lontano dai suoi pensieri. Forse, tra i colori e i suoni di Ibiza, avrebbe trovato un modo per iniziare a guarire.

I p'me, tu p'te. Geolier&VDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora