𝐈𝐈𝐈 - IL BAR DEI VIANDANTI

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L'uomo sbadigliò, senza disturbarsi di mettere la mano sulla bocca, come un orso appena svegliato dal letargo. Il sonno stava pian piano prendendo il sopravvento, le sue palpebre iniziavano a chiudersi da sole. Tutti quei litri di caffè, fatti alla macchinetta, non davano molti benefici. Non c'era molta gente, solo tre o quattro persone, lì per ripararsi dal freddo. Il piccolo bar era solo una comune baracca da quattro soldi, poco accogliente, più una sorta di rifugio per vagabondi, o altra gente.

Dopotutto, in quei tempi burrascosi, la popolazione si era divisa in due gruppi: persone comuni continuavano a vivere in quelle città-rifugio sovraffollati come se fossero topi in gabbia. Quelle non comuni, la gente che stava al di fuori delle mura in cemento armato, potevano fare quello che volevano. Il Governo Internazionale li chiamò gli Speciali. Comuni criminali che possedevano delle straordinarie capacità che potevano ribaltare a loro piacimento le forze naturali, l'organismo o di modificare a loro piacimento la struttura molecolare o fisica. Tali abilità le chiamarono semplicemente poteri.

Gabriel, però, era sicurissimo che nell'esercizio possano esserci delle reclute sotto copertura dei poteri. Li conosceva bene, suo padre lo aveva spedito un anno intero nell'addestramento militare per la sua fase "ribelle" da adolescente, e la paga non era così buona come sperava.

Tuttavia, a lui non importava molto se entrassero nel suo bar degli Speciali o non, voleva solo gestirlo a suo piacimento come un piccolo hobby. Lo riteneva una sorta di zona neutrale, e chi osava a non rispettare le sue regole si sarebbe beccato una pallottola sulla fronte dal sottoscritto. Faceva entrare chiunque, come alcuni Devianti, anche se non era affatto contento ad accogliere quei teppisti di strada, come li chiama lui; li considerava antipatici e "teste di cazzo" quando se ne stavano in gruppo, con la loro spavalderia, credendo di essere loro i padroni dell'universo, li avrebbe presi a calci nel sedere. Al contrario, i Rinnegati, li trovava piuttosto simpatici e abbastanza tranquilli. Una gradevole compagnia per le chiacchiere, aveva dei rapporti amichevoli e non esitavano di fargli visita. Una volta aveva conosciuto, forse, il loro capo, non era davvero sicuro che fosse lui, poiché non aveva rivelato la sua identità; tranne ai suoi sottoposti più fidati. Quelli con cui Gabriel non voleva niente a che fare erano i Servi. Gabriel non ne aveva mai conosciuto uno, ed era un bene. Molte voci riguardanti sul loro conto dissero che erano considerati dei traditori o, peggio ancora, creati dagli stessi nemici. Come distinguerli dalla gente normale o speciale non era mai stato chiaro. Forse perché era la categoria più sconosciuta, anche per il governo stesso, non ne avevano mai catturato uno. Ringraziò il cielo di non averne mai incontrato uno.

𝐿𝑎 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑒𝑟𝑝𝑒𝑛𝑡𝑒  ||  𝙄𝙣 𝘾𝙤𝙧𝙨𝙤...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora