Un dolore comune.

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Dopo la discussione in spiaggia e il confronto con Chiara, Emanuele prese una decisione che sapeva essere inevitabile, anche se dolorosa: lasciarsi con Chiara. La loro relazione, nata in un momento di confusione e bisogno di evasione, non era costruita su basi solide ma su ferite aperte e sentimenti irrisolti. Emanuele si rese conto che continuare con lei significava solo trascinare una situazione che avrebbe fatto male a entrambi.

Quella sera, Emanuele si ritrovò faccia a faccia con Chiara nella stanza d'albergo. L'aria era pesante, e il silenzio tra loro era carico di tutto ciò che non si erano mai detti. Chiara si sedette sul letto, intuendo già cosa stava per succedere. Emanuele la guardò con occhi sinceri, ma pieni di colpa e incertezza. Non voleva ferirla, ma sapeva che continuare a fingere non era giusto.

"Chiara, dobbiamo parlare," iniziò Emanuele, cercando di trovare le parole giuste senza farla soffrire più del necessario. "Non posso più andare avanti così. Quello che è successo oggi mi ha fatto capire che non sono pronto... non sono riuscito a lasciarmi il passato alle spalle come credevo."

Chiara lo guardò con occhi lucidi, ma non sembrava sorpresa. Dentro di sé, aveva sempre saputo che il legame tra Emanuele e Valeria era ancora vivo, anche se Emanuele non lo voleva ammettere. "Lo so, Emanuele," rispose con un filo di voce, cercando di trattenere le lacrime. "L'ho capito dal primo momento in cui ho visto il modo in cui la guardavi. E forse è colpa mia per aver sperato che le cose cambiassero."

Emanuele si sedette accanto a lei, sentendo il peso delle sue parole. "Non è colpa tua. Sei stata incredibile, e io sono stato egoista. Ho cercato di colmare un vuoto con te, ma mi sono reso conto che così facendo ho solo creato altri vuoti."

Chiara fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. "Avrei voluto che fosse diverso, che potessimo essere felici insieme. Ma capisco che certe cose non si possono forzare." La sua voce era carica di rassegnazione, ma anche di maturità. Chiara aveva capito che continuare sarebbe stato solo un tentativo vano di costruire qualcosa su una base troppo fragile.

Emanuele annuì, profondamente dispiaciuto. "Meriti qualcuno che ti ami per quello che sei, non qualcuno che sta ancora cercando di mettere insieme i pezzi di un'altra storia." Si sentiva sollevato per aver avuto il coraggio di dirlo, ma allo stesso tempo un peso enorme lo schiacciava al pensiero di aver deluso Chiara.

Chiara si alzò lentamente, guardandolo con un'espressione malinconica ma comprensiva. "Prenditi cura di te, Emanuele. E trova la pace che stai cercando." Gli diede un ultimo sguardo, prima di prendere la sua borsa e uscire dalla stanza. Non ci furono grida, né accuse, solo la tristezza di due persone che avevano sperato in qualcosa che non era destinato a durare.

Emanuele rimase solo nella stanza, seduto sul letto, con la consapevolezza che aveva perso anche Chiara. Ma forse, per la prima volta, sentì che stava facendo il passo giusto verso la chiarezza, verso un futuro che avrebbe dovuto costruire senza più nascondersi dietro illusioni.

Più tardi quella sera, Emanuele si ritrovò da solo sulla terrazza dell'hotel, lontano dal caos delle discoteche di Ibiza e dalle luci abbaglianti che brillavano sul mare. Il rumore delle onde in sottofondo sembrava l'unica cosa in grado di calmarlo in quel momento. Con la testa appoggiata tra le mani, Emanuele rifletteva su tutto quello che era successo: la fine della storia con Chiara, l'incontro con Valeria, e la lite con Marco. Si sentiva esausto, confuso e soprattutto vuoto.
Nel frattempo, i ragazzi del suo team—Francesco, Christain e Riccardo—si erano accorti della sua assenza. Dopo aver saputo da Chiara della rottura, erano preoccupati per lui. Nonostante la vita frenetica che conducevano tra eventi e concerti, sapevano che Emanuele stava attraversando un periodo difficile e che, nonostante volesse mostrarsi forte, la situazione lo stava distruggendo.
"Dov'è Emanuele?" chiese Christian, guardandosi intorno con sguardo ansioso. "Non l'abbiamo visto da quando è tornato in hotel."
"L'ho visto salire verso la terrazza," rispose Riccardo, ricordando vagamente di averlo intravisto mentre scappava via dalla sala. "Forse ha solo bisogno di stare un po' da solo."
Francesco annuì, ma non sembrava convinto. "Dobbiamo andare a cercarlo. Non possiamo lasciarlo solo in un momento così. Sta affrontando troppe cose tutte insieme." Conoscevano Emanuele abbastanza bene da sapere che, quando tutto diventava troppo, si chiudeva in se stesso, allontanandosi anche da chi cercava di aiutarlo.
I ragazzi salirono lentamente le scale, parlando a bassa voce, sperando di trovare le parole giuste per tirarlo su di morale. Quando arrivarono sulla terrazza, videro Emanuele seduto sul bordo, lo sguardo perso nel vuoto, fissando il mare come se stesse cercando delle risposte.
"Manu', tutto ok?" chiese Christian, avvicinandosi piano, quasi con timore di interrompere i suoi pensieri.
Emanuele alzò lo sguardo verso di loro, cercando di mascherare la sua tristezza con un mezzo sorriso. "Sì, sto bene... o almeno ci provo." La voce era bassa e stanca, come se ogni parola gli costasse uno sforzo.
Francesco si sedette accanto a lui, dandogli una pacca sulla spalla. "Non devi farcela da solo, amico. Siamo qui per te, e ci saremo sempre."
Riccardo aggiunse, cercando di alleggerire l'atmosfera: "So che è un casino, ma non devi affrontare tutto da solo. Parla con noi, magari ti sentirai un po' meglio."
Emanuele apprezzò il gesto dei suoi amici, il loro essere lì, anche senza dire molto. "Ho fatto un disastro con Chiara, e poi con Valeria... e con Marco. Mi sento come se stessi rovinando tutto."
Christian scosse la testa. "Non sei tu che stai rovinando tutto. Stai solo cercando di capire cosa vuoi davvero. Tutti facciamo errori, ma l'importante è cercare di non ripeterli."
Emanuele annuì, sentendo che per quanto le loro parole non avrebbero risolto tutto, almeno non si sentiva più solo. "Grazie, ragazzi. Non so cosa farei senza di voi."
Rimasero lì insieme, in silenzio, ma con la consapevolezza che anche i momenti più difficili si affrontano meglio quando ci sono delle persone vere al proprio fianco. Emanuele aveva ancora molta strada da fare per mettere ordine nella sua vita, ma almeno sapeva di poter contare sui suoi amici, e quel pensiero, almeno per un momento, lo fece sentire un po' meno perso.
Dopo aver passato un po' di tempo sulla terrazza, i ragazzi decisero che il modo migliore per aiutare Emanuele a svagarsi era portarlo fuori, lontano dai pensieri che lo tormentavano. "Dai, Emanu', non possiamo restare qui tutta la notte," disse Christian cercando di convincerlo. "C'è un locale qui vicino dove fanno buona musica e possiamo rilassarci un po'. Non devi stare per forza da solo a rimuginare."
Emanuele esitò, ma poi guardò i suoi amici e capì che avevano ragione. Aveva bisogno di distrarsi, anche solo per qualche ora. "Ok, andiamo," disse infine, alzandosi con un sospiro. "Ma niente serate folli, eh? Solo un po' di tranquillità."
I ragazzi sorrisero, felici di averlo convinto. Si incamminarono verso uno dei locali più discreti di Ibiza, lontano dalla confusione delle grandi discoteche. L'atmosfera era più intima, con musica soft e luci soffuse, l'ideale per una serata tranquilla tra amici.
Arrivati nel locale, si sedettero a un tavolo e ordinarono da bere. L'aria era carica di energia positiva, e per la prima volta da giorni Emanuele si sentiva un po' più leggero. Il posto era animato, ma non caotico, con persone che chiacchieravano e si godevano la serata senza pressioni.
Francesco fece un brindisi improvvisato, alzando il bicchiere. "A Emanuele, che anche nei momenti peggiori resta il nostro fratello. Che tu possa trovare quello che cerchi." Tutti alzarono i bicchieri, sorridendo.
Emanuele sorrise, toccato dal gesto. "Grazie, ragazzi. Non so come farei senza di voi." Poi prese un sorso dal suo bicchiere e sentì per un attimo il peso sollevarsi dalle sue spalle. La serata proseguì con risate, racconti di aneddoti del passato e battute leggere che riuscirono finalmente a distrarre Emanuele.
Durante la serata, Emanuele si rese conto che, nonostante tutto, aveva ancora delle persone che lo supportavano e credevano in lui. I suoi amici non lo avevano mai abbandonato, nemmeno nei momenti di maggiore difficoltà. E mentre li guardava ridere e scherzare, capì che forse, un passo alla volta, avrebbe potuto ritrovare la serenità.
Quando uscì dal locale, la brezza leggera di Ibiza gli accarezzò il viso, portandosi via un po' della pesantezza che aveva accumulato. Emanuele si sentì grato per quella serata inaspettata e per gli amici che erano rimasti al suo fianco. Forse non aveva ancora tutte le risposte, ma sapeva di non essere solo, e quella consapevolezza lo aiutava a vedere il futuro con un pizzico di speranza in più.

I p'me, tu p'te. Geolier&VDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora