𝐕𝐈 - IL MISTERIOSO UOMO COL CAPPELLO A CILINDRO

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Toc. Toc. Toc.

Rango si svegliò tutto d'un colpo. In un primo momento non sapeva bene il perché, ma il cuore gli batteva all'impazzata, l'adrenalina gli pompava in tutto il corpo, come se il suo corpo gli avesse detto "combattere o fuggire". La prima opzione non sembrava molto allettante, non era bravo quanto Kait in quel campo, almeno qualcosina la sapeva fare; però, la seconda era un lampo.

Batté le palpebre e lasciò che gli occhi si abituasse.

Era nell'ex-segreteria; la stanza riscaldata dalla stufetta elettrica e il piccolo fornello portatile appena utilizzato con il pentolino. Seduto comodamente sulla sedia girevole, i piedi sul tavolo, con la tazza di ceramica fumante al suo fianco, odorava di cioccolata. Se ne stava lì, nel completo relax. Si era appisolato, di nuovo. Non poteva farci nulla, erano state giornate stancanti di mercato.

Dopo l'allestimento per l'apertura del mercato nero – la stagione invernale –, gli affari andarono a gonfie vele. La merce andava a ruba esaurendo, la cassetta di latta si riempiva di banconote. Erano stati i quattro giorni di pulizia e preparazione più stancanti della sua vita, non molto gradevole per il suo corpo esile e poco allenato. Alcune volte, Kait non partecipava direttamente al mercato nero, preferiva starsene in disparte, sia per non essere riconosciuto e sia per stare per i fatti suoi rintanato nell'abitacolo creato o a gironzolare tra i palazzi decaduti. Era presente solo nei casi di estrema difficoltà con clienti ostinati o per la troppa gente. Non si sapeva con quale fantasia avesse travestito il suo amico con semplici vestiti larghi e neri, e con una maschera addosso. Fu anche bravo a essersi inventato una balla veloce, semplice e logica: non poteva parlare, perché gli hanno tagliato la lingua. A Kait non gli aveva dato fastidio, anzi era stato molto grato. Sapeva che molti nemici lo stavano cercando, volevano sfidarlo o ancora peggio, avere la sua testa. Rango puntualizzò più volte di non coinvolgere la sua attività in queste cose.

Tuttavia, Rango fu comunque entusiasta con quel denaro, avrebbero potuto trovare una nuova sistemazione più decente e abbandonare quel letamaio... anche se si era affezionato a quel posto. Da cinque anni lo considerava casa, ma col tempo stava cadendo a pezzi. Per lui andava tutto bene, per Kait invece era tutto il contrario. Lo stress aumentava e al risveglio era di cattivo umore, alcuni giorni rimaneva fuori dal rifugio per rilassarsi e alcune volte ad allenarsi. Entrambi facevano la vita comoda. Se non fosse arrivato il fatidico giorno in cui iniziò la guerra; non avrebbero mai immaginato che la loro vita sarebbe potuta cambiare così.

𝐿𝑎 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑒𝑟𝑝𝑒𝑛𝑡𝑒  ||  𝙄𝙣 𝘾𝙤𝙧𝙨𝙤...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora