𝐗𝐕 - PRIGIONIERI

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Il corpo venne scosso da molteplici dolori, i muscoli le bruciavano, si sentiva a pezzi

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Il corpo venne scosso da molteplici dolori, i muscoli le bruciavano, si sentiva a pezzi. L'agonia sopraffò il suo torace. Sotto le palpebre rivide l'atroce scena della morte di Duke e Diana. Non riuscì a trattenere una nuova ondata di lacrime, pianse in silenzio, nel buio. Quanto avrebbe voluto sgozzare l'artefice, i due animali sarebbero sopravvissuti. Maledisse quel Deviante, l'individuo chiamato "La Morte Blu".  Quando cercò di alzare una mano, per asciugarsi le guance dalle lacrime, si rese conto di avere le mani legate. Si guardò intorno, spaesata, non si trovava più nella foresta. L'ambiente circostante era chiuso, soffocante e lugubre. Oggetti e borse erano sparsi in giro; addosso aveva una ruvida coperta. Pur sentendosi priva di forze, Emily provo a sedersi composta. Il gesto l'aiutò a schiarirsi la mente. Una fitta le bloccò il fiato, all'altezza dell'addome, strinse i denti. Ogni respiro era una pugnalata.

«Piano, piano.», disse una voce maschile. «Le prime botte sono quelle tremende.»

Emily si trovò davanti a sé un ragazzo, sembrava più grande di lei, ed era appena più alto. Indossava vestiti comuni, emanava un'aura tranquilla. Il suo odore, però, diceva il contrario: alcol e qualcosa di bruciato. Il suo viso era quasi infantile, gli occhi scuri erano incorniciati da una capigliatura scompigliata dell'ennesimo colore. Anche lui, come lei, era legato con le mani dietro la schiena.

«Chi sei?», domandò lei, respirando a fatica.

«Mi chiamo Aoi. Aoi Carbon, o Aiden...o Blaise, si ho tanti nomi, per precauzione.», si presentò. La sua voce era bassa. «E ti consiglio di abbassare la voce, quello stronzo potrebbe sentirci.», aggiunse, diventando serio. La ragazza capì a chi si stesse riferendo.

«Ti sento benissimo, idiota.»

La seconda voce le fece irrigidire tutto il corpo, raddrizzando i peli dietro la nuca. Riconobbe il suo odore, così sgradevole da farle venire la nausea. Vicinissimo. Si voltò lentamente al posto del guidatore, le mani formicolavano dalla voglia di saltargli addosso. I ciuffi argentati e due occhi freddi fecero capolino dietro lo specchio del retrovisore. La collera si riaccese nel petto della ragazza, strinse i pugni così stretti fino a conficcare le unghie nei palmi. Gli occhi diventare come quelli di un felino. Digrignò i denti, ringhiando in fondo la gola.

𝐿𝑎 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑒𝑟𝑝𝑒𝑛𝑡𝑒  ||  𝙄𝙣 𝘾𝙤𝙧𝙨𝙤...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora